Sebbene la quarantena obbligata favorisca la crescita esponenziale del tempo da riservare alle attività di interesse personale, una manna dal cielo per chi, come noi, vorrebbe passare la globalità della sua vita con il naso infilato fra i capitoli di un libro tentando, in ogni modo, di dribblare qualsiasi altra incombenza che esuli dal nostro scopo primario di base, forse a causa dell’atmosfera lugubre serpeggiante la mia provincia bistrattata, la mia regione offesa e l’Italia tutta in guerra contro un nemico invisibile, clima statico eppure dinamico che non concede alcun istante utile per respirare negando all’ansia di giungere con passo felpato per sopraffare quanti più individui possibile nel raggio millimetrico di pochi centimetri, durante l’ultimo periodo ho arguito una notevole fatica nel sintonizzarmi a pieno sulla lunghezza d’onda degli amatissimi compagni incartapecoriti, piaga sanguinolenta che affligge il mio spirito di lettrice da quando ha avuto inizio questa ecatombe di risma vergata.
Eppure, in una parentesi di difficoltà nazionale come questa che induce a specifiche percezioni dell’animo con le quali dover convivere forzatamente, senza ribellarsi, per il bene della totalità, suggerire un nuovo libro da leggere alla pari di un’esigua distrazione dalla realtà è la mossa migliore per vincere una delle partite nel corso d’opera, dando l’agognato scacco matto all’ostico nemico silente in comune. Quindi, grazie al solito invito di Susy del blog I miei magici mondi, oggi partecipo al Review Tour che si è originato per mezzo della prosperosa collaborazione con Ely dell’anfratto Il regno dei libri, una celebrazione in pompa magna del titolo L’uomo che amava i libri, primo romanzo firmato George Pelecanos che ho avuto l’occasione di leggere e, spoiler!, amare: tramite il corrente episodio della rubrica Ambarabà, sono ben lieta, perciò, di indicarvi una nuova chicca letteraria che non dovete assolutamente farvi sfuggire, minuscola cassaforte di emozioni variegate che, prima, vi coglierà impreparati nonostante le palesi avvisaglie di sorta, facendosi odiare parola per parola, e, poi, vi indurrà a precise elucubrazioni riguardanti il giusto e lo sbagliato, il bello e il brutto, il cuore e il cervello, dualità in battaglia costante che non avrà vincitori da un lato e vinti dall’altro, ma solo sopravvissuti desiderosi di tenere testa a un fato propizio arrivato, pero`, al momento sbagliato.
Creazione a cura di Susy, admin del blog I miei magici mondi
Enorme desiderio di scoprire i libri come salvagente della vita
Fascino magnetico di un titolo che ogni lettore non può farsi sfuggire
Bisogno lancinante di una prosa crudele senza giri di parole
Immensa necessità di cambiare genere letterario affrontando un soft thriller
Grande bisogno di un mondo fantasioso eppure non tanto lontano dalla realtà
Si ringrazia la casa editrice SEM per la copia ricevuta in omaggio.
#prodottofornitoda #copiaomaggio
Mediante una narrazione schietta capace di arrivare al punto senza lasciare troppo spazio all’esagerato immaginario del lettore, rapido torrente di vocaboli in prosa che, agili e scattanti nella loro chiara promulgazione, conducono gli intrepidi girovaghi della carta stampata nei meandri di una realtà parallela dove la talvolta ferocia dell’esistenza sa comunque travolgere usufruendo dell’amarezza tipica di una bocca rimasta spalancata innanzi all’asprigna limpidezza dei fatti narrati, fra le pagine de L’uomo che amava i libri George Pelecanos mostra la sconfinata fallibilità dell’essere umano, cinquanta e più tonalità iridate che vagano nelle lande desolate in cui le imperfezioni dell’uno, i propositi di nessuno e la rivalsa dei centomila echeggiano nell’ombra appariscente di tutti i possibili domani, gravoso contraccolpo che rende il sistemare come si può manifesto vessillo di un turning point accennato all’inizio e sottolineato alla fine, pungente conclusione a effetto che, donando a destra, toglie a manca ricordando quanto l’universo sia in grado di regalare e privare al contempo e senza preavviso, romantici cuori semplicemente distrutti che, con l’unico scopo di fare la cosa giusta, decidono di trovare ristoro alla propria immolazione nei soli antidoti alla prigione di oggi riuscenti sempre a lenire i dolori di ieri, i libri.
Scheda libro
Titolo: L’uomo che amava i libri
Autore: George Pelecanos
Casa editrice: SEM
Pagine: 223
Anno di pubblicazione: 2020
Genere: Gialli, Thriller, Narrativa
Costo versione ebook: 9.99 euro
Costo versione cartacea: 18.00 euro
Link d’acquisto: Amazon (ebook), Amazon (cartaceo)
Trama: Michael Hudson trascorre le sue lunghe giornate in carcere divorando libri che gli sono stati dati dalla bibliotecaria della prigione, una giovane donna di nome Anna che sviluppa un debole per il suo miglior studente. In un luogo in cui è difficile trovare speranza, il potere dei libri può essere una luce nel buio. Ad alcuni detenuti come Michael il lavoro di Anna sta cambiando la vita. La bibliotecaria continua a passargli altri romanzi fino a quando il giovane viene improvvisamente rilasciato dopo che un detective privato ha manipolato un testimone nel suo processo. Il detective è Phil Ornazian, un uomo spregiudicato che, insieme a un poliziotto in pensione, ruba i soldi sporchi di papponi e criminali con azioni violente.
Fuori dal carcere Michael trova la città di Washington D.C. profondamente cambiata. Le trasandate vetrine di un tempo ora ospitano birrerie all’aperto, caffè alla moda e negozi di fiori. Non è cambiata invece la tentazione del crimine. Michael deve scegliere tra chi è riuscito a farlo uscire di prigione e la donna gli ha mostrato una vita diversa. Cercando di bilanciare il suo nuovo lavoro da lavapiatti, l’amore per la lettura e il debito che deve all’uomo che lo ha liberato, Michael fatica a capire quale sia la sua strada, prima di perdere il controllo.
Intelligente e frenetico, L’uomo che amava i libri, ventunesimo romanzo di Pelecanos, è una storia di scelte difficili, che parla di riscatto e del potere universale dei libri. Un’analisi profonda della mentalità criminale, scritta da un autore che ha dedicato molte ore ai programmi letterari per carcerati.
Creazione a cura di Susy, admin del blog I miei magici mondi
20 Marzo 2020 at 21:21
L’avrei definito anch’io così: soft thriller infatti mi ha permesso di apprezzarlo di più mentre se fosse stato un thriller puro non sono sicura mi sarebbe piaciuto.
Con questa storia si scopre davvero come i libri possono salvare la gente e penso che questo messaggio sia bellissimo, lo adoro e rispecchia perfettamente la realtà soprattutto di questo periodo