Magnus Bane – letteralmente “grande rovina”- è il nome che un ragazzo decise di usare dal giorno in cui accettò la sua natura di stregone, considerata da lui stesso una vera e propria disgrazia inizialmente, qualcosa per cui aveva perso tutto ciò che aveva.
Qualche tempo dopo, o meglio qualche non ben precisato secolo dopo, lo ritroviamo in qualità di Sommo Stregone di Brooklyn con lo stesso aspetto e lo stesso nome, in un certo senso ora motivo di orgoglio visto che effettivamente qualcuno lo considera una sorta di catastrofe ambulante, anche se, dal canto mio, l’unica scelta vagamente discutibile da parte sua è quella di usare un conturbante ombretto glitter viola agli occhi. Ma non vi sto parlando di lui solo perchè sono una sua grande fan: egli è infatti il protagonista di questo libro, come i più perspicaci di voi avranno potuto dedurre dal titolo.
Le Cronache di Magnus Bane è uno spin-off della saga urban fantasy Shadowhunters di Cassandra Clare, scritto in collaborazione con Maureen Johnson e Sarah Rees Brennan, composto da undici racconti che approfondiscono episodi della vita dello stregone accennati in modo velato nella serie principale e nel prequel Le origini o che semplicemente ne arricchiscono la storia. Infatti, nonostante appaia in entrambe come personaggio di una certa importanza, del suo passato non viene svelato molto, rimanendo nebuloso e contribuendo a incuriosire ancora di più sulla sua eccentrica figura.
Le vicende narrate spaziano per quasi tre secoli e migliaia di chilometri, dal Perù del XIX secolo, in cui nelle peripezie di Magnus sono coinvolti un tappeto, un porcellino d’India e una specie di liuto, alla Londra Vittoriana, tra nuove speranze e vecchie conoscenze, fino alla New York dei giorni nostri, in cui si divide tra evocazioni di demoni irritanti e l’aspettativa di riuscire a trovare qualcosa che riesca a meravigliarlo nonostante le sue tante vite già in qualche modo vissute.
Pur essendo tutti diversificati tra loro, i racconti sono legati da un filo comune: quello dell’amore, in tutte le sue forme possibili. La visione di Magnus Bane su questo sentimento è quella che risalta maggiormente leggendo e la domanda che sorge spontanea è: cos’è l’amore di fronte all’eternità? Un attimo mortale direi, effimero.
L’amore non supera ogni cosa. L’amore non dura per sempre. Tutto ciò che hai può esserti sottratto, e l’amore può essere l’ultima cosa che ti resta, ma anche quella può esserti tolta.
>Sono parole che portano a riflettere, mio malgrado mi hanno quasi rattristata.
Trovare il vero amore in un mortale per uno stregone, immortale, nonostante la felicità che ciò porti, può rivelarsi una terribile fatalità perchè si ha la consapevolezza che quella persona, a un certo punto della tua eterna vita, ti sarà strappata dalle braccia senza poterci fare niente, lasciandoti solo il vuoto della perdita. E innamorarsi di una persona destinata all’eternità può sembrare una prospettiva migliore, ma il “per sempre” non è poi così prevedibile, soprattutto se intendi passarlo con un vampiro bello quanto spietato. Magnus sarà anche uno stregone e avrà avuto e avrà ancora in futuro decine di storie, ma neanche uno stregone ha abbastanza potere da riuscire a riparare un cuore spezzato, a maggior ragione se quel cuore è il suo. Comunque per il momento non pensiamoci troppo, dopotutto attualmente l’abbiamo lasciato in buone mani.
Ma nel corso de Le Cronache lo stregone si ritrova a essere anche spettatore delle gioie e dei drammi altrui, come nel caso di Raphael Santiago, che con estrema determinazione (caratteristica che mi ha portato ad ammirarlo più di quanto non avessi fatto nella serie principale) porta avanti una personalissima crociata di sofferenza pur di non perdere l’amore dei suoi cari, l’unico credo che gli è rimasto. O le vicende di Edmund Herondale, che decide di rinunciare alla propria natura per non lasciare qualcosa che gli sta altrettanto a cuore. E in questi momenti, Bane è sempre presente a offrire il suo aiuto, anche quando non è richiesto o quando questo vada contro ogni buonsenso.
Infatti, ciò che mi ha colpito più di ogni altra cosa di questo personaggio non è l’ironia accattivante che lo caratterizza, neanche il suo ineccepibile gusto in fatto di moda -chi avrebbe mai da obbiettare riguardo a un paio di bretelle smeraldine en pendant con i risvolti di giacca e pantaloni? – nè tantomeno il suo eclettismo, ma la sua umanità. A mio parere, in tutta la saga di Shadowhunters, Magnus Bane è il personaggio più umano che c’è, nonostante molti lo trattino come se non lo fosse in certi casi a causa del sangue di origine demoniaca che lo rende stregone, razza che, come quelle degli altri Nascosti, veniva considerata inferiore dagli Shadowhuters, coloro che detenevano il potere nel Mondo Invisibile. Come afferma lui stesso, egli ha un debole per le anime perse, non riesce a fare a meno di farsi coinvolgere, rischiando anche di mettere a repentaglio la sua stessa vita in certi casi. Questo perchè crede fermamente che ogni creatura abbia un’anima e per questo meriti la possibilità di essere salvata. Dopotutto, sotto a tutti quei glitter e alle magliette con scritte in pailettes, batte un grande cuore generoso e di questo non ho mai dubitato.
Nonostante Magnus sia il protagonista e tutti i racconti siano narrati dal suo particolarissimo punto di vista, contraddistinto da un altrettanto particolarissimo concetto di modestia, anche gli altri personaggi sono ben delineati. Se avete letto la serie principale e il prequel (cosa che mi auguro, altrimenti sarebbe uno spoiler unico), molti di loro li avrete già incontrati e in questo romanzo vengono svelati retroscena anche sul loro passato, in qualche modo intrecciato a quello dello stregone.
Per quanto riguarda la parte tecnica, sono mantenuti lo stile fluido e il linguaggio chiaro e contemporaneo che caratterizza la saga nella sua interezza. L’unica cosa che non mi ha convinta del tutto sono stati i primi due racconti che, pur essendo divertenti, a tratti fin esagerati, mancano della profondità che invece mano a mano si riscontra dal terzo racconto in avanti. Leggendo ho notato la differenza, ma ciò non è che una minuzia.
Tirando le somme, se prima il personaggio di Magnus Bane mi piaceva, ora lo adoro, decisamente. Riempie letteralmente le pagine, rendendo il libro qualcosa da leggere assolutamente se si vuole scoprire qualcosa in più di questa affascinante figura.
Di seguito le parole che ho trovato più emozionanti in tutto il romanzo, una sorta di mantra se volete, qualcosa da tatuarsi bene nella mente:
Per amore si può rinunciare a tante cose, ma nessuno dovrebbe mai rinunciare a se stesso.
Credetegli. Magnus Bane non l’ha mai fatto.
Scheda libro
Titolo: Le Cronache di Magnus Bane
Autore: Cassandra Clare, Maureen Johnson, Sarah Rees Brennan
Casa editrice: Mondadori
Pagine: 501
Data di pubblicazione: 11 novembre 2014
Traduttore: M. Bastanzetti, M. Carozzi
Genere: fantasy
Costo versione cartacea: 18,00 euro in copertina rilegata e 13,00 euro in copertina flessibile
Costo versione ebook: 1,99 euro al racconto (sono disponibili solo singolarmente)
17 Marzo 2016 at 22:35
Lo comprerò e lo leggerò sicuramente. Promette bene!
17 Marzo 2016 at 22:40
Anche io sono tentata, lo ammetto. La saga Shadowhunters mi manca… Dovrò rimediare 😉
17 Marzo 2016 at 22:43
Fatelo e non ne rimarrete deluse 😀
17 Marzo 2016 at 23:00
La lista di libri da leggere si allunga sempre più… Chi l’avrebbe mai detto! 😉
21 Marzo 2016 at 17:00
Bellooo mi ispira molto!! Ma prima devo leggere la saga completa…aspetto recensioni 🙂
21 Marzo 2016 at 17:14
Tutta la saga è molto bella, te la consiglio vivamente 😉 Recentemente tra l’altro è uscito Signora della mezzanotte, proseguimento della serie! Di quello la recensione arriverà di certo 😀
21 Marzo 2016 at 17:38
Prima o poi ci arriverò ahahah 🙂