Settimana decisamente ricca sotto il profilo delle novità libresche fresche di stampa, infatti, in vista del mega – e intendiamo proprio MEGA – articolo della rubrica Tra gli scaffali con… di mercoledì prossimo, apriamo oggi le danze con una serie di titoli molto interessanti, fra ritorni illustri ed esordi promettenti.
Uscite del 29 gennaio
La vita dispari di Paolo Colagrande
La «vita dispari» è quella che – ridendo di noi stessi – conduciamo tutti noi a qualsiasi età quando tentiamo di indovinare la parte mancante delle cose. Buttarelli legge il mondo come un libro a cui mancano le pagine pari o, se ci sono, rimangono indecifrabili. La sua vita, oscurata per metà e ristretta nello spazio elementare di una stanza e di una strada, è un tragicomico susseguirsi di inciampi e di intuizioni, di vessazioni e di casualità. Quando Buttarelli scompare – e intorno alla sua figura si crea un alone di mistero – non resta che raccogliere, per tentare di fare un po’ di chiarezza o forse per aumentare la confusione, la testimonianza del suo amico nullafacente Gualtieri. Ecco che allora si snoda una trama di malintesi e incastri rovinosi, sempre all’insegna del paradosso: la silenziosa guerra con la preside Maribèl, la passione per Eustrella, il fidanzamento simultaneo con otto – otto – compagne di scuola, gli strambi insegnamenti esistenziali impartitigli dal padre putativo, il matrimonio con Ciarma, l’infatuazione per una certa Berengaria.
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Mountolive di Lawrence Durrell
Terzo capitolo del Quartetto d’Alessandria, Mountolive è l’unico che Durrell abbia scritto con l’apparenza di un romanzo naturalistico, con tanto di narratore onnisciente. E infatti sembra che tutti i dubbi lasciati aperti nei due libri precedenti vengano finalmente chiariti: abbiamo la sensazione di avere un nuovo e più veritiero quadro degli intrighi erotico-politici nati con Justine e arricchitisi di nuove prospettive con Balthazar. Tra le splendide rose dei giardini di Alessandria e le sue atmosfere sensuali tutto quello che pensavamo di aver capito fino a ora, o di non avere capito, viene sapientemente raccontato di nuovo in modo più chiaro, obiettivo, convincente. Ma forse l’improvvisa luce che prendono le vicende ci condurrà a un più profondo spiazzamento.
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L’assassinio del Commendatore. Libro secondo di Haruki Murakami
Nella casa in mezzo al bosco che fu l’abitazione e l’atelier di Amada Masahiko, il grande artista autore del misterioso quadro L’assassinio del Commendatore, vive ormai da qualche mese il giovane pittore protagonista di questa storia. La dimora è sperduta, ma non del tutto isolata: nel primo volume, Idee che affiorano, avevamo conosciuto Menshiki, un vicino ricchissimo e sfuggente mosso da motivazioni solo a lui note. O la piccola Akikawa Marie, studentessa del corso di disegno tenuto dal protagonista, che per una volta sembra abbassare le difese e stringere un legame profondo col suo professore. Per non parlare del Commendatore stesso… Con Metafore che si trasformano si conclude L’assassinio del Commendatore. Come un mago al culmine del suo potere incantatorio, Murakami Haruki dà vita a un intero universo (a più di uno, a dire il vero…) popolato di personaggi, storie e enigmi che hanno la potenza indimenticabile dei sogni più vividi. Ma non è solo il gusto per il racconto a muoverlo: una volta giunto al termine di questo viaggio visionario, il lettore si scopre trasformato come i personaggi di cui ha letto le avventure, esposto, quasi senza averne avuto consapevolezza, al cuore pulsante della grande letteratura. L’assassinio del Commendatore, a quel punto, inizia a svelare i suoi mille volti: una riflessione, molto realistica (e attuale), sulle ferite della storia, sulla colpa e la responsabilità. Una terapia per sopravvivere ai traumi. Una guida pratica per orientarsi nel mondo delle metafore. Ma anche un racconto fantastico sui mostri che ci divorano dall’interno, sulle paure che ci sbranano nella notte dell’anima; e su come, quei mostri, possiamo vincerli: prendendoci cura di chi arriverà dopo di noi.
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Il viaggiatore di Ulrich Alexander Boschwitz
Pubblicato per la prima volta in Inghilterra nel 1939, Il viaggiatore cade nell’oblio per ottanta anni. Nel 2018 diventa un caso letterario internazionale. Otto Silbermann sta negoziando con un conoscente la vendita del suo elegante appartamento di Berlino quando alla porta di casa risuona un colpo secco seguito da un ordine: «Apri, ebreo» intima una voce. È il 10 novembre 1938, il giorno dopo la Notte dei Cristalli: i pogrom organizzati dal regime nazionalsocialista sono iniziati e Silbermann, ricco e stimato commerciante ebreo tedesco, sguscia fuori dalla porta di servizio, incontrando il suo destino di fuggiasco. «Berlino – Amburgo, pensò. Amburgo – Berlino. Berlino – Dortmund. Dortmund – Aquisgrana. Aquisgrana – Dortmund. E forse sarà sempre così. Adesso sono un viaggiatore. In realtà sono già emigrato, sono emigrato nelle ferrovie del Reich.» Succede proprio questo, Silbermann trascorre una settimana intera sui treni, sa di essere in trappola, ma non gli è possibile fermarsi o smettere di cercare un riparo. Esule in patria, uomo sopraffatto, emblema di tutte le anime rifiutate costrette a soccombere al meccanismo della paura, ora è nient’altro che un «insulto con due gambe». Il viaggiatore è il quadro, realizzato con drammatica lucidità, delle conseguenze della Kristallnacht, il romanzo di un giovanissimo scrittore – Ulrich Boschwitz aveva poco più di vent’anni – che ebbe il dono tragico della preveggenza e descrisse in presa diretta il crollo di ogni legge di umana convivenza.
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Il risolutore di Pier paolo Giannubilo
Col tempo sarebbe giunto a pensare di poter fare tutto ciò che voleva senza doverne rispondere a nessuno, e avrebbe finito col prenderci gusto. Due vite. Più nomi di quanti un uomo possa ricordare. Un bagaglio pieno di segreti inconfessabili. Per oltre vent’anni, la storia di Gian Ruggero Manzoni – pronipote di Alessandro e cugino dell’irriverente Piero – è stata una messinscena dai toni tragici, un buco nero da cui nessuno sarebbe potuto uscire vivo. Figuriamoci raccontarla. Fino all’incontro con Pier Paolo Giannubilo, un’onda d’urto da cui è nato questo romanzo, il ritratto impietoso e intimo di un uomo qualunque con un cognome fatale che ha saputo fare di sé, del bambino Palla di grasso bullizzato dai coetanei a Lugo di Romagna, un’inspiegabile leggenda. Ruggero firma ogni suo gesto con l’inchiostro dell’eccesso, dannato e insieme eroe, fuori da ogni schema e per questo irresistibile, sempre disposto a tutto pur di restare umano. Giannubilo ci racconta ciò che dell’altro gli fa più paura come se si stesse guardando allo specchio, mettendo a nudo le contraddizioni che rendono unica una vita. Nelle sue pagine la grande Storia abbraccia la vicenda avventurosa di un irregolare fino a rendere impossibile riconoscere dove finisca l’una e inizi l’altra. Ed è questo il punto esatto dove si fa letteratura.
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Il viaggiatore di Ulrich Alexander Boschwitz
Everett, Stato di Washington, 1980. Venus Black è una brillante ragazzina di tredici anni che vuole diventare la prima donna americana ad andare nello spazio. Ha ottimi voti a scuola, capelli ricci e nerissimi e due grandi amori: l’astronomia e il suo fratellino autistico Leo. Una fredda sera di febbraio, la vita di Venus però viene sconvolta: la ragazza si macchia di un crimine gravissimo che segna per sempre il suo destino e quello della sua famiglia. Venus, in attesa di processo, viene rinchiusa in un carcere minorile, ma rifiuta di difendersi, di spiegare; si limita a gridare tutta la sua rabbia contro sua madre Inez. Nel frattempo, Leo sparisce nel nulla e Venus crede sia colpa sua, ma dalla prigione non può far niente per cercarlo. Sei anni dopo, la ragazza esce dal riformatorio di Echo Glen: l’adolescenza è ormai perduta, le restano soltanto i suoi inconfondibili capelli ricci, una valigia di vecchi vestiti, un’identità falsa e la determinazione di scappare dal suo passato. Senza più alcun contatto con la madre, né notizie del fratello, decide di ricominciare da zero a Seattle, sempre tenendosi ai margini, diffidente e solitaria. Tuttavia nuovi incontri sfiorano l’orbita di Venus, un’amicizia, e forse perfino un amore. Ma riaffiorano anche le antiche ferite, che, nonostante la forte volontà della ragazza di dimenticarle, rimangono ancora aperte. Venus non potrà mai trovare un futuro finché non farà i conti con il suo passato, con se stessa e con la verità che più la tormenta: che cosa ne è stato di Leo?
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Uscite del 30 gennaio
La donna perfetta di Magda Stachula
Una fitta rete di bugie, tradimenti e ossessioni intrappola i protagonisti di questa suspense mozzafiato, per tutti gli amanti de La ragazza del treno e L’ amore bugiardo.
Bella, colta, indipendente, Anita ha trent’anni e una vita apparentemente perfetta. Finché il suo matrimonio con Adam non entra in crisi: i due non riescono ad avere un figlio, e poco a poco quello che per Adam è un desiderio, per Anita diventa una vera e propria ossessione. Lavorando su internet, Anita non esce quasi più di casa e passa le giornate cercando online giocattoli e vestitini per il suo bambino. Bambino che però, nonostante le cure per la fertilità consigliate dalla ginecologa, continua a non arrivare. La sua unica distrazione ormai è spiare il mondo esterno attraverso l’occhio delle webcam situate nelle varie città. Intanto Adam, esasperato dagli sbalzi di umore e dagli improvvisi scatti di rabbia della moglie, passa sempre più tempo fuori casa e cerca consolazione altrove.
Finché nell’appartamento cominciano a succedere cose strane… Anita trova un vestito nell’armadio che non ricorda di aver mai avuto: è sicura che non sia suo. E di lì a poco, nella sua borsa, compare un rossetto. A chi appartengono quegli oggetti? Suo marito ha portato in casa un’altra donna? Oppure è tutto frutto della sua paranoia, come sostiene Adam? Sta impazzendo, o davvero qualcuno sta tentando di insinuarsi nella sua vita facendo leva sulle sue insicurezze?
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Uscite del 31 gennaio
Il fregio della vita di Emilio Jona
Un romanzo che, muovendosi nel solco della tradizione mitteleuropea, si svolge tra il 1934 e il 1938 tra Vienna e le montagne del Grossglockner, tra l’assassinio di Dollfuss e l’annessione dell’Austria al Terzo Reich, ed è basato su tre personaggi: un marito, una moglie e un nano.
Inizia con la dolente elaborazione letteraria delle proprie vicende matrimoniali narrata da uno dei protagonista, ormai ottantenne, a un passante, occasionalmente incontrato su di una panchina del lungo lago di Bregenz. Un personaggio chiave che diventerà custode delle storie sentimentali dei due coniugi.
Lui, il marito, è un uomo controverso e tormentato, gelosissimo della sua sposa. Lei, ebrea, è alla scoperta della sua dirompente sessualità. La loro storia è sfaccettata, con pennellate che ricordano la complessità, ma anche la violenza, della pittura cubista. Entrambi sono dominati dai propri demoni e come tali ciechi a quanto si prepara nell’Austria che sta covando il nazismo.
Si tratta di un viaggio nel passato, tra le luci e le ombre del proprio io e dei propri idoli, un passato che riemerge come un fiume carsico in piena, limaccioso e pieno di detriti, che deborda e invade il presente, un passato che non è più un passato, ma solo una dimensione del presente.
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La claque del libro di Ambrogio Borsani
Abbandonato l’utero dello stampatore il libro si trova di fronte la spaventosa giungla del mercato. Editori rivali, eserciti di concorrenti, scrittori invidiosi, cecchini della critica, influencer malevoli. E su tutti domina il nemico mortale: l’indifferenza del mondo. Contro questi pericoli l’editore provvede a sostenere alcuni dei nuovi nati con squadre di promotori, uffici stampa, agenti pubblicitari.
La claque del libro ricostruisce la storia delle promozioni editoriali nei secoli. A cominciare da Peter Shöffer, collaboratore di Gutenberg che nel 1469 per primo ebbe l’idea di stampare un foglio con diciannove titoli e di affiggerlo ai muri.
Il libro di Ambrogio Borsani ripercorre le tappe fondamentali delle operazioni di sostegno al libro intrecciandole con la storia della pubblicità. Da Shöffer a Renaudot, primo teorico dello scambio. Da Parmentier a Diderot, infaticabile promotore dell’Encyclopédie. La grande stagione dei manifesti, da Chéret a Depero. Si ricostruiscono le case-histories di lanci clamorosi come quello di Fantomas, l’esempio più sorprendente di marketing tra i libri seriali del primo Novecento, e altri eventi straordinari come Via col vento e Il Piccolo Principe. Storie di grandi scrittori come Mark Twain, Hemingway e Steinbeck che si prestavano volentieri alla pubblicità. Un viaggio tra grandi successi e tonfi paurosi, fino a osservare il libro al tempo dei social. Follower, influencer, like, stroncature, cuoricini, emoticon ammiccanti o dispettosi, incensi e veleni della rete. Dai metodi inflazionati di promozione che promettono a tutti un grande successo al singolare caso di Rupi Kaur, astuta regina della poesia social. La storia del libro come racconto appassionante di splendori e miserie del mondo editoriale.
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N.B. La maggior parte dei titoli elencati uscirà sia in cartaceo che in ebook, ma alcuni per ora saranno disponibili solo nell’uno o nell’altro formato.
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