Finalmente col nuovo anno, già decisamente avviato, torniamo con le recensioni di coppia, un esempio lampante di come un libro possa apparire “diverso” a seconda di chi lo legge. Quest’oggi ci occupiamo di una richiesta, fattaci mesi e mesi fa, di cui però parliamo solo ora: facciamo valere il detto Meglio tardi che mai, dai.
Cosa ne pensa Jackdaw
Sin da piccola il viaggio ha rappresentato per me un sogno, uno dei tanti che per ora rimangono relegati in un cassetto, insieme all’atlante e alle enciclopedie sfogliati per aprire una finestra su luoghi ai confini dell’immaginazione nella mia fantasia di bambina. Ancora oggi, guardando certe fotografie rimango a bocca aperta, chiedendomi come sarebbe poterli vedere con i miei occhi, camminarci, prendervi una boccata d’aria, senza mai soffermarmi però su cosa significherebbe viverci davvero. Ciò mi ha spinto ad accettare con piacere di leggere questa raccolta, un giro del mondo in trentaquattro racconti il cui protagonista non è un certo Phileas Fogg che fa una scommessa con i gentiluomini del suo club, ma altrettante donne italiane che hanno puntato unicamente su loro stesse, decidendo di mettere per iscritto le loro esperienze di viaggio con biglietto di sola andata quando si è presentata l’occasione, ovvero la formazione del gruppo Donne che emigrano all’estero. Ognuna con un bagaglio di partenza diverso, chi trascinando un baule colmo di dubbi e timore, chi reggendo con presa ferrea una valigetta traboccante di ambizione, chi invece portando a tracolla un borsone carico di aspettative, tutte con una sola vera certezza stretta tra le dita: la condizione di expat, l’essersi lasciate alle spalle la terra natale per costruirsi una nuova esistenza in un Paese che non è il loro, diventando straniere in casa propria, anche se inizialmente viene difficile definirla tale. Ragazze, mamme, signore in carriera catapultate in realtà spesso agli antipodi rispetto a quella dell’Italia, dove, nonostante gli affetti e le radici, molte di loro si sentivano oppresse, sottovalutate, senza futuro, determinate a trovare finalmente il proprio posto nel mondo, una motivazione che, prima mancante, può attecchire loro nel cuore, essa sia un lavoro, un amore sbocciato o la pace, la stabilità.
Sin dal primo racconto, sono rimasta colpita da come le protagoniste si siano aperte al lettore, spontaneamente, senza giri di parole, lo scorrere della narrazione simile a una bella chiacchierata l’uno di fronte all’altra, completamente libere nel descrivere il loro nuovo modo di vivere all’estero, soffermandosi su cosa le abbia portate a una scelta così forte e soprattutto sugli aneddoti che più le hanno segnate. Grazie alle testimonianze di queste donne, perle d’inchiostro provenienti da angoli sparsi per il globo, legate dal filo inossidabile del coraggio di buttarsi verso l’ignoto, ho potuto posare idealmente lo sguardo su ciò che i loro occhi vedono ormai ogni giorno, provando la stessa meraviglia nello scoprire usi e costumi a me sconosciuti – sono rimasta un tantino sconvolta nell’apprendere che in Scandinavia tengono i bimbi piccoli nei passeggini sui balconi, per esempio -, la medesima amarezza nel constatare quanto possa essere dura vivere in un Paese stravolto dalla povertà o dai pregiudizi, alimentando la mia curiosità di storia in storia, ognuna stillante la personalità della mano che l’ha scritta, palpitante per la felicità di poter essere sè stessa.
Per quasi trecento pagine, mi sono sentita anche io un’italiana nel mondo, scavalcando con la mente frontiere a migliaia di chilometri da me, o meglio, dal divano che mi ha fatto da tappeto volante, ed è un’esperienza che consiglio dal profondo.
Cosa ne pensa Lady C.
È la prima volta che mi capita di leggere un libro così realizzato. Donne che Emigrano all’Estero – Storie di Italiane nel Mondo è un’antologia di racconti, una raccolta di testimonianze di esistenza vera, realtà nuove che sono entrate di prepotenza nella sfera intima di 34 donne, differenti eppure simili con il destino di “expat” che le caratterizza, figlie di Eva che hanno avuto il coraggio e la forza sufficienti a prendere una valigia, riempirla di ciò che non volevano lasciarsi alle spalle per sempre e partire verso l’ignoto, una sorta di Isola che non c’è più raggiungibile e dietro l’angolo, non più a destra alla seconda stella e dritto verso il mattino, come il grandissimo cantante Edoardo Bennato ha insegnato, ma a portata di mano, di cuore, di carezza.
Questi stralci di vita rappresentano un viaggio a 360 gradi, dall’Est all’Ovest, dal Nord al Sud, un giro del mondo in cui le protagoniste sono unicamente le sensazioni, i bagagli emotivi che, in ogni occasione, le “expat” si portano appresso, fedeli compagni di un’esistenza che mai le abbandoneranno, alleati preziosi per esprimere a pieno ciò che alberga nei cuori di queste donne, temerarie eroine contemporanee in cerca di qualcosa, quella casa che permetterà loro, finalmente, di sentirsi davvero complete, rivelandosi come la parte mancante della mela, la metà che in Italia non avevano mai trovato prima e che probabilmente mai avrebbero scorto rimanendo ancorate al loro paese d’origine. Sono storie di rinascita personale, di riscatto nei confronti di un futuro che prima sembrava solamente incerto e nefasto, vicende permeate da una genuina curiosità verso le realtà culturali in cui le protagoniste di Donne che Emigrano all’Estero – Storie di Italiane nel Mondo si sono imbattute, accettandole a braccia aperte, facendosi accogliere e adottare da queste terre straniere delle quali sembrano essere sempre più parte integrante, sempre più vicine a queste concretezze ormai ritenute quotidiane e di routine, ambienti in linea con la loro indole, habitat naturali corretti in cui queste donne ritrovano, infine, sé stesse.
Cosa potrebbe spingere una persona a decidere di mollare tutto, famiglia, amici, relazioni, lavoro, averi, per partire allo sbaraglio verso una metà pressoché ignota, a scegliere, quindi, di cambiare la rotta della propria vita, cominciando una navigazione in acque ancora inesplorate, spinti da forze sconosciute eppure così imponenti da non riuscire a evitarne il richiamo? Una qualsiasi motivazione va bene poiché risulta essere esclusivamente il pretesto di realizzare un sogno nel cassetto che ora, solo ora finalmente, entra con la sua maestosità nel mondo reale, riportando nei cuori di queste donne la felicità che tanto volevano, la felicità che ognuna di loro, ognuno di noi, si merita. Appena, quindi, l’occasione arriva, senza preavviso, senza previsioni, senza alcun programma stilato minuziosamente, è impossibile non accoglierla con enorme trasporto e lasciarsi condurre dall’entusiasmo della sua onda, permettendole di rapirci, non ostacolandola in alcuna maniera, nessuna resistenza da opporre, ma solo la voglia di lanciarsi nel vuoto, avventura dove il paracadute non è previsto, ma nella quale la speranza di non farsi male atterrando deve essere radicata nell’animo e nel cuore, avendo fiducia nel Nuovo Mondo a cui siamo destinati davvero.
Una volta sbarcati in quella terra ricca di misteri, scrigno ricolmo di esperienze nuove nel bene e nel male, posto di incontri con individui uguali a noi eppure diversi nelle loro particolarità intrinseche e peculiari, lì i lupi di mare, a cui noi ci siamo uniti, si ritrovano catapultati in una nuova realtà, dove, per poter sopravvivere, per non perdersi per strada, per non rallentare il tempo, per non essere d’impaccio a chi ci circonda, adattarsi è l’unica alternativa, il solo salvagente che ci permette di stare a galla là dove l’acqua è profonda, rischiando di sorprenderci con le innumerevoli trappole nascoste, tranelli il cui scopo è quello di farci affondare negli abissi più bui, rimanendo così intrappolati fino a quando una mano amica non ci tirerà fuori, riportandoci alla luce del sole. Quando si incontra per la prima volta una cultura diversa dalla nostra, usi e costumi che svelano atteggiamenti mai adottati nella nostra vita per ovvie ragioni, non possiamo voltare le spalle a ciò che siamo stati, dimenticandoci quindi da dove veniamo, cestinando senza pensare alle conseguenze il nostro passato, gettando una pietra sopra le nostre origini, ma non abbiamo nemmeno il diritto di imporci sulla realtà che ora abbiamo di fronte, quella nuova vita che ci accoglie a braccia aperte, in una calorosa morsa stritolante, biglietto da visita che ricorderemo per sempre. Lo scopo del viaggio, infatti, non è perdersi, dimenticare chi si è stati per lasciare “spazio” al nostro nuovo io, ma è ricominciare da dove siamo arrivati, quel punto dal quale non ci potevamo più smuovere rimanendo in Italia, nonostante la buona volontà, nonostante la forza e il coraggio di continuare, riprendere da quel limite che la nostra patria ci imponeva, soffocando non solo noi ma anche tutto il nostro potenziale e la nostra speranza verso un presente migliore di quello che già avevamo, quel regalo custodito gelosamente, fino ad allora, dai sogni. Le ali che ormai ci rassegnavamo a vedere tarpate ora sono dispiegate, nella loro interezza e maestosità, aperte verso un cielo non sempre limpido e permeato dai raggi caldi e ristoratori del sole, ma, nonostante alle volte si presentino, senza preavviso, delle nuvole nere a oscurare la distesa cristallina, sebbene siamo consci che possano manifestarsi i fenomeni atmosferici più violenti, la libertà raggiunta con tanto sforzo non ci verrà sottratta così facilmente, senza quindi lottare con tutto ciò di cui abbiamo disponibilità, con tutto quello in nostro potere, pur di non vedere infranti i nostri progetti futuri, programmi che ci eravamo prefissati, subito dopo l’arrivo nel luogo che adesso chiamiamo casa. Perdere la bussola, dopotutto, non rientra nei nostri obiettivi, i punti di riferimento verso cui noi siamo orientati, i nostri desideri che si possono realizzare, ma solo con la giusta dose di tenacia e di ostinazione, atteggiamenti nei riguardi della realtà necessari per poter riuscire in qualcosa, per poter giungere dove vogliamo, in quel luogo ove sicuramente troveremo un altro tassello della nostra anima in fibrillazione, del nostro cuore palpitante, del nostro amore folle per la vita vera.
Guardare avanti è giusto, ma bisogna sempre ricordare il sito nel quale riposano le nostre radici, quell’Italia che, nonostante gli alti, la cui mancanza si fa sentire ogni giorno che passa, e i bassi, da cui siamo voluti scappare per sempre, riposerà nel nostro cuore, fortezza dove ristagnano i ricordi, rimembranze dolce amare del Bel Paese, un paradiso e un inferno insieme, ossimoro di una vita ormai passata, tramonto di una realtà che comodamente dalla nostra nuova casa osserviamo, senza alcuna frenesia, senza quella fretta che sembrava caratterizzarci in precedenza, ma puntando il nostro sguardo, ormai sereno, verso lo Stivale, con la tranquillità e la serenità ritrovate, finalmente in comunione con noi stessi.
Scheda libro
Titolo: Donne che Emigrano all’Estero. Storie di Italiane nel Mondo
Autori: AA. VV.
Pagine: 292
Data di pubblicazione: 22 settembre 2015
Traduttore: –
Genere: Letteratura di viaggio
Costo versione cartacea: 13.98 euro
Costo versione ebook: 5,99 euro
2 Marzo 2017 at 1:44
Bello come i punti di vista messi a confronto ❤️
2 Marzo 2017 at 1:49
Penso sia un buon metodo anche per conoscersi e capire come ognuno di noi ragiona di fronte a una determinata lettura 😀 Grazie per essere passata <3
3 Marzo 2017 at 12:28
Ragazze, complimenti! È interessante leggere i punti di vista di entrambe, vedere come riflettete sulle tematiche descritte. Le parole hanno un grande potere e voi sapete come sfruttarle, ancora complimenti. Questo è un grande libro che dovrebbe essere consigliato anche nelle scuole. Continuate così!
3 Marzo 2017 at 15:14
Grazie Anaëlle 🙂 A nome di entrambe! A volte capita di sproloquiare troppo, soprattutto a me… Tuttavia, credo sia il minimo per rendere giustizia a determinati testi! ^_^ Le parole vengono fuori… È impossibile non lasciarle uscire 😉 <3