Con un piccolo cambiamento di programma, oggi sancisce la quinta tappa della rubrica mensile Tris di Consigli, una piccola parentesi letteraria che condivido con due mie colleghe e amiche blogger, Mara di Romance e altri rimedi e Susy de I miei magici mondi: siete pronti a ulteriori tre consigli che vi illumineranno il mercoledì pomeriggio?

Nell’appuntamento odierno, si coglie l’occasione per menzionare tre serie o saghe che hanno rapito il nostro cuore, escursioni tra pagine e inchiostro che hanno radicalmente cambiato la nostra anima, proiettandoci, per un lasso di tempo più dilatato del solito, in mondi diversi e magici dove pernottare per qualche notte e vivere nei panni di altri.

Considerato ormai un fenomeno globale che è riuscito a plasmare generazioni su generazioni, inducendole a un amore viscerale verso una realtà di fantasia a cui legarsi diventa inevitabile più ci si addentra nei suoi meravigliosi e intricati meandri, la saga di Harry Potter rientra di diritto nelle mie preferenze fantasy in assoluto: la creazione di J. K. Rowling rappresenta una casa accogliente nella quale sentirsi sempre nel posto giusto in ogni momento, un rifugio famigliare dove il tempo non passa mai senza una risata o una pacca fraterna sulle spalle rigide, un luogo in cui ingollare Gelatine Tutti i Gusti + 1, incrociando le dita affinché la dea bendata non ci spinga a pescare sapori raccapriccianti, qualche Cioccorana, sperando che la signorina non salti subito via e che la figurina al suo interno non sia il classico doppione guastafeste, e una buonissima Burrobirra, che la sottoscritta ha potuto provare davvero in un pub a tema nei dintorni del suo paesello, è un’avventura senza pari.

 

Pepper Winters è un mito.
Dopo aver divorato cinque libri su sette della serie dark romance Il debito, posso affermare con facilità, a mani basse, che la mia tesi di partenza è di sicuro esatta. La storia di Jethro e Nila ha tutte le carte in regola per sconvolgervi nel profondo, facendosi largo nella vostra anima a suon di graffi di pantera con artigli acuminati e scalciate di stallone desideroso dell’infinita libertà poco degustata: abbiamo adrenalina, per la quale il sangue nelle vostre vene ribollirà come una pentola a pressione raggiunta la temperatura giusta; abbiamo passione travolgente, forza distruttiva che logora una volta e fortifica la seconda; abbiamo vendette antiche e nuove che portano con sé il timore di violenze gratuite e ben indirizzate affinché la guerra tra parti finisca davvero; e abbiamo intensità, una valanga di emozioni che non potrete fare a meno di provare, anche se sapete di non aver mai percepito in voi la sensibilità necessaria a una simile reazione.

 

Quando scoprii per caso il capolavoro di animazione realizzato dal maestro giapponese Hayao Miyazaki, non sapevo dell’esistenza del libro omonimo a cui Il castello errante di Howl è ispirato, pensando, erroneamente, che, invece, incarnasse una creatura a sé con un passato in definitiva non letterario.
La trilogia di Diana Wynne Jones colpisce per la dolcezza spensierata e la visibile ironia che animano le sue pagine fruscianti, costituendo delle fondamenta sicure per una salda e robusta struttura di base: ai due personaggi principali conosciuti molto bene dagli appassionati della storia, si aggiungono altri ignoti individui capaci di riempire gli spazi lasciati inevitabilmente vuoti, piccoli buchi di trama che, sulla carta segnata dall’inchiostro, trovano il posto a loro destinato, tasselli di un puzzle che aggiungono ulteriori elementi per approfondire un racconto già visto eppure mai esplorato fino in fondo, verso le sue capacità più intrinseche.