Mentre sono in viaggio per festeggiare un giorno prima del previsto il mio trentunesimo compleanno -ebbene sì, domani divento più vecchiarella (?) di quanto non sia già, però non fatemi ancora gli auguri perché, se non sbaglio (in caso, Susy, correggimi che tu sei l’esperta!), dovrebbe portare sfortuna anticipare l’occasione a parole; quindi, onde evitare di aggiungere ulteriore iella a quella che mi circola da tempo immemore in corpo (e continuerà a farlo indisturbata, temo, poiché, dopotutto, un po’ mi ci sono affezionata), fate finta che non vi abbia detto nulla! Anzi, focalizzatevi su dove sto andando, e cioè a Gardaland! Per chi non lo sapesse, è un parco divertimenti veneto a cui non vado da qualcosa come una decina d’anni: sarà un trauma in positivo per me, mio fratello e, rullo di tamburi, mia madre, ma vi avviso che ho avuto subito un impatto in negativo quando ho comprato i biglietti (quasi 50 euro a testa, davvero?!)-, oggi vi regalo -sebbene sia gratis, me ne dispiaccio comunque: in fin dei conti, non tutti hanno bisogno delle mie recensioni online, giusto?- la mia opinione su Il duca e Cenerentola di Virginia Dellamore, l’historical romance che io, la carissima admin de I miei magici mondi e Catia del blog Rivendell: Katy Booklover abbiamo deciso di leggere per la nostra rubrica in condivisione Tre Lady per un libro, quell’appuntamento mensile dove ci ritroviamo per parlare insieme dei quattro aspetti fondamentali di un testo scritto messi ora in ordine rispetto i partecipanti del suddetto angolino di lit-etere, lo Stile di Scrittura, il duo Trama Ambientazione e i Personaggi.
Nonostante una coppia di importanti difetti dei quali vi parlerò largamente qui sotto, non ho potuto fare a meno di assegnargli la piena valutazione, dopotutto è stata la prima lettura bellissima che ho avuto l’occasione di affrontare dopo una serie di opera che, purtroppo, non hanno raggiunto, o lo hanno fatto di poco, la mera sufficienza secondo i miei standard.

Creazione a cura di Susy, admin del blog I miei magici mondi

 

 

 

 

All’arrivo, il castello la abbagliò. Il clima freddo ma limpido aveva permesso la collocazione di una tale quantità di candele da sembrare che una parte delle stelle fosse piombata giù dal cielo, accendendo di luce il marmo del loggiato. Insieme a esse, fiori di ogni tipo, disposti con l’artistico disordine di un giardino inglese, avevano trasformato la facciata del palazzo in una serra scintillante.

Nonostante la ripetizione, quasi a oltranza, di un punto debole meramente estetico della protagonista, da un lato, e dell’inerente contraccolpo psicologico nella stessa a causa delle maldicenze di cui sopra, dall’altro, sia così evidente da obbligare una manciata di lettori a tuffarsi irreparabilmente in un clima uggioso nel quale essere inghiottiti è una normale amministrazione da prassi consolidata nel tempo e nello spazio, tematica centrale da disco rotto palese che, malgrado l’infinita tiritera nel presentarsi ogni volta al suo uditorio in attesa, all’opposto, di nuovi sviluppi emotivi, riesce ad aprirsi un mastodontico varco negli organi pulsanti di chi, ahimè, ha dovuto, deve e dovrà vivere, nel suo grigio tran tran routinario, quanto il personaggio femminile è costretto a subire dalla famiglia acquisita e non, Il duca e Cenerentola è l’attestazione historical romance per cui la bellezza sta davvero nello sguardo di colui che sa non solo osservare ma anche dove guardare, non fermandosi alla superficiale esteriorità dell’involucro.

Il giorno in cui lascia il collegio londinese nel quale ha studiato, Claire Marshall è felicissima: non vede l’ora di tornare nel Derbyshire per riabbracciare il padre, al quale è legata da un profondo affetto.
Il destino, però, ha in serbo per lei due eventi non proprio piacevoli: l’incontro, o meglio lo scontro, con Lord Braxton Cornwell, che ha da poco ereditato il titolo di duca di Woburn, e la scoperta che suo padre, vedovo da tempo, si è risposato all’improvviso con una perfetta sconosciuta, anche lei vedova e con una figlia di diciassette anni.
L’antipatia immediata che Claire prova nei confronti di Lord Woburn è più che motivata: Sua Grazia è un uomo superbo e arrogante e, poiché Claire non è tipo da subire l’altrui tracotanza senza reagire, fra i due divampa fin da subito una guerra verbale piena di scintille, in cui nessuno vuole concedere all’altro l’ultima parola.
Invece l’avversione per la matrigna e la sorellastra parrebbe priva di fondamento. Le due donne, infatti, si dimostrano molto cordiali e premurose. E allora perché Claire non riesce a sopportarle? Forse, a differenza del padre, ha intuito che non sono poi così simpatiche?

Sebbene una leggera delusione possa emergere nel momento durante il quale l’audience raggiunge la desiderata eppure sdegnata conclusione delle vicissitudini nero seppia a cui hanno partecipato nel background delle quinte di una liaison danzante in maschera, bramato epilogo dall’intervento rassicurante ove, ancorché siano novellate le puntate manco per niente precedenti di due characters un po’ voraci della luce della ribalta, purtroppo per noi, un po’ destinati al fondale della secondarietà, meglio per noi, il canonico e vissero per sempre felici e contenti viene raccontato da una prospettiva oltremodo diversa da quella che solitamente i romantici per eccellenza desiderano senza colpo ferire, croce sul cuore, giurin giurello e parola di non più tanto giovane marmotta, Il duca e Cenerentola è la magia favolistica su carta inchiostrata che, sconvolgendo, conferma e, confermando, sconvolge, a parole elargite, a contingenze raccontate, a sentimenti manifestati, con grande facilità.

Lord Woburn si porta dentro il ricordo di un’infanzia senza affetti che lo ha trasformato nella quintessenza dell’aristocratico altezzoso. Trent’anni, troppo bruno e oscuro per poter essere considerato bello, tende a trattare con disprezzo chiunque reputi inferiore. Claire Marshall, per esempio, che si permette di sconfinare nei terreni di sua proprietà e di rispondergli a tono, nonostante sia una nullità sociale tutt’altro che bella.
Ma se quella bizzarra ragazza è così brutta e insignificante, come mai ogni volta che la incontra Braxton sente fremere un’attrazione inconfessata, e avverte il bisogno, via via sempre più intenso, di incontrarla ancora?

 

 

 

 

 

 

Valutazione:

 

Scheda libro

Titolo: Il duca e Cenerentola
Autrice: Virginia Dellamore
Casa editrice:
Pagine: 535
Anno di pubblicazione: 2022
Genere: Historical Romance
Costo versione ebook: 2.69 euro
Costo versione cartacea: 15.00 euro
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