Nonostante, da un lato, abbia una miriade di faccende più o meno impreviste da espletare nell’arco di, se non questa settimana, massimo la durata del periodo spooky per antonomasia -ne posso annoverare davvero per tutti i gusti: ci sarebbe da ultimare il racconto di ottobre per la mia rubrica di scrittura creativa, Storytelling Chronicles, della quale forse non ricorderete granché in quanto è da, tipo, una vita che non pubblico un mio parto vergato qui, sul mio piccolo lit-angolino per pochi (leggasi come “per i poveri cristiani che riescono ancora a sopportarmi senza dare troppo di matto”); avrei due o tre libri da divorare nei prossimi giorni con l’obiettivo di recensirli adessubito, giusto per portarmi avanti e non giungere al momento della pubblicazione online con l’acqua alla gola (che sarebbe il mio modus operandi da blogger sfaticata); dovrei continuare a mantenere la calma per la nuova attività lavorativa a cui sto partecipando in via secondaria perché A) non voglio stressarmi quando non c’è un’effettiva ragione per farlo (essendo comunque una persona terribilmente ansiosa, sto cercando di non rifletterci sopra poi molto: rischierei un tracollo che non ho bisogno di vivere nel presente istante di tempo ove dimostrarsi saldi è cosa buona e giusta per chiunque) e B) non avendo le conoscenze totali dell’argomento, è normale che ora come ora la sottoscritta risulti, in qualche maniera, carente (ripetermelo con costanza mi aiuta parecchio, anche se, sotto sotto, nel profondo, sento sempre la nota stonata per cui storcere il naso è d’obbligo: ce la farò? Lo spero)- e, dall’altra parte, la mia testa sia piena di pensieri non troppo bellissimi derivanti dalle questioni evidenziate nella precedente digressione tra lineette -sinceramente qui non so neanche cosa scrivere, però, visto che sono una rottura di cabbasisi ambulante e mi piace dare fastidio, sto facendo finta di aver qualcosa da dire; dopotutto, lo sanno tutti che, quando divento confident nelle relazioni interpersonali, tendo a straparlare: certi miei vocali la sanno lunghissima, fidatevi-, stamattina regalo il mio contributo all’ennesimo Review Party che Susy de I miei magici mondi, sull’onda del lunedì appena trascorso, ha voluto organizzare in occasione dell’odierna uscita historical M/M di Triskell Edizioni, Un ultimo bacio di Sally Malcolm.
Pure stamattina ho optato di redigere un ulteriore appuntamento con la parentesi riguardante i miei personali consigli letterari -sto parlando, ovviamente, di Ambarabà, episodi casuali nei quali vi prescrivo una medicina di carta inchiostrata per guarire la sintomatologia da voi identificata che io stessa definisco tramite una lista di cinque punti fondamentali: sebbene in ingegneria informatica, sono pur sempre una dottoressa (molto simpatica)!-: come potevo fare altrimenti dinanzi un romanzo dolcissimo i cui protagonisti hanno la capacità di conquistare anche i cuori più refrattari all’amore?
Creazione a cura di Federica del blog On Rainy Days
Intensa voglia di protagonisti sia dolci sia forti all’unisono contro tutti
Alla ricerca di un libro in cui tematiche attuali purtroppo sempreverdi rubano la scena
Necessità viscerale di una storia ove lasciarsi cogliere in flagrante dalla prevedibilità
Forte curiosità verso una narrazione in terza persona dall’arrière-goût della prima
Grande bisogno di conoscere meravigliosi spiriti affini quali, pur sapendo, non cambiano
Si ringrazia la casa editrice Triskell Edizioni per la copia digitale ricevuta in omaggio.
#prodottofornitoda #copiaomaggio
Malgrado i salti temporali riscontrati fra i diastemi nero seppia dei primi capitoli abbiano l’eminente probabilità di vittoria schiacciante nel turbare la classica atmosfera sequenziale dei libri mediante l’utilizzo del desultorio pure laddove sia i fatti sia le emozioni devono obbligatoriamente possedere l’ardire di ritrovarsi maritati a doppio filo continuo senza largire ad alcuno un’oncia di quel terreno tra le cui spaccature i loro duelli più o meno amichevoli condividono nessuna peculiarità tipica dell’essere frammentario in sé e per sé, vizio di procedura breve ma intenso che, legato all’assenza sua gemellare di taluni dettagli riguardanti inezie secondarie, da bonificare sempre e comunque qualora si volesse davvero regalare all’audience la giusta panoramica d’insieme, per i quali, se da una parte si è lanciato il sasso, all’opposto risulta essere stata nascosta la mano, conduce a una falsa partenza destante l’emblematica squalifica prima ancora di aver cominciato a trafficare sul serio col cambio, giusto in tempo per ingranare la marcia e dare il via alla scampagnata fuori porta del weekend, Un ultimo bacio di Sally Malcolm rappresenta il trionfo della prevedibilità sull’attonimento, colpo di scena oltremodo inaspettato per i serial killer delle pagine vergate che, nonostante si imbattano in una storia molto lineare e poco brillante per quanto concerne l’evoluzione delle peripezie un po’ d’amore un po’ di guerra lì rilegate a dovere, sussultano di fronte alla chiarezza e tremano innanzi all’ovvietà, distinguendone il vuoto prima, realizzandone la pienezza poi, apprezzandone la qualità infine.
Scheda libro
Titolo: Un ultimo bacio
Autrice: Sally Malcolm
Casa editrice: Triskell Edizioni
Pagine: 278
Anno di pubblicazione: 2022
Genere: Historical Romance, M/M
Costo versione ebook: 4.99 euro
Costo versione cartacea: 15.00 euro
Link d’acquisto: Amazon (ebook), Amazon (cartaceo)
Trama: Una storia dolce e vittoriosa di un amore proibito nel dopoguerra.
Quando il Capitano Ashleigh Arthur Dalton partecipa alla guerra nel 1914, non si sarebbe mai aspettato di innamorarsi. Tuttavia, nei tre lunghi anni al fronte, il suo affascinante attendente, il soldato West, diventa la sua ragione per lottare… e per vivere.
Eppure, la guerra di Ash si conclude in una catastrofe. Gravemente ferito, viene rispedito a casa dalla famiglia, nell’abitazione di campagna a Highcliffe. Lontano da West, arrabbiato e solo, Ash ha difficoltà a tornare al mondo raffinato che non comprende più.
Harry West, uno stalliere dell’East End di Londra, si innamora a prima vista quando incontra il dolce e complicato Capitano Dalton. Harry dubita che la loro amicizia possa sopravvivere nel mondo legato alle divisioni in classi sociali nel momento in cui torneranno a casa, ma sa che non dimenticherà mai il suo capitano.
Quando finalmente la guerra si conclude, Harry si ritrova alla deriva a Londra. Senza lavoro e disperato, mette da parte l’orgoglio e va a Highcliffe alla ricerca di un impiego e dell’uomo che ama. L’amicizia nata in guerra tra i due uomini si trasforma in una storia d’amore appassionata e proibita, proprio sotto gli occhi del padre autoritario di Ash.
Tuttavia, violare le barriere del ceto sociale e della sessualità è pericoloso, e nemici si aggirano tra le ombre profumate delle rose di Highcliffe.
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