Da qualche tempo non mi dedicavo al genere fantasy distopico, che apprezzo parecchio, quindi ho colto senza indugi l’occasione di leggere Fernweh, offertami gentilmente dall’autrice italiana Chiara Zanini.

A farmi propendere verso il sì è stata la particolarità del titolo, parola tedesca pressoché intraducibile che esprime la nostalgia verso luoghi lontani su cui non si è mai messo piede, lo stesso sentimento che pervade Jared e Eleanor, giovani abitanti di Murian, città grigia e tecnologica sovrastata da un’enorme Cupola oscurata, atta a proteggere i cittadini, detti CM, dall’ambiente esterno ormai letale per gli esseri umani. I due ragazzi provano l’intensa sensazione di essere diversi dagli altri CM, già a partire dal fatto di essere gemelli, oppressi dalle regole rigide cui sono sottoposti, dalla monotonia e dalla triste prospettiva di essere destinati a rimanere confinati lì per tutta la vita: uscire dalla Cupola è severamente proibito. Al di sopra di ogni altra cosa, sentono di non appartenere a quel mondo, memori delle storie raccontate loro da Mirna, testimone di come fosse la Terra prima che venisse squassata dai cambiamenti climatici che l’hanno resa invivibile, e, insofferenti a tutto ciò che li circonda, sfidano spesso l’autorità, incarnata dagli Agenti Governativi, gli AG.

Mirna spostò addolorata lo sguardo dall’uno all’altro: a parte il colore dei capelli, erano identici. Due facce della stessa anima. «Non è per questo che vi ho raccontato la mia storia.» disse, abbassando la voce a un sussurro. «Non per vedervi rovinare la vita davanti ai miei occhi.»
«Allora perché lo hai fatto?» eruppe Jared, alzandosi di scatto. «Ci hai insegnato com’era la Terra prima della Fondazione perché poi ce ne dovessimo dimenticare? Pensavi che saremmo diventati dei perfetti CM, che saremmo stati capaci di vivere come tutti gli altri, senza farci domande, senza tentare di cambiare le cose?»

Un giorno, dopo l’ennesima discussione con la nonna, Jared si addentra nelle vie della città, camminando senza meta, finché, inconsciamente, si ritrova davanti ai cancelli di Thanatos, quartiere degradato in cui sono costretti a vivere i Devianti, individui che hanno contravvenuto alla legge, considerati reietti senza possibilità di salvezza. E proprio qui, luogo in cui la speranza non conosce dimora, gli si para davanti l’opportunità di cambiare una volta per tutte il suo destino e quello di sua sorella.

Non avevo mai letto un distopico made in Italy e posso affermare che questo non mi ha delusa. L’ambientazione è un punto forte, futuro post-apocalittico in cui il pianeta Terra non è altro che un inferno fluttuante costellato di città ingabbiate nel vetro, unici porti franchi in cui l’uomo possa sopravvivere. Ma c’è un prezzo da pagare: la libertà, di azione, di pensiero, di essere semplicemente se stessi. A Murian, infatti, bisogna uniformarsi alle regole, arrivando a compiere le proprie scelte in base a ciò che prefiggono e a reprimere le emozioni che palpitano dentro ognuno, perciò viene annullata qualsiasi differenza con gli altri, tutti omologati e incolori, come la città asettica in cui sono costretti a vivere. La diversità, vittima del pregiudizio e della paura, in un certo senso, è disprezzata, malvista, ma, nonostante ciò, i nostri protagonisti, compenetrati alla perfezione nella storia che ruota loro attorno, hanno il coraggio di distinguersi. Due personalità forti, ribelli, dall’animo spigoloso che neanche l’oppressione di un’autorità asfissiante è riuscita a smussare, tratteggiate finemente dalla penna dell’autrice, che, con uno stile fluido e semplice e al contempo accattivante, ne incide le riflessioni e i canti del cuore sulle pagine. Non sono da meno gli altri personaggi, definiti a tutto tondo, tra cui emergono in special modo Jen, plasmata da un passato difficile e disposta a tutto pur di difendere coloro a cui vuole bene, e Gamil, sensibile a dispetto dei circuiti che scorrono come vene dentro di lui.
La trama è originale, ben congegnata e, nonostante un paio di passaggi che ho trovato piuttosto prevedibili (parere puramente soggettivo, sia chiaro), capace di guadagnarsi l’attenzione del lettore dai primi agli ultimi capitoli, in un crescendo di sorprese da togliere l’ossigeno.

Concludendo, sono davvero lieta di essere entrata in contatto con Fernweh e il piccolo grande universo che contiene. Non lasciatevelo sfuggire neppure voi.

 

 

Valutazione:

 

Scheda libro 

Titoli: Fernweh
Autori: Chiara Zanini
Casa editrice: Nativi Digitali Edizioni
Pagine: 249
Data di pubblicazione: dicembre 2014
Traduttore:
Genere: fantascienza
Costo versione cartacea:
Costo versione ebook: 3,22 euro (gratuito per gli iscritti a Kindle Unlimited)