Dopo un’avventura letteraria non troppo entusiasmante, rimasta delusa e affranta poiché non sono riuscita ad amare un libro appartenente al grande mondo prolifico del romance, genere che io prediligo particolarmente, titubante sull’affrontare una nuova richiesta, successiva alla lettura poco prima terminata, per paura di incappare in un’altra storia insoddisfacente, avrei voluto tuffarmi di testa in uno dei romanzi da me acquistati tempo fa, il primo di una lista di arretrati, infinita e in continua espansione. Eppure, attratta da una certa calamita, una forza opposta alla mia che inesorabilmente mi ha avvinta a sé, mi sono lanciata nuovamente allo sbaraglio, intraprendendo un viaggio chiamato È vero, è complicato odiarti, il primo romanzo della The Iron Series, scritto da Alissia Marv: posso confessare, senz’ombra di dubbio, di aver fatto bene a catapultarmi nelle vicende di Valentina e Luca, così semplici eppure straordinarie, causa di profonda tristezza e di euforica allegria, un’altalena di sentimenti che contrastanti mi hanno sballottata non poco, con immensa ironia, prendendosi gioco del mio povero cuore. Sì, non avrei potuto decidere in maniera migliore, riprendendomi così dal precedente abbattimento morale a cui ero stata soggetta mio malgrado.
Oggi sembra proprio uno dei soliti giorni di sempre. Come da normale amministrazione, la nostra protagonista si sta preparando per uscire e recarsi al posto di lavoro, un’azienda di grafica pubblicitaria dove Vale occupa una posizione importante, quella di referente a capo di un gruppo di quattro persone, individui precisi e ligi ai compiti che vengono loro assegnati, validi impiegati che rispondono alle richieste più di rilievo e gravose dell’ufficio, uscendone sempre vittoriosi, praticamente stacanovisti che sanno il fatto loro e sanno vendere i propri prodotti meglio di chiunque altro. Questa giornata, però, è da considerarsi decisamente differente. Cosa potrebbe mai esserci di diverso? Cosa mai potrebbe indurre la ragazza bionda occhi verdi a non rispondere alle avances esplicite di Mattia, il bellissimo uomo con il quale convive e che dovrebbe sposare di lì a breve, bocconcino appetibilissimo che, però, potrebbe portare effetti devastanti, tra cui, chiaramente, un ritardo che sarebbe meglio non adottare come biglietto da visita per presentarsi ufficialmente? Purtroppo, come sta capitando ormai da un po’ di tempo a questa parte, la crisi ha causato e continua a causare parecchi problemi a molte aziende, che, imperterrite, sperano, prima o poi, in un termine definitivo a questa tragica escalation, tirando, quindi, un sospiro di sollievo, permettendo a tutte quelle persone coinvolte di tornare a respirare normalmente, senza affannarsi nell’apnea delle conseguenze della recessione. Anche la ditta in cui lavora Valentina non è esente al cambio di rotta obbligato dalle circostanze sopra descritte. Infatti, è stata assorbita da una società imponente e rilevante che dalla sua sede centrale, in pratica, Da Milano con furore, ha inviato il nuovo capo e il suo braccio destro. Devono fare una buona impressione lei e i suoi colleghi: non sono contemplati sgarri che potrebbero mettere il loro posto di lavoro in cattiva luce. Se, però, la nostra protagonista scopre che una delle due new entry è niente popo di meno che Luca, il suo primo grande amore, o forse anche unico?, impossibile da scordare, inevitabile da rivivere incontrandolo in carne e ossa, forse quest’oggi risulta essere una giornata ancora più speciale di quanto preventivato.
Con un intrecciarsi di passato e presente, nuove e vecchie incomprensioni, situazioni odierne davvero imbarazzanti, da cui si vorrebbe tanto scappare, invano, prende vita È vero, è complicato odiarti, un romanzo che accompagna il lettore in un tour panoramico della vita di questi due ragazzi, permettendogli di comprenderli fin nel profondo, amarli e odiarli al contempo, facendogli vivere le emozioni travolgenti di cui questa coppia è la protagonista indiscussa.
Nella vita, può capitare di dover rinunciare forzatamente a qualche obiettivo che ci eravamo prefissati, sogni nel cassetto che avremmo voluto diventassero tangibili, tanto concreti da toccarli finalmente con mano, stritolandoli in una morsa d’acciaio non solo per non lasciarli più andare via, ma anche per renderci definitivamente conto dell’evidenza di avercela fatta, di essere riusciti, alla fine, nell’impresa di renderli veri e propri, non più soltanto utopie residenti nei nostri pensieri più nascosti, castelli in aria precari che da un momento all’altro avrebbero potuto crollare, senza lasciare traccia se non macerie su cui versare calde lacrime, ma ora dati di fatto impossibili da mettere in discussione, inconfutabili nella loro realtà cancellante qualsiasi caratteristica fantasiosa e fuori dagli schemi fattuali che li aveva identificati fino a poco prima. Quando la battaglia risulta essere troppo ardua per potervi anche solamente partecipare, figurarsi vincere, sbaragliando, quindi, tutti gli avversari che ci si parano davanti, quando ormai è chiaro che non ce la possiamo fare, data la mancanza dello stato d’animo necessario per rialzarsi, provando ancora e ancora, cercando in ogni modo possibile di non demordere, di non riporre le armi, di non darla vinta ai nostri nemici, vista la nostra incapacità nel riprovare a gettarci di nuovo nella mischia per tentare ulteriormente, sforzandoci laddove sappiamo di essere carenti, a questo punto, l’unica soluzione, il più delle volte, risulta essere desistere, lavarsene le mani, arretrando precipitosamente e voltando le spalle alla scena, cercando di scappare il più lontano possibile, senza guardarsi mai indietro per paura di cambiare idea, per timore di farsi convincere a non protrarre il nostro nuovo scopo, sapendo, forse, che sotto sotto non è la scelta più giusta per il nostro futuro, ma che al momento sembra rappresentare la decisione corretta per l’istante buio che stiamo vivendo.
E poi? Cosa succede in seguito all’aver abbandonato la meta primaria, riponendo, perciò, nel dimenticatoio qualsiasi ambizione legata ad essa? Anche se vogliamo ingannarci, ripetendoci che la nostra nuova e vera vita è iniziata esattamente col cambio di rotta, anche se ci confessiamo fin troppe volte che ormai è tutto superato, che adesso siamo davvero guariti, non è affatto così. Per un attimo soltanto, cerchiamo di essere sinceri con noi stessi, dopotutto ce lo dobbiamo. Diciamo tutto come sta davvero: stiamo adottando il classico ripiego, quello di cui dobbiamo accontentarci per non soffrire ulteriormente, per non affrontare il mondo reale, l’escamotage che per ora sembra farci comodo perché ci salva dal rifletterci allo specchio e vederci sul serio, sgretolando a suon di sguardi la maschera che avevamo costruito ad hoc per illuderci della normalità e della felicità ritrovate, in via apparente, distruggendo ogni fatica estenuante adottata per la costruzione di questa inedita figura, quella maschera che indossiamo ormai come una seconda pelle e che, nella sua finzione, cerca in ogni modo di rispecchiare la nostra persona, fallendo. Perché è inutile negarlo: vestendoci del falso rischiamo di annullare la nostra personalità, la vera indole che ci caratterizza, ferita nel profondo da quell’attimo fugace eppure definitivo, segnata dalle cicatrici di ciò che è stato, temprata dal tempo che scorre inesorabile, unico testimone del profondo errore che stiamo commettendo, non solo nei nostri confronti, ma anche nei riguardi di chi, invece, è estraneo a questo iter pericoloso e controproducente, quelle persone che ripongono una fiducia smisurata in noi, tanto da lasciarsi andare e, viste le promesse da noi elargite in parole e in fatti veri e propri, non credere possibile ciò che invece accadrà inevitabilmente.
Se ci riflettiamo bene, erano queste le due caratteristiche a mancarci assolutamente, nel passato. Da una parte cercavamo di affidarci, provando a porre le basi fondamentali per la creazione di un rapporto solido e duraturo, tentando di giocare gli assi nella manica per una causa che ci sembrava buona, che pareva essere la meta tanto ambita e sognata nel nostro profondo, offuscata, però, sempre e per sempre, da quella nebbiolina densa che identificava un decisivo pregiudizio nei confronti dell’altro, data la sua fama notoria in siffatti frangenti, farse che lo vedevano come principale protagonista, solista di monologhi maligni e senza ritegno, atti a infierire e ferire nell’intimo le sue prede, indifese creature in balia delle grinfie di qualcuno che molto probabilmente amavano. Dall’altro lato, la nostra ritrovata incapacità di comunicare con il prossimo precludeva risoluzioni immediate che sicuramente avrebbero semplificato le nostre esperienze, rese difficoltose e tragiche solo per questo nostro difetto, una mancanza che ci obbligava a chiuderci in noi stessi, isolandoci da tutto e da tutti, soprattutto da quella persona dalla quale volevamo fuggire, senza troppi problemi, senza alcuna paranoia, senza far notare la nostra presenza, o meglio dire, la nostra assenza. Cosa potrebbe mai conseguire al ritrovarci ora nello stesso contesto di quell’epoca ormai trapassata, su cui abbiamo messo una pietra sopra, sperando con tutto il cuore di averlo fatto davvero, in via definitiva? Adesso siamo cambiati. Abbiamo iniziato, da tempo, ad abbracciare un certo punto di vista lontano dalle vecchie abitudini, diametralmente opposto a quanto eravamo avvezzi. Non ci facciamo più trascinare dai sentimenti, coadiuvati perlopiù dalla tenera età che solitamente complica tali situazioni, ingigantendole a dismisura, portandoci così alla più totale esasperazione, esaurimento nervoso precoce che mai vorremmo vivere ma al quale, purtroppo, siamo costretti ad assistere. In che modo potremmo mai cambiare idea proprio ora, quando tutto sembra già scritto, deciso, organizzato? Sappiamo benissimo quanto la capacità intellettiva scema di fronte al vero sentimento, sciogliendosi come neve al sole. Nemmeno volendo, potremmo riuscire a non farci coinvolgere, a non provare nulla dell’affetto solamente sopito, custodito gelosamente dentro la nostra anima, dimentica di come si vive, di come ci si emoziona, in attesa di un ritorno di fiamma, vicino o lontano che sia, aspettando il momento giusto per rinvigorirsi e ritornare in auge, un’indole stranita di fronte a quell’amore che sembra vincere sempre, anche se all’inizio esso potrebbe presentarsi sotto forma di odio, quello più puro e deciso, sentimenti che rappresentano due entità agli antipodi, Poli Nord e Sud di ognuno di noi che procedono, però, a braccetto, a cavallo di uno stesso binario, la “strada” che indica la direzione giusta al nostro treno, forse in ritardo sulla tabella di marcia preventivata, ma in orario per amare incondizionatamente e lasciarsi andare. Finalmente.
È vero, è complicato odiarti è la storia di due ragazzi come tanti, sballottati dagli eventi che li allontanano, li avvicinano, facendoli incontrare, ma anche scontrare, provocando non poche emozioni in un lettore avvezzo al percepire i sentimenti scritti nella loro totalità, facendosi inebriare e permettendo loro di inondarlo, rivivendo ciò che legge in prima persona, amalgamandosi in un connubio perfetto con il panorama letterario nel quale si è inserito grazie alla penna di Alissia Marv. Nonostante in alcuni punti la narrazione sia leggermente frettolosa, soprattutto nei momenti meno significativi che fanno da ponte tra due istanti importanti sui quali la focalizzazione dell’autrice è perfettamente calibrata, situazione che potrebbe essere comunque risolta facilmente aggiungendo qualche periodo alla narrazione o inserendo dei salti di paragrafo per rendere più netto il passaggio temporale, il primo romanzo della The Iron Series risulta essere incalzante e accattivante, calamitando verso di sé il pubblico che incappa in questa avventura romance, afferrandolo e non lasciandolo più andare, insegnandogli che, dopotutto, non è mai troppo tardi per amare e lasciarsi ricambiare, senza riserve.
Scheda libro
Titolo: È vero, è complicato odiarti (The Iron Series Vol.1)
Autore: Alissia Marv
Casa editrice: –
Pagine: 254
Anno di pubblicazione: 2016
Traduttore: –
Genere: Romance
Costo versione cartacea: 8.31 euro
Costo versione ebook: 0.99 euro
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