È trascorso ormai un mese dall’evento svoltosi a Milano, precisamente alla fiera di Rho, ma non è mai troppo tardi per rendervi partecipi delle nostre esperienze in merito.
Per entrambe le admin de La Nicchia Letteraria, questa iniziativa dedicata ai libri è stata la prima a cui abbiamo partecipato: nonostante alcuni difetti, minuzie di poco conto a nostro avviso, Tempo di Libri è stata davvero una magnifica occasione, non solo per passare insieme bei momenti all’insegna di chiacchiere e divertimento, ma anche per vivere tangibilmente la passione per gli amici di carta, accompagnatori abituali e quotidiani di noi lettori.
Qui di seguito, perciò, troverete i nostri resoconti senza filtri di ciò che abbiamo provato partecipando alla prima edizione di questa fiera. Vi anticipiamo, però, che già fin da adesso non vediamo l’ora di presenziarvi anche l’anno prossimo!
L’avventura di Lady C.
A causa dei miei impegni legati allo studio e all’università, sebbene avessi voluto praticamente mettere una tenda in fiera e rimanere là per tutta la sua durata, mi sono recata a Tempo di Libri solo nelle giornate di mercoledì 19 aprile e sabato 22, rispettivamente prima con mio fratello e in seguito con Jackdaw.
In una parola? Spettacolo, chiaro! Sarà che sono una neofita per questi eventi, ma è stato davvero stupefacente partecipare ai vari incontri con le autrici da me amate, intervallando i talk a cui ero interessata alle numerose incursioni con meta gli stand librosi che attiravano, come una calamita potentissima, la mia attenzione.
E più gironzolavo, più mi sentivo sprizzante di gioia.
Ogni passo mi portava a un nuovo acquisto.
Ogni falcata mi guidava a scorgere e ammirare l’ennesima meraviglia legata al mondo letterario.
Tutto era riconducibile alla passione sfrenata per i libri e ovunque si potevano vedere altre persone con le quali condividere questo amore infinito.
Tuttavia, l’aspetto più importante è che finalmente ho visto dal vivo Anna Premoli, Raffaella V. Poggi, Jamie McGuire e Lauren Kate, alcune delle scrittrici appartenenti di diritto alla mia lista di preferiti: le avevo già “conosciute” attraverso le loro storie, tramite le parole che sono uscite dalle loro penne, ma questa volta è stato assai diverso perché le ho ascoltate, ho riso con loro e scambiato qualche parola, sebbene l’emozione mi abbia giocato qualche scherzetto -soprattutto nel parlare “fluentemente” inglese- che mi ha portata a fare figure barbine. Con me, dopotutto, non ci si annoia mai!
Prima di chiudere le mie impressioni con la foto dei miei acquisti a Tempo di Libri, nonostante forse la poca affluenza in fiera, caratteristica evidente almeno durante il primo giorno di apertura che però non mi ha disturbata in quanto io e il caos non siamo in rapporti amichevoli e mai lo saremo, devo ringraziare tantissimo questa iniziativa: non solo mi ha permesso di portare a casa i miei primi autografi in assoluto, ma mi ha anche consentito di dialogare faccia a faccia con una blogger che stimo e che seguo molto volentieri, Roberta del blog Regin La Radiosa, una ragazza solare diretta e simpaticissima, una delle prime persone della blogosfera che mi ha accolta in questo mondo a braccia aperte, fin dall’inizio, sebbene i primi tempi io mi sentissi assolutamente un pesce fuor d’acqua.
L’avventura di Jackdaw
Ero ancora sul treno quando ho iniziato ad avvertire il famigliare svolazzare delle farfalle alla bocca dello stomaco, la stessa sensazione presente quando sono emozionata per qualcosa, e non mi ha mollato fino al momento in cui sono sbucata dalla metro a Rho Fiera, mezza accecata dal sole e colpita da un sorta di visione celestiale: libri giganti, perfetti per accogliere i visitatori di Tempo Di Libri.
Mi sembra ancora di sentire il profumo di carta e inchiostro – si potesse davvero imbottigliare, come si chiede il caro David Martín – che mi ha investito appena entrata nel padiglione, struttura ariosa, illuminata a faretti e costellata di stand, teoricamente organizzati per file e tutti segnati su una bella mappa a caratteri microscopici.
Cartina in borsa, abbiamo deciso di lasciarci trasportare dal caso, passeggiando senza meta tra i banchetti delle case editrici più piccole e i punti espositivi di quelle più conosciute. Questi ultimi, in sostanza, erano vere e proprie librerie improvvisate, curate e tenute costantemente in ordine nonostante l’affluenza di lettori. Posso testimoniare che passando era impossibile non toccare o sfogliare, i libri ce la mettevano tutta per essere più ammalianti del solito, così sfolgoranti impilati sui banconi e disposti sui ripiani. Più o meno in tutti erano presenti punti destinati ai firmacopie degli autori, scelta intelligente visto il tempo risicato a disposizione alla fine degli incontri. Storia un po’ diversa per la sede fieristica Libraccio, per cui nutrivo molte aspettative, troppo caotica e stretta, mancava persino l’aria. Sono riuscita a portare via solo un numero niente male di gomitate e pestoni, purtroppo. In generale, comunque, grande assortimento di volumi, pescati pure dal fondo dei cataloghi, ma poche anteprime, forse la più grande pecca che possa venirmi in mente.
Ai margini del padiglione, discoste dalla massa passeggiante, si trovavano le sale dedicate agli incontri con gli ospiti, ciascuna denominata con un font di Word – cosa che ho adorato -, e a ogni ora ospitavano un evento diverso, in modo da creare una tela fitta di presentazioni, attività e interviste insieme a personalità del panorama letterario italiano e internazionale a cui assistere.
Noi abbiamo deciso di partecipare all’incontro con Jamie McGuire, in Sala Courier. Pur non avendo mai letto nulla di suo, è stato interessante confrontarsi per la prima volta con un’autrice affermata, ascoltarla mentre risponde alle domande dei lettori e discute delle sue creature di carta, si vedeva dal brillio negli occhi quanta passione nutra per il suo lavoro ed è stata certamente la cosa che mi è rimasta più impressa. Personalmente avevo sperato che tra gli ospiti ci fosse anche Daniel Pennac, ma il papà di penna di Malaussène ha dato forfait.
A dispetto delle gambe doloranti, è stata un’esperienza splendida, la prima di molte a venire mi auguro. Perciò, per chiudere in bellezza, vi mostro i miei souvenir libreschi, dopotutto mi sembrava giusto far gongolare un po’ anche la mia libreria.
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