Dopo la famosa settimana nella quale mi è capitato di lanciarmi in avventure decisamente monotematiche sul rosa andante poiché, ormai penso lo sappiate molto bene considerando quanto vi abbia rotto i cabbasisi nel dirvelo, il genere fra i cui paragrafi sprofondo con estremo piacere per non pensare a niente si colora sempre di un rosso assai desaturato, ho creduto fosse necessario cambiare registro inoltrandomi laddove il diverso avrebbe fatto da padrone, un viaggio stampato che magari mi potesse concedere la disintossicazione sia dagli unicorni sia dagli arcobaleni per un giorno o anche due, considerando la mia propensione naturale a un odio rabbioso nei riguardi di una passione incisiva qualora, di punto in bianco, la noia decidesse di bussare alla mia porta e invitarsi autonomamente a entrare nella mia casa.
Quando Susy del blog I miei magici mondi mi ha invitata a partecipare al Review Party organizzato con Ely de Il regno dei libri per l’uscita di Marida Lombardo Pijola firmata La Nave di Teseo, L’imperfezione delle madri, al contrario di quanto avevo deciso per La Nicchia Letteraria in merito alla condivisione di progetti online perché il mio obiettivo principale del nuovo anno sarebbe stato quello di prendermela comoda leggendo solo titoli a carattere interamente personale, ho immaginato fosse un segno della provvidenza ricevere questa ammaliante tentazione sotto forma di messaggio in chat, diavolo seducente che ha saputo farmi capitolare giusto il pugno di minuti per leggere la trama incriminata.
Quale sarebbe, perciò, la morale dell’appena raccontata storia con totale happy ending? Grazie alla mia folle curiosità per tutti i libri stuzzicanti in circolazione e al ghiribizzo distintivo che mi travolge un secondo sì e l’altro pure, ho ceduto alla lusinga della mia cara amica e collega, scoprendo, in questa maniera, una delle prose più brillanti del mio 2020 di letture, esposizione lirica dall’aulica contemporaneità che si offre all’uditorio attraverso una prima e una terza persone in alternanza, coppia separata eppure unita che regala una visione d’insieme davvero suggestiva, esperimento sociale dal di fuori e dal di dentro che mostra l’esistenza di altri nella salsa della propria, musica sublime per orecchie esigenti per cui rispolvero con gioia un cavallo di battaglia del mio blog, la rubrica Thr33 Words, un modo di recensire diverso dal solito grazie al quale vi propongo una terna di aggettivi scelti appositamente da me per descrivere quest’uscita del 20 febbraio.
Creazione a cura di Susy, admin del blog I miei magici mondi
Nonostante, da quando ho memoria, la dispettosa pignoleria sia sempre stata una tonalità peculiare del mio carattere difficile all’altrui sopportazione, con l’incrementare dei libri affrontati durante il mio bellissimo tempo di errante girovaga della carta inchiostrata, ho constatato quanto la suddetta pedante sfumatura d’antipatia intrinseca abbia raggiunto picchi di così esponenziale sopravvento da obbligarmi, tutte le volte possibili, a identificare uno o un secondo dettaglio vergato capace, prima, di non farmi apprezzare a pieno il testo considerato e, poi, nel caso peggiore, di farmela addirittura bocciare completamente senza opportunità di redenzione da parte della stessa.
Malgrado sia ben conscia dell’emozione di astio che potrei suscitare in chi è tanto paziente da ascoltare, o meglio visionare, le mie logorroiche digressioni sul blog poiché sembra desideri essere, per forza, poco giudiziosa cercando e trovando il pelo nell’uovo pur di dare una valutazione negativa, purtroppo, dovete cercare di capirmi, se di fronte a me si palesa un testo ove gli orrori ortografici si sprecano e le ripetizioni di ogni genere tengono banco, due Nemesi per occhi molto attenti alla cura dei dettagli quali sono i miei, il soggettivismo comincia a dominare il palcoscenico, non lasciando scampo alle vittime incartapecorite del momento.
Ciò nondimeno, se il famoso proverbio recita L’eccezione conferma la regola, significa che, sotto sotto, anche per la sottoscritta potrebbe esistere un anomalo strappo alle certezze del sé: ne L’imperfezione delle madri, infatti, la martellante essenza della cronaca di Marida Lombardo Pijola si accanisce su un tornado di concetti ripetuti a oltranza, profusione di identiche espressioni usate per mettere in rilievo l’affinità basilare del sangue raccontato, tre donne diverse che, quantunque le loro singolarità non siano affatto conformi, riescono a inciampare nei medesimi tranelli già collaudati, Insistente modus operandi che, sebbene possa facilmente risvegliare la poco discutibile avversione in un lettore facente gruppo nella mia risma protetta, entra negli spiriti all’ascolto con boriosa tracotanza, dettando legge, facendo razzie, annientando coscienze.
Lo sappiamo bene, moltissimi amanti dei libri si tuffano nelle escursioni di indelebile china in quanto, spesso e volentieri, davanti all’orribile e passiva staticità della loro routine giornaliera, si manifesta l’aurorale bisogno di uscire dai propri confini tangibili per sbarcare verso battigie inesplorate di eterna fantasia con l’unico obiettivo di concretizzare il respiro per antonomasia, sani polmoni idonei alla libera espansione che, nell’intorno di un secondo prezioso, ottengono davvero il privilegio della loro natura, lasso di tempo fondamentale per dimenticare un poco il troppo di sempre.
Eppure, uno sparuto gruppo di divoratori dei capitoli in perpetuo avvicendarsi tende a prediligere opere più impegnative dove, magari, fra le righe vergate, compaiono argomenti di grande levatura che demoliscono personaggi talmente reali obbligati a farsi carico di vicissitudini scritte da piume marcate con notevoli e speciali arabeschi dalla qualità piuttosto evidente: osservare la propria esistenza riflessa in sguardi tanto opposti quanto affini soccorre il testimone non pagante nel chiarirsi le idee, sregolate menti in tumulto che necessitano di un ordine nel caos per districare matasse concernenti passato, presente e futuro di una vita quasi comune nella sua eccezione, linea transitoria che suppone l’intendimento di altri per essere fronteggiata con la responsabilità più salda nel cuore.
Surfando quest’onda anomala dai portentosi lineamenti acquiferi, coram populo giunge alla meta L’imperfezione delle madri, bijoux d’inchiostro che, con debilitante lentezza, affila le unghie sull’immacolata lavagna di premura cartacea, impatto diretto al nero di seppia che, Graffiante nelle basi stesse della sua essenza, tormenta il pellegrino letterario sottoponendolo a voli pindarici destanti la mera riflessione interiore, concentrato di pugnalanti elucubrazioni che riesce nell’impresa di colpire, all’organo pulsante, bersagli in frequente movimento, proiettando le ombre di uno stile ermetico negli anfratti del quale lessemi calibrati e periodi a effetto da sottolineatura imposta si contendono il podio della narrazione, cartucce non a salve che si accomiatano in devastanti congedi da ultima volta.
Benché sia inevitabile ricevere da entrambi i genitori il valore aggiunto di una traccia genetica zelante nel voler emergere, mediante sostanziali disuguaglianze lampanti, sugli altri suoi pari diversi, in tutti i modi possibili i figli cercano sempre di affiorare sul pelo di un oceano rigoglioso di ittiche creature branchiomunite tramite specificità non conformi al lascito ottenuto, aspetti variegati che, in ogni minuzia disponibile all’utilizzo, rendono il loro temperamento al di là del caleidoscopico, palesi impronte che, quale grandiosa sommossa di autorevole ribellione, convincono i loro portatori lucidamente sani a fare prima e a disfare poi in completa autonomia di scopi finali perché è nella crescita obbligata che, oltre le tracce lasciate dal prossimo stretto, l’azzeccare e l’errare rappresentano le due facce di una stessa medaglia dagli aurei tratti nitenti e sussiegosi.
Tuttavia, è assai immediato per chi viene dopo scivolare nei medesimi tranelli che i pregressi erranti della realtà così come la si conosce hanno incontrato lungo la loro strada tortuosa, radici semi nascoste che, nonostante abbiano reso inevitabilmente più impervio il cammino delle vite in ascolto, hanno permesso a queste vittime impreparate di essere al punto attuale non alla stregua di ennesime prede ma di navigati cacciatori, interpunzione da attento capoverso che identifica il perno nodale dell’essere senza restrizioni: con l’intelaiatura di un pegno d’amore rilegato a mo’ di perfezione librosa, Marida Lombardo Pijola dona al suo pubblico una memorabile esperienza di connessione generazionale a tre, ciò che si era una volta, ciò che si è ora, ciò che si sarà un giorno, occhi cerulei che si specchiano fra loro in corpi distanti annientati dalle peripezie a cui il destino li ha costretti, umane coniugazioni di sbagli ancestrali presi da un trascorso non loro all’odierna epoca vigente, miscuglio eterogeneo di sapori agli antipodi che paradossalmente rimandano all’identico attimo cristallizzato nel tempo, ieri che, definendosi oggi, vivrà domani, eterno fluire muliebre di gente con una A tatuata sul cuore che si confessa agli sguardi rincorrenti parole in caduta libera, dimostrandosi vicino a quelli che sanno, ma hanno paura di affrontarlo e a quelli che desiderano non temendo di realizzarlo.
Si ringrazia la casa editrice La Nave di Teseo per la copia ricevuta in omaggio.
#prodottofornitoda #copiaomaggio
Scheda libro
Titolo: L’imperfezione delle madri
Autrice: Marida Lombardo Pijola
Casa editrice: La Nave di Teseo
Pagine: 300
Anno di pubblicazione: 2020
Genere: Narrativa contemporanea
Costo versione ebook: 9.99 euro
Costo versione cartacea: 18.00 euro
Link d’acquisto: Amazon (ebook), Amazon (cartaceo)
Trama: Agata, Angela, Azzurra: nonna, figlia e nipote. Tre donne molto diverse eppure profondamente legate da vincoli e affinità che loro stesse stentano a riconoscere. Deluse, a volte frustrate ma mai arrese, lottano contro pene e fantasmi d’amore in una battaglia che le accomuna anche se su fronti solitari. Agata, la nonna, che dopo il fallimento del suo matrimonio ha avuto un crollo psicologico; Angela, figlia e madre a sua volta, che ha alle spalle una relazione finita e un presente fatto di incontri con sconosciuti online e di una relazione – elettrizzante quanto oscura – con l’ambiguo Piero; infine la più giovane, Azzurra, bellissima e irruenta, egoista e fragile, figlia e nipote, il cui rapporto con Massi naufraga di fronte a impegni e responsabilità mentre l’amica di sempre, Gioia, la sostiene ogni giorno. I destini di queste donne, così autonomi e così profondamente intrecciati anche da alcuni segreti sorprendenti i cui fili si srotolano lungo l’arco di tre generazioni, potranno cambiare solo ricomponendo, come in un mosaico inatteso, i pezzi delle loro vite, quei fili sotterranei che le legano oltre ai più apparenti vincoli famigliari.
Un romanzo a tre voci e tre cuori, tre protagoniste femminili che raccontano tutta la forza che esplode quando una donna trova il coraggio di andarsi a prendere il futuro che scalpita davanti a lei.
26 Febbraio 2020 at 16:19
Come sempre riesci a trovare le parole perfette per ogni storia, sapevo che sarebbe successo anche con questa.
Felicissima che il libro ti sia piaciuto tanto