Non sapendo cosa scegliere come lettura successiva, mi sono affidata al carissimo metodo bigliettini. Tre pescate, tre shakerate, tre volte lo stesso titolo, Novecento di Alessandro Baricco – da cui è stato tratto anche il film La leggenda del pianista sull’oceano, regia di Giuseppe Tornatore – consigliatomi caldamente da coloro che lo avevano già incontrato prima di me.

Non mi sono sbagliata, “incontrato” è il termine più adatto, dato che questo libro rievoca la vita di un uomo dal nome singolare, Danny Boodman T.D. Lemon Novecento, raccontata dal punto di vista del migliore amico che abbia avuto, trombettista nella band del Virginian, piroscafo su cui è nato durante il primo anno del XX secolo, abbandonato dalla madre sul pianoforte della sala da ballo, vero e proprio presagio, come l’equipaggio avrebbe scoperto otto anni dopo. Infatti, dal primo istante in cui si siede davanti allo strumento, il bambino dimostra di possedere un talento fuori del comune, facendo scaturire dai tasti una musica bellissima e mai ascoltata prima d’allora, grazie al quale si afferma presto come più grande pianista della sua epoca. Il tempo passa e dinanzi a lui sfilano migliaia di passeggeri, tutti ugualmente ammaliati dalle sue melodie, ma, a differenza loro, Novecento non scende mai dalla nave, neanche durante uno scalo, finché un giorno, inspiegabilmente, annuncia al suo amico che avrebbe messo piede sulla terraferma di lì a tre giorni.

Il mondo, magari, non l’aveva visto mai. Ma erano ventisette anni che il mondo passava su quella nave: ed erano ventisette anni che lui, su quella nave, lo spiava. E gli rubava l’anima.
In questo era un genio, niente da dire. Sapeva ascoltare. E sapeva leggere. Non i libri, quelli son buoni tutti, sapeva leggere la gente.

Non avevo ancora letto nulla di Baricco, per cui è stata una piacevole novità, assoluta nello scoprire che non si trattasse di un romanzo bensì di un monologo teatrale. Difatti, costituendo un atto unico, ricalca la struttura di una sceneggiatura, dividendo la parte dell’attore, la nostra voce narrante, dai blocchi delle indicazioni di scena. Grazie allo stile semplice, diretto, le parole sussurrate all’orecchio del lettore, si ha quasi la sensazione di trovarsi vicino al narratore, mentre riporta alla luce i ricordi che conserva di Novecento, uomo straordinario che è riuscito ad affermare la propria felicità in una vita fatta di limiti: camminare sul ponte della nave da prua a poppa; accarezzare ogni giorno gli stessi 88 tasti; comporre con le solite sette note, generando musica sempre diversa. E proprio quest’ultima, sua più grande ragione di vivere, diventa il mezzo attraverso cui può respirare un mondo che i suoi occhi non hanno mai sfiorato, arrivando dritta al cuore di coloro che l’ascoltano per carpirne le storie, appollaiatevi nel profondo, e cucirsele a doppio filo addosso, per esplorare luoghi mai visitati, percepire profumi e provare sensazioni a lui sconosciuti.
La decisione di scavalcare finalmente il proprio confine sta solo nella scelta di scendere o meno la scaletta del Virginian, di cui ovviamente non vi svelerò il responso, lasciandovi l’immagine di Novecento in piedi sul secondo gradino, nella speranza che prendiate in mano questo piccolo racconto, una manciata di pagine di un’emozione cristallina che racchiudono un’intera esistenza tutta da rivivere.

 

Valutazione:

 

Scheda libro 

Titolo: Novecento
Autore: Alessandro Baricco
Casa editrice: Feltrinelli
Pagine: 62
Data di pubblicazione: 13 ottobre 1994
Traduttore:
Genere: narrativa contemporanea
Costo versione cartacea: copertina flessibile: 6,50 euro
Costo versione ebook: 3,99 euro