Oggi ci siamo svegliate con la voglia di cultura addosso, per cui vediamo un po’ cosa ci propone la rubrica Mi è semblato di vedele un liblo!.
Il Vagabolario è una curiosa raccolta illustrata di leggende e racconti folkloristici diffusi tra i popoli viventi nelle cosiddette piccole isole linguistiche sparse per l’Italia. Per farvi capire meglio, vi riporto direttamente le parole dell’autore, seguite da qualche informazione utile.
Si tratta, come meglio recita il sottotitolo, di un mio personale “Viaggio miniato tra le leggende dei piccoli popoli nelle isole linguistiche d’Italia” frutto di un singolare mariage pittorico/letterario. In un’epoca come quella attuale, in cui l’interazione – per non parlare dell’integrazione – sociale e ideologica genera sovente delle problematiche di fatto quasi insormontabili, mi è sembrato importante riaffermare l’identità culturale del nostro Paese, dando voce a quei variegati, favolistici e incredibili microcosmi che di essa sono parte fondante, quand’anche (e più spesso) misconosciuti. Il mio lavoro credo si ponga, in tal senso, come una piccola deriva per nuovi, susseguenti approdi mirati alla riscoperta di antiche e sempre nuove induzioni afferenti la Nostra straordinaria cultura, di cui io stesso da sempre mi nutro.
Titolo: Vagabolario. Viaggio miniato tra le leggende dei piccoli popoli delle isole linguistiche d’Italia
Autore: Francesco Severini
Casa editrice: Prospettiva Editrice
Data di pubblicazione: settembre 2016
Pagine: 264
Formato: brossura
Costo: 15,00 euro
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Sinossi: Il progetto Vagabolario nasce con l’intento di rendere plausibile il nesso tra la parola e l’immagine, il legame che scaturisce da vincoli intimi e giocosi mediante i quali è possibile dare ancora voce cristallina alla narrazione. Si tratta appunto di un viaggio miniato, un viaggio per immagini vivo di racconti nel racconto, tra le leggende di quelle che sono state (in certi casi anche giuridicamente) definite isole linguistiche esistenti in varie zone d’Italia, ciascuna virtualmente inscritta entro confini regionali, il più delle volte troppo angusti e per questo limitanti. Dove variegati sono i popoli che le costituiscono e le abitano, seppure persino misconosciuti, e tuttavia forti di un’energia straordinaria; quella che attinge, coniugandoli, sapere e attenzione alla vita. Il mio lavoro di ricerca intorno alle leggende di questi piccoli popoli è diretto ad una riscoperta, in molti casi una vera e propria scoperta, dei rimandi ad una tradizione che fonda le proprie radici nel tessuto letterario dell’oralità. Il fine: restituire loro una dignità culturale capace di rimarcare, elevandola, l’identità peculiare di ciascuno di essi. Ventuno, dunque, i popoli, tanti quanti le lettere dell’alfabeto italiano. Di qui l’idea di altrettanti capolettera da rendere quali miniature di un singolare vocabolario, il mio personale Vagabolario, appunto: una sorta di breviario laico che attraverso un ordine ben noto, dalla A alla Z, scandisca il tempo della narrazione.
Un libro che non si vede tutti i giorni, insomma. Per chiudere in bellezza, direi di dare un’occhiatina alle miniature all’interno, giusto per toglierci lo sfizio.
Capolettera “Q”, in cui è raffigurata la leggenda più strettamente legata al popolo dei Croati molisani.
Capolettera “G”, che rappresenta un mito molto vicino al popolo dei Greci di Calabria (conosciuti anche come grecanici).
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