Quando sono venuta a conoscenza della presente uscita firmata Literary Romance di PubMe, sono andata completamente in brodo di giuggiole, un’estrema e assoluta contentezza che, difficile da imbrigliare anche solo volendo, si era tutta canalizzata nei riguardi dell’universo d’ambientazione concernente questo romance di Marcella Ricci dove folli peripezie prendono il sopravvento ora sugli ignari personaggi della storia ora sui lettori dal cuore ricettivo schierato in prima fila: se prendessi in considerazione i miei interessi, astri luminosi di un cielo sempre pronto ad accogliere a braccia spalancate nuove reclute desiderose di compagnia e comprensione infinite, posso assicurarvi che tra essi si è per certo guadagnato un posto d’onore il mondo dei pirati, una realtà parallela il cui fascino ha saputo far presa su di me fin dalla tenera età quando, per caso, dando un semplice sguardo a film come la saga I Pirati dei Caraibi oppure all’anime giapponese One Piece, accesi banalmente la televisione e scoprii quello che sarebbe diventato di lì a poco uno dei miei più profondi chiodi fissi, un dinamico ed esuberante oceano di avventure fra i cui travolgenti marosi appaiono selvatiche sia onde canzonatorie sia rapide emozionali, variegato melting pot capace di sedurre con incantevoli fatture un pubblico ansioso di vivere eccitanti contingenze nelle quali sorprendere e sorprendersi con poco.
Perciò, è stato lapalissiano rispondere affermativamente all’appello primordiale de Il vento del destino, 485 incalzanti pagine di scorrevole bellezza che nascondono, tra le righe urgenti di essere recepite da un occhio tanto esperto quanto smanioso, la storia di Rufus O’Shea, capitano della temutissima Siren, e Lynn Raymoore, una giovane donna in fuga dall’amata Inghilterra poiché minacciata, insieme al fidanzato Richard, da un assassino senza scrupoli, capitoli su capitoli che ho deciso di celebrare, grazie anche all’appoggio delle mie amiche e colleghe blogger, attraverso un Review Tour 2.0 in cui, oltre alla canonica recensione tramite la quale elargiremo il nostro parere in merito al romance di Marcella Ricci, assoceremo un piccolo approfondimento vertente il libro stesso, spunto di riflessione atto a incuriosire sufficientemente voi followers per un acquisto davvero indimenticabile: dopo aver conosciuto il protagonista maschile grazie al blog Romance e Altri Rimedi e la sua controparte femminile sul rifugio letterario I Miei Magici Mondi, a seguito del Thr33 Words che ho dedicato al titolo preso in esame, la sottoscritta vi regalerà una prospettiva differente per conoscere l’attuale uscita Literary Romance, un’angolazione sui generis che prevede l’intervista alla madre del testo.
Creazione a cura di Simona, responsabile della collana Literary Romance di PubMe
Non so se già vi ho avvisati negli scorsi rendez-vous che ci hanno visti reciprocamente coinvolti, ma, oltre all’evidente passione per i libri, una fenomenale vocazione per la quale percepisco un ardore tale da infiammarmi ogni qual volta capto il bisogno di avvicinare la mia persona a uno scrigno di carta e inchiostro capace di racchiudere un mondo felice di ospitarmi nei suoi meandri ipnotici, nutro un profondo amore nei riguardi della musica, cascata eufonica di note soavi che interpretano l’esistenza riproponendola come nuova: quando ancora si presenta l’occasione vantaggiosa di sfiorare la distesa di bianchi e neri del mio pianoforte, affusolati germogli la cui trincerata staticità coglie l’attimo giusto per mutare in dinamismo, schiudendo i propri petali e aprendoli davvero alla vita, preferisco gettarmi a capofitto in spartiti dall’allegra atmosfera, un ritmo frenetico che, inducendo al buon umore con suoni dosati e pause calibrate, mantiene concentrata l’attenzione generale scortandola, mediante un’eleganza che regala valore aggiunto al motivetto in sé, verso un traguardo sostenuto dal carattere decisamente imponente nelle cui fisionomie solenni e precise la gloriosa epicità di casa non lascia a desiderare.
Già dalle sue prime pagine, Il vento del destino è apparso ai miei occhi in cerca di rifugio inchiostrato alla stregua di un pentagramma gremito con meticolosa ricchezza di dettagli, aulici ottavi che, legati ad attimi di silenzio bilanciati con l’intero rigo musicale, hanno saputo accompagnarmi con un impetuoso parossimo nel medesimo evolversi delle vicissitudini trattate da Marcella Ricci, un’autrice di talento che ho potuto conoscere attraverso le parole di quest’opera targata Literary Romance: nonostante la massiccia corposità evidenziata dal numero a tre cifre del quale la sua risma si fa chiaramente portavoce, destreggiandosi come nel più avvincente duello all’ultimo sangue, Rufus e Lynn riescono ad ammaliare la concentrazione del lettore, presentandogli una scorrevolezza di lessemi raffinati che non può fare a meno di blandire e ghermire, eclatante ossimoro che, conquistando a spada tratta, irretisce fino al più sofferente dei respiri, quello spiffero terminale di aria che, mettendo il punto alla partita in corso, ne inaugura una nuova, la sola che ci cambierà per sempre.
Fra tutte le alternative disponibili, sapreste identificare, in definitiva, il vero potere speciale del lettore, quel talento naturale che consente ai passeggiatori della china stampata di trasformarsi in geni sottovalutati e incompresi non solo dai più ma anche da sé stessi, moderni Leonardo dal discernimento costantemente sull’attenti che, docile, aspetta l’istante propizio per manifestarsi nella sua ineccepibile fierezza di modi?
L’immaginazione è, di sicuro, ciò che permette agli escursionisti dei vocaboli scritti di contraddistinguersi da una parte e amalgamarsi dall’altra, intersezione prima e disgiunzione poi di insiemi dove anime risonanti il medesimo canto giungono a un bivio cruciale, posizionarsi sulla lunghezza d’onda comune la cresta frastagliata della quale si vede dominare da una massa di surfisti che sa il fatto proprio e non lo nega di certo, o andare controcorrente alla pari di salmoni desiderosi dell’eccezione confermante la regola e imporsi uno stile di elucubrazione che affiora a galla quale pecora nera in un branco di candide gemelle opposte.
Tuttavia, imbrigliare la libertà del proprio pubblico non incarna sempre un aspetto negativo per lo scrittore poiché, almeno considerando la mia personale esperienza di ingorda divoratrice seriale della miriade di periodi facenti parte un generico testo in lettura, la specificazione minuziosa delle infinite particolarità narrate dona un senso di pienezza all’opera che sottolinea quanto studio approfondito il paroliere abbia dedicato alla creatura sorta dalla sua appendice piumata: benché abbia potuto constatare la presenza a volte forzata delle sopra descritte quisquilie, una portata principale così tanto ricca da alterare il pasto luculliano creando, soprattutto a livello del prologo, quasi un elenco stilizzato di fatti storici capaci solo di appesantire una lettura di per sé molto celere, e a volte troppo marginale, tecnica a dir poco scrupolosa che pone l’accento sulla limpida presenza di esigue mancanze, posso testimoniare senza ombra di dubbio che Il vento del destino presenta una vasta gamma di personaggi ben illustrati, figure in rilievo che conducono a una sola effigie tangibile, pennellate decise che rendono la tela un affresco di raro e squisito pregio, qualità virtuosa che, riflettendosi sulle contingenze graficamente impresse, integra e rende schiavi.
Sebbene tutti voi abbiate ormai capito, grazie pure ai déjà vu verbali a cui vi ho sottoposti vostro malgrado nel corso dei secoli “nicchiosi”, che a colazione, pranzo e cena io assumo i romance come fossero il pane quotidiano necessario a vivere e continuare a farlo, una dieta ipercalorica di zuccheri che fa quasi concorrenza a quella reale a base degli da me idolatrati carboidrati, quale estimatrice dell’azione mista all’avventura provo un gigantesco fervore nei confronti di quelle storie in cui si dipanano odissee degne del loro nome, avvicendamenti serrati di nobili gesta dove la prodezza si erge sul podio da medaglia d’oro e convoglia su di sé gli astanti fin da ora in bollente subbuglio da viva attesa: al suono di armi sguainate toccanti varie tipologie di fisicità, spade appuntite pronte a essere estratte dal loro fodero avvolgente per infilzare vittime su larga scala e toccare le vette dei migliori fendenti resi al nemico, pistole dal grilletto facile che, cariche dell’infallibile nomea di cui si vestono, attendono un cenno dal loro proprietario per sfoggiare la bravura meccanica con la quale sono state costruite, di fronte a masnadieri della peggior specie e relative controparti, la qui presente Lady C. perde del tutto la testa, calzando molto volentieri gli abiti della mera e fangirlante pazzia che di questi casi fortunati si alimenta e porta, in maniera inevitabile, alla semplice rifrangimento della sua interiore leggiadria dall’ancestrale visione enigmatica. 16
Quindi, alla primaria lettura della trama de Il vento del destino erano già cominciate le riproduzioni cinematografiche dei miei film mentali, numerose pellicole dal contenuto più disparato che, in sanguinarie battaglie senza sconti alcuni, cercavano di imporsi l’un l’altra pur di vincere e gettare le basi di un dominio incontrastato sugli sconfitti adesso cotti a puntino: appassionando le indoli di un pubblico gettato subitaneamente nelle fauci di eventi dal violento impatto emotivo, situazioni piacevoli e non che agiscono da frangiflutti alle conseguenti ondate emozionali suscitate nell’uditorio non sempre preparato ad evenienze di tal genere, Marcella Ricci riesce a definire, a grandi linee, l’essenziale spirito Picaresco che sviluppi narrativi come quello di Rufus e Lynn esigono per sé, padronanze di vita che vogliono andare all’arrembaggio della stessa con tutta la forza di cui sono realmente capaci.
Si ringrazia la collana Literary Romance di PubMe per la copia ricevuta in omaggio.
Scheda libro
Titolo: Il vento del destino
Autrice: Marcella Ricci
Casa editrice: PubMe (Literary Romance)
Pagine: 485
Anno di pubblicazione: 2019
Genere: Narrativa d’avventura, Romance
Costo versione ebook: 1.99 euro
Costo versione cartacea: 16.00 euro
Link d’acquisto: Amazon (ebook), Amazon (cartaceo)
Trama: Una bellissima inglese costretta a fuggire dall’amata Inghilterra. Un capo pirata su cui pende una taglia molto alta. Un’unione rischiosa contrastata dal destino. Mar dei Caraibi, fine del XVII secolo. Lynn Raymoore, bella e giovane promessa sposa, fugge da Londra a causa di un uomo corrotto che minaccia di morte Richard Taylor, il fidanzato. Prima di giungere in America, nelle acque dei Caraibi, viene rapita dai pirati durante l’abbordaggio che la sua nave subisce; si spalancano così le porte dell’orrore. Il destino è quello di finire come schiava o prostituta su qualche isola di pirati. Ma è fortunata perché la sua bellezza la porta dritta da Rufus O’Shea, un uomo temuto nonché capitano della potente Siren. Ma che fine ha fatto Richard? Mentre si scopre innamorata di Rufus, il passato torna per metterla alla prova. E proprio quando sembra che le cose stiano andando per il verso giusto, O’Shea cade in un’imboscata e viene condannato…
E ora, come anticipato all’inizio dell’articolo, passando al mio approfondimento, ci troviamo a conversare amabilmente con Marcella Ricci che non solo saprà darci spunti di riflessione da cui partire per ulteriori elucubrazioni riguardanti Il vento del destino, ma saprà anche stuzzicarci in merito ai suoi progetti letterari futuri.
Buongiorno, Marcella, e ben approdata su La Nicchia Letteraria, il mio piccolo anfratto blogosferico ai cui lidi misteriosi non solo parlo dei nostri amici libri, ma cerco anche di discorrere in merito agli autori e alle case editrici che mi permettono di donar loro uno spazietto minuscolo in questo rifugio entro le mura del quale tutti possono trovare un respiro di libertà dalla propria vita reale.
Partiamo da una domanda molto semplice: spiegandoci un po’ i tuoi trucchi infallibili affinché l’ispirazione sappia inondarti al momento giusto con la sua musa totalmente disponibile, da dove è nata l’idea de Il vento del destino, un entusiasmante romanzo d’avventura inserito, attraverso una maniera oltremodo sapiente e calibrata, nell’infinito e sensuale universo dei pirati?
✒ Buongiorno a te e ancora grazie per avermi ospitata nel tuo blog! Un respiro di libertà dalla vita reale mi sembra una definizione fantastica e riuscitissima riguardo lo scrivere un romanzo… o almeno è quello che io cerco di fare!
Riguardo l’ispirazione… Diciamo che non mi lascia mai, ho tante idee e tante “trame” solo abbozzate, anche se a volte gli impegni e il lavoro distolgono dalla scrittura. Dovrei avere le giornate di 50 ore!!! Per cui cerco di scrivermi quello che mi viene in mente e di “fantasticarci” quando devo prendere sonno o quando vado al lavoro in metropolitana…
Altra fonte di ispirazione è la doccia… quei 10 minuti spesso servono a pensare a una scena o a una storia…
“Il vento del destino” è nato tanti anni fa, almeno venti, ed è rimasto nel cassetto fino ad ora… Ho sempre amato le avventure piratesche, quelle vere e non quelle da “macchietta” come in certi film, ma come contesto storico inserito in un periodo di grandi cambiamenti sia in Europa che in America. Nel libro ho cercato di spiegare perché alcuni uomini sono divenuti pirati, a partire dal protagonista, ma anche ad esempio dal suo secondo, fuggito da un matrimonio imposto. Certo la maggior parte lo faceva per un facile guadagno, ma spesso perché non avevano nulla da perdere in quel mondo in grande trasformazione (come la zona delle colonie britanniche e spagnole in America), che spesso non lasciava scampo a chi non aveva nulla o aveva perso tutto. Poi adoro le barche e le navi a vela, il mare caldo e il sole… e quindi…
Prendendo in considerazione la tematica dei matrimoni combinati che, all’epoca durante la quale hai voluto ambientare il tuo romanzo, erano all’ordine del giorno alla pari di una normalità quotidiana a cui nessun sogno utopico dei due destinati poteva porre un freno, secondo te, le coppie così generate avevano l’opportunità di raggiungere realmente la felicità del vero amore oppure erano costretti a una finta apparenza che, se fortunata, avrebbe condotto solo a un rispetto reciproco da ambo le parti?
✒ L’ultima che hai detto: non credo che l’amore possa nascere dall’imposizione, forse questo esiste solo nei romanzi e nei film. Diciamo che molte donne, e non solo nel passato, purtroppo, devono subìre un matrimonio imposto dalla loro cultura e non possono far altro, spesso pena la morte, che accettare. E se trovano un uomo comprensivo che non le vede solo come una proprietà forse si può vivere insieme… Certo i figli cementano l’unione, ma per molte donne non c’era scelta, e ripeto per alcune situazioni non c’è neanche adesso.
Il potere ha la capacità intrinseca di obnubilare chiunque decida di intraprendere la strada verso l’apice della sua cima: pensi che una persona possa sul serio annullare la propria umanità e, quindi, investire gli ignari passanti dell’esistenza, unicamente in favore di pessime aspirazioni come la rincorsa all’acme innevato impossibile da vedersi a occhio nudo?
✒ La risposta è sì e lo vediamo tutti i giorni, crimini e quant’altro solo per i soldi… Così è adesso, così era e così sarà, purtroppo!
Essere liberi è il primo desiderio di ogni individuo abitante il suo mondo, quel particolare diritto tangibile che non deve mai essere messo in dubbio da alcun usurpatore del privilegio di difendere le proprie aspirazioni a spada tratta: credi che, in nome della tale indipendenza, un uomo possa scegliere un destino nei cui meandri vestire anche i panni del malvagio e dell’ignobile?
✒ Temo di sì… Dico temo perché questo può portare a conseguenze nefaste, e nel libro credo che sia ben visibile, in quanto la storia di Rufus è questa… Lui ha vestito questi panni, e sottolineo li ha vestiti ma non è diventato né malvagio né ignobile, alla fine, ma è stato in qualche modo costretto a esserlo per tanti anni. Poi che sia giusto o sbagliato credo che ognuno possa giudicare secondo la propria coscienza.
Ringraziandoti per la tua meravigliosa presenza qui che lusinga me e i miei followers sempre alla ricerca di meritevoli opere in cui lanciarsi senza paracadute, ti rivolgo un’altra canonica domanda di rito: qualora non volessi tenerci sulla graticola come potresti fare senza problemi, ti va di raccontarci se hai già qualcosa di nuovo che bolle in pentola?
✒ Grazie della domanda, a cui rispondo volentierissimo! Dunque, per la Literary ho un romanzo in valutazione, è uno storico drammatico (ma dove l’amore c’è sempre) ambientato durante la Seconda Guerra mondiale.
Poi entro la fine dell’anno, penso verso appunto la fine del 2019, dovrebbe uscire un mio romanzo pubblicato dalla Mursia: è un fantasy/favola, che è arrivato in finale l’anno scorso al loro concorso. Pubblicare con una grossissima CE un po’ mi spaventa, ma di sicuro farà “curriculum”!!!
Infine sto scrivendo un romanzo drammatico (sono a metà), e spero entro luglio di iniziare a scrivere un romanzo a 4 mani con la mia amica e autrice Marta Arvati. E mi fermo qui… Anche se ci sono altre cose che mi frullano in testa. Ricordo solo che l’anno scorso ho pubblicato il mio primo libro con la CE Collana Floreale, un romance contemporaneo con un po’ di dramma/suspence/introspezione: “La vita di noi due”.
22 Maggio 2019 at 21:38
Del libro credo che ne abbiamo parlato fin troppo quindi non ti tedierò anche qui 😀
Come sempre trovi le tre parole perfette, questa volta mi trovo d’accordo con minuzioso. Secondo me questa storia lo è molto, è parecchio lunga ed è ricca di dettagli eppure il tutto non annoia per niente e credo che questo sia un pregio.
22 Maggio 2019 at 23:41
Concordo 😀 Tutto si incastra alla perfezione ed è davvero un pregio… Non sempre capita così! Anzi, di solito manca sempre qualche piccolo dettaglio lasciato al caso! XD