Mentre mi arrabatto come posso in questo 2025 che ha già rotto così tanto i cabbasisi da farmi porre la domanda Quanto manca al nuovo anno? perché cercare di voltare pagina è il minimo indispensabile in casi del genere -in breve, la nostra grande bolla felice è stata infranta un lutto di proporzioni cosmiche. Anche se potevamo aspettarcelo data la situazione (quando i medici non riescono ad arrivare quasi subito a una diagnosi, ci si può attendere solo il peggio…), non abbiamo mai smesso di nutrire la nostra speranza, iniziando anche a organizzare, quantomeno a parole, il Natale 2026 o altre uscite sciocche in cui festeggiare l’epilogo delle tribolazioni sia mentali sia fisiche-, finalmente, in estremo ritardo -sono legittimamente giustificata in tal senso, ma ammetto che avrei voluto e potuto fare molto di più! Se solo mi fossi svegliata un po’ prima… Dovrei inserire fra i nuovi buoni propositi il non essere così pigra/procrastinatrice come lo sono ora-, pure la sottoscritta partecipa all’ultimo appuntamento del 2024 per la rubrica Storytelling Chronicles, l’ormai conosciuto angolino di scrittura creativa dove mi ritrovo a sbrodolare parole sullo schermo in compagnia di un bel gruppetto di amiche che ogni volta sa sorprendermi in positivo.
Qual era la tematica di questo dicembre? Beh, il/la protagonista del racconto dovrebbe ricevere un regalo fisico o figurato di qualsiasi genere e incontrare una triade di tutto rispetto -Babbo Natale, la Befana e il Grinch- nella forma da noi più preferita, nell’arco di sole 2500 battute. Ho faticato? Sì, ma solo per il limite massimo di parole che ho imposto a tutte! Ciò mi porta a confermare una riflessione: odio davvero me stessa, c’è poco da fare.

P.S.: L’ispirazione per questa storia è nata spontanea dopo aver visto il film Uno Rosso su Prime Video. A parte consigliarvelo perché mi ha saputa stupire con poco, le affinità si trovano: nel taglio divertente -o presunto tale- dello scritto; nel mio Billy, che come Jack non ha una grandissima opinione del Natale; e nel fatto che un personaggio qui sotto pare ginnico (?) quanto il Santa Claus del film.

Creazione a cura di Federica, admin del blog On Rainy Days

 

«Davvero non c’è altro modo?»
«Se hai un’idea migliore che non sia fargli una carezza, sono tutta orecchi.»
«Ve lo dico di nuovo: penso che la cioccolata calda sia la scelta perfetta.»
«Tanto vale dargli la mia scopa in testa, a questo punto, ti pare?»
Una serie di bisbiglii concitati lo desta dal sonno profondo in cui era immerso dolcemente da non si sa bene quanto tempo. Mentre si sgranchisce le gambe, percepisce una certa scomodità nella posizione assunta: da quando in qua il materasso memory foam sembra una delle panche che si trovano nella vecchia chiesa di padre Logan? Molto strano.
«Oh guardate, si sta svegliando!»
«Sei troppo entusiasta per i miei gusti: ti devo ricordare cosa stiamo per fare?»
«Se non ce la fate da soli, vecchi rimbambiti che non siete altro, posso mettermici io eh.»
Le stesse voci di prima danno vita, ancora, all’ennesimo borbottio infervorato. Se li immagina tutti a scambiarsi le proprie opinioni gesticolando senza sosta: sarà il retaggio italiano che gli scorre nelle vene da parte di madre a spingerlo verso pensieri del genere?
«Dove sono?», finalmente Billy prende la parola, dopo aver aperto gli occhi ed essersi guardato leggermente intorno. Anche se nel locale vige una penombra quasi assoluta, capisce di trovarsi in una sorta di seminterrato dove l’umidità è di casa, accomodato su una sedia in una posizione pressoché composta per quanto disagevole, con indosso il pigiama pulito della sera prima. Notando, infine, le sagome del trio, ora in silenzio, impegnate a scandagliare la sua figura nell’interezza, il primo con un’espressione accomodante, la seconda con perplessità nei lineamenti e il terzo con disgusto evidente sul viso, prosegue con le domande: «E voi chi siete?»
«Ok che non credi in noi, giovane uomo, ma arrivare persino a non riconoscerci…»
A dare il la a una conversazione non più a senso unico, lasciando in sospeso una riflessione forse poco giudiziosa, è un signore anziano e corpulento, completamente vestito di rosso, le mani giunte posate sull’addome sporgente. Dal berretto di lana con pon-pon a seguito sfuggono dei ciuffi candidi quanto la sua barba, un malinconico sorriso sulle labbra rosee attorniate da rughe di espressione. Billy si sfrega gli occhi più volte: non può essere, giusto?
«Posso lanciargli addosso del carbone? Magari è la volta buona che inculchiamo un po’ di giudizio in quel cervelletto vuoto.»

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Artista: sara150578

Il ragazzino orienta il suo sguardo sempre più allucinato verso una donna attempata con pochi denti e un naso assai prominente: è malvestita e imbraccia una scopa con fare bellicoso, occhi di fuoco indirizzati nei suoi riguardi. Sua madre gliene aveva parlato qualche anno prima, quando ancora provava fiducia sconfinata negli adulti intorno a sé, ma comunque deglutisce. Tutto ciò non ha davvero alcun senso, o almeno, così crede.
«E sprecarlo in questo modo? Non se lo mangio prima io!»
È l’essere verde che ha appena finito di dire la sua a mandarlo in totale iperventilazione: con una smorfia evidente dai tratti del suo volto, inizia a sudare mentre scruta degli arti sia lunghi sia magri, una massa indistinta di pelo che non ha mai visto una spazzola in vita sua e degli occhi gialli da gatto assai inquietante. Le pupille rosse sono il colpo di grazia. Non sa proprio come dar fiato alla bocca per esprimere il suo sconcerto.
«Perché sei così ingordo?», Babbo Natale cerca di interloquire con i suoi pseudo colleghi che non solo non lo ascoltano manco di striscio, ma hanno anche cominciato a bisticciare, calci e pugni alla mano. Billy cerca di seguire la scena rimbalzando da una parte all’altra e rischiando, per questo, uno strappo muscolare.
«Molla l’osso, burbero mostriciattolo smeraldino senza cuore!», la Befana si impegna benissimo a giocare al tiro alla fune con il Grinch. L’obiettivo è mettere in sicurezza il sacco contenente il dolce goloso dalle tonalità scure che, da tradizione, porta ai bambini rivelantisi monelli nell’arco dell’anno precedente l’Epifania.
«Ragazzi, smettetela di litigare, c’è un lavoro da fare!», alza la voce Santa Claus per farsi sentire dai compari impegnati a perdere tempo. Enfatizza il suo stato d’animo sbattendo il piede destro a terra: è un ossimoro vivente, cerca di fare l’adulto quando è un infante tale e quale agli altri due.
Il loro pubblico più o meno prigioniero scuote la testa e sbuffa in maniera alquanto plateale. È abituato a non ricevere alcuna attenzione da chi dovrebbe risultare più maturo di lui anagraficamente parlando, ma aspettare chicchessia non è mai stato il suo forte. Così incrocia le braccia al petto, inspirando l’aria circostante, umida eppure stantia, quasi per trovare la forza di stare calmo. Perché fanno sempre così?

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Artista: wal_172619

Non ha tempo di interrogarsi ulteriormente perché la Befana nota i suoi movimenti con la coda dell’occhio e, bloccandosi a mezz’aria nell’atto di mollare un ceffone all’avversario sul ring improvvisato, alza un sopracciglio nella sua direzione e comincia a interloquire: «Sai perché sei qui, vero?»
«Ehm, no?», risponde dubbioso Billy, ricambiando il suo sguardo e tentennando di fronte alla sua sbirciata tagliente. Di corsa sposta il focus sugli altri due individui, uno che sospira e accenna a un diniego con il capo chino, l’altro che annaspa in cerca d’aria perché il secondo artiglio della vecchia gli sta arpionando il collo.
«Hai detto a Julia e Mike che noi siamo frutto dell’immaginario collettivo!», riprende la megera alzando i toni e lasciando andare il suo sacco da boxe verde. Non si aspettava un vigore del genere, da un’ormai non più giovincella come lei. «Hai detto loro che sono i vostri genitori a farvi i regali!»
Billy sgrana gli occhi che, dopo un peregrinare convulso sulle pareti dello scantinato alla ricerca di una qualche risposta plausibile, si posano a sorpresa sul Grinch ancora rantolante e lamentoso sul pavimento. Sta riprendendo fiato dal tentato soffocamento a cui è stato costretto, tossisce per quattro volte prima di intercettare la sua platea in fremente e straordinaria attesa di un segnale di fumo da parte sua.
«Non guardarmi così, esserino petulante col moccio al naso», dice infine il diretto interessato. «Secondo me, potevi anche fare peggio.»
«Cinico babbeo, non ti ci mettere anche tu!», la Befana lo attacca di nuovo senza rimorso, accompagnando le parole con un calcio ben piazzato alla gabbia toracica rosa dall’invidia.
«Quello che la signora stava provando a dirti, in modo assai sconclusionato e senza senso, è che non avresti dovuto farlo…», Babbo Natale entra in partita adottando la diplomazia che mancava all’appello e, indicandosi con un gesto comprendente pure i suoi colleghi, prosegue: «Cioè, noi esistiamo, vedi? Non è stato gentile da parte tua e…»
«E sappi che nessuno di noi ti porterà più niente!», ritorna alla carica e a gran voce la Befana, additandolo con un indice bitorzoluto nonché inquisitorio.
«Ah beh, per la cronaca, io comunque non l’avrei mai fatto a prescindere, non è nella mia natura», il Grinch regala il suo contributo, mentre si alza da terra e si scuote per eliminare parte della sporcizia raccolta con la zuffa.
«Sappiamo di essere un po’ duri, ma è l’ennesima volta che lo fai», procede pacatamente Babbo Natale, sorvolando sulle uscite precedenti la sua e riportando i toni a un livello socialmente accettabile. «Aspettare il Natale e infrangere così la magia agli altri bambini… Non va affatto bene.»
Mentre scuote la testa, il verde eremita del Monte Crumpit si risveglia tutt’a un tratto e afferma con cognizione di causa: «Se ci pensate, è quasi peggio di me, a conti fatti.»
«Sicuro che non sia figlio tuo?», la Befana risponde con prontezza a una questione spinosa su cui le piacerebbe tanto fare luce per il gossip di un certo spessore che potenzialmente potrebbe nascere. Il destinatario della sua domanda la fissa prima sgomento poi schifato, solo l’idea di una realtà così malsana lo rende tanto esterrefatto quanto spaventato. L’arzilla vecchietta non attende troppo prima di dedicargli una signora linguaccia che l’essere tutto peli e niente bontà farà davvero fatica a dimenticare.

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Artista: ErikaWittlieb

«Ogni anno abbiamo tentato di farti vivere lo splendore che contraddistingue il periodo preferito da grandi e piccini, ma tutte le volte vanifichi il nostro lavoro, capisci?», Babbo Natale riprende il discorso in maniera più incisiva. Forse ci sta prendendo gusto nell’assumere un cipiglio autoritario o magari vuole solo evitare che la coppietta di fianco a sé scoppietti di nuovo arraffando i riflettori disponibili. «Cioè, tra la divulgazione di menzogne e il perpetuare con le cattiverie, abbiamo un po’ le mani legate…»
«Possiamo arrivare al dunque? Sono stufo di perdere tempo inutilmente.»
«Ma se sei campione olimpico del poltrire e del lamentarti…»
Lo strano duo che pare sposato, ma è più probabile sia solo divorziato, continua a dare sfoggio del suo acume, mentre i suoi due membri onorari si passano la palla come in una specie di partita concitata a tennis.
«Ascolta bene, noioso sacco di pulci rosa: da ora in poi ti terremo d’occhio e, se farai, un altro passo falso, inizieremo a divertirci sul serio», il Grinch entra a gamba tesa su Billy e si aggiudica un cartellino rosso barra occhiata fulminante direttamente da Santa Claus. O si è confuso con lo sport adesso in atto o lo ha voluto cambiare di proposito.
«Ma che vai dicendo!?», sbotta il Babbo sull’alterato andante, subito dopo aver trovato delle parole abbastanza decenti per rimettere in riga l’odiatore numero uno del Natale. Perché tutti quanti fanno di testa propria senza prima consultarlo in separata sede?
«I suoi modi fanno schifo, B, eppure ha reso perfettamente l’idea», la Befana per una volta riesce a concordare con il nemico-per-il-momento-amico, concedendogli persino un beneficio del dubbio inatteso.
«Ma io…», Billy pensa sia la volta buona per lui di inserirsi nel discorso e tentare di arginare le conseguenze del suo atteggiamento, magari dando un tono alle motivazioni razionali dietro lo stesso.
«Ormai la frittata è fatta, mezzo bipede fastidioso», riprende la parola il Grinch, puntandogli il dito nodoso contro, e, sorridendogli con diabolico appagamento, prosegue malizioso: «Spero di rivederti presto, davvero molto presto.»

Billy osserva pensieroso i cereali che galleggiano nel latte. Se li è preparati quando è sceso al pianterreno, dopo essersi ripreso dal mezzo incubo con la Santa Inquisizione Natalizia. Sospira, mentre usa il cucchiaio per far affondare le scialuppe di orzo, avena e farro.
Non è certo di cosa sia davvero successo la notte prima. A logica affermerebbe, senz’ombra di dubbio, che l’incontro surreale è stato frutto unicamente della sua immaginazione, ma è da tanto tempo che non permette alla fantasia di invaderlo come era solita fare una volta. Al pari di un membro degli Alcolisti Anonimi, ha ormai smesso, per il suo stesso bene.

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Artista: ponce_photography

Da quando il papà si è volatilizzato la mattina di Natale di cinque anni prima, il suo cuore di bambino si è indurito a tal punto da provare un subdolo piacere nel sabotare la festa da lui sempre amata. Rovinare i piatti di mamma aggiungendo il sale o lo zucchero a seconda, andare a scovare i regali per i parenti lacerando sia la carta sia la confezione, decapitare le statuine del presepe realizzando una Natività zombie in piena regola, svelare ai coetanei e ai loro fratelli più piccoli che i folletti e compagnia cantante non esistevano affatto, accogliere in casa e di nascosto dei gatti randagi solo per distruggere l’albero decorato in prossimità di un pranzo o di una cena importante: erano questi i passi che ogni anno Billy concretizzava nell’arco di tre settimane, sia per far provare anche agli altri il dolore della sua anima ferita sia perché, purtroppo, aveva iniziato a prenderci gusto.
Sotto sotto gli dispiaceva pure, almeno in parte, ma non aveva alcuna intenzione di smettere, non finché sua madre gli avesse finalmente svelato dove diavolo fosse sparito suo padre e il motivo per cui avesse compiuto un simile gesto. All’epoca era un bravo bambino, non può essere stata colpa sua, vero?
Sbuffa contrariato mentre persiste in una vera e propria battaglia navale col cibo. Non ha mai pensato che il suo atteggiamento un po’ realista un po’ sprezzante avrebbe ottenuto uno scalpore tale da conquistare attenzioni indesiderate, considerando che comunque l’audience ringalluzzita in tal senso fosse tanto decrepita quanto utopica.
Scuote la testa e dirige il suo sguardo fuori dalla finestra, alla sua sinistra. No, la notte scorsa si è trattato semplicemente di un brutto sogno. Fine della storia.
Il suono del campanello lo riporta con i piedi per terra. Scrolla ancora il capo per riprendersi totalmente dalle elucubrazioni precedenti e osserva stranito l’uscio dall’open space della cucina soggiorno: chi va a trovare qualcuno alle 8 di mattina del 24 dicembre?
Sua madre corre e, quasi inciampando nel tappeto ai piedi delle scale, arriva appena in tempo ad aprire la porta ed evitare così l’ennesima scampanellata: «Siete arrivati in anticipo o sbaglio?!»
La sua voce sprizzante gioia da ogni poro lo coglie leggermente impreparato: alla presenza di quale personaggio mitologico è dovuta tutta questa felicità?
Si alza dalla sedia, fa il giro dell’isola e si dirige curioso verso i tre gradini che dividono l’ambiente dall’ingresso, il tutto per riuscire a intravedere l’individuo presente sulla soglia di casa, ma si blocca sui propri passi quando sente delle voci che già ha avuto il “piacere” di ascoltare: «Oh Sophie cara, ci mancavi così tanto che non abbiamo saputo contenerci!»
«Do ragione al vecchio solo perché è anche il mio pensiero.»
«Beh, anche io sono contento di vederti, ma odio il Natale, perciò vorrei tanto non essere qui.»

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Artista: Life-Of-Pix

Come li aveva descritti nella sua testa? Un signore anziano e corpulento, una donna attempata con pochi denti e un naso assai prominente, un essere verde dagli arti sia lunghi sia magri. Il cuore di Billy perde un battito nel constatare davanti a sé il trio che l’aveva, in qualche modo, rapito nelle ultime ore. Gli avevano detto che l’avrebbero tenuto d’occhio, ma non pensava fin da subito e da così vicino.
«Avete fatto benissimo, la casa è troppo grande per due sole persone», la mamma continua a discorrere, ignara della miccia che si è or ora accesa. «A proposito, lui è Billy», si sposta dal loro campo visivo e lo indica affinché monopolizzi la scena, una goccia di sudore freddo inizia a tracciare un percorso lurido lungo la sua spina dorsale. «Questo è Nick, il padre di Jim, sempre latitante in questo periodo. Qui abbiamo la prozia Bessie, sua sorella, che non è voluta andare alla solita crociera invernale con le amiche per stare con noi, e infine Gilbert, il cugino perennemente malaticcio che stavolta è riuscito a venire per unirsi ai festeggiamenti. Non è straordinario?!»
I decibel raggiunti dal suo tono di voce durante le presentazioni ufficiali, gli hanno distrutto i timpani, ma quella momentanea sordità non è niente a confronto della coppia di occhiate infuocate e del sorrisino di scherno che sta ricevendo in questo momento. Respiro corto, polso accelerato, vista offuscata, prima di svenire in un buio confortante, con mille domande ronzanti nella testa, Billy fa in tempo a sentire sua madre esclamare contrariata: «Cosa diamine gli avete fatto, voi tre?!»

Fonte: Pixabay
Artista: Alexandra_Koch

 

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Questo racconto è un’opera di fantasia. Nomi, personaggi, luoghi e avvenimenti sono il prodotto dell’immaginazione dell’autrice o, se reali, sono utilizzati in modo fittizio. Ogni riferimento a fatti o persone viventi o scomparse è del tutto casuale.