In un periodo ebbro di ardue decisioni da cogliere alla svelta per aggirare ennesime perdite di tempo utile, parecchie novità disparate che, in bene o in male, sanciranno i mesi a venire sia per La Nicchia Letteraria sia per la mia persona in un ambito strettamente reale, pioggia battente verso cui rivolgo un sorriso grato nonostante dentro di me senta emozioni discordanti da quella mezza luna sul viso, quasi desiderassi confermare un nuovo stile di vita atto a osservare i bicchieri mezzi pieni e non mezzi vuoti, abbandonando così il gobbo leopardiano che, troppe volte, ha stuzzicato il mio cervello pensieroso, spesso donare anima e corpo alla banale routine di ogni giorno mi accorda la grandiosa opportunità di inspirare a pieni polmoni, una boccata d’aria forse stantia che, proprio grazie al suo essere viziata e, quindi, oltremodo conosciuta, mi permette di erigere intorno al mio cuore delle difese inviolabili, quattro mura portanti entro cui nessuno spiacevole imprevisto può entrare e nessun carezzevole lenitivo può uscire senza il mio diretto consenso: la rubrica che La lettrice sulle nuvole Chiara ha creato e portato avanti con Dolci del blog Le mie ossessioni librose, Questa volta leggo, identifica una delle mie isole più felici, atollo paradisiaco sulle rive del quale io e altre colleghe, una dopo l’altra, giorno per giorno, recensiamo una determinata avventura di carta e inchiostro prendendo in esame un soggetto accomunante, particolare tematica a cadenza mensile che per settembre è stata Un libro comprato/regalato in vacanza.
Evidenziando quanto sia improbabile per me accogliere dei testi in dono da un individuo diverso dalla sottoscritta perché, a meno di seguire la mia wishlist, trovare il coraggio di azzardare è davvero peculiarità di pochissimi, con il nuovo e odierno appuntamento di Comprato e Divorato, parentesi nicchiosa fra le cui righe elargisco l’opinione concernente un acquisto mangiato con gusto subito dopo averne ricevuto lo scontrino, colgo l’occasione di parlarvi de L’avvelenatrice, un racconto storico di Alexandre Dumas che, sebbene non lo conoscessi, mi ha attirata fin dal primo istante in una spirale magnetica a cui non ho saputo dire di no.

Creazione a cura di Dolci del blog Le mie ossessioni librose

750 g di senno non molto a posto
600 g di pura determinazione a non fallire
400 g di silenzio sotto tortura
Cinque litri di sfortuna a tempo debito
Un pizzico di vicoli ciechi all’ombra dei quali nascondere i propri reati
Qualche cucchiaino di efferati supplizi da tollerare muti e coscienti
Una conclusione tragica già menzionata negli annali storici
Testa alta e petto in fuori fino all’ultimo respiro
Una famiglia bigotta che bada solo alle apparenze
Una donna alla ricerca di un’evasione
Un uomo spietato che impara e mette in pratica
Un prigioniero dai mille più uno insegnamenti

Marie-Madeleine D’Aubray non è, di certo, la qualunque: figlia del presidente al Tribunale parigino, Dreux D’Aubray, e bellissimo esemplare del gentil sesso, nel 1651 viene data in sposa al marchese di Brinvilliers, da un lato orba creatura dell’entroterra aristocratico che, nemmeno a un palmo dal suo naso, è stato in grado di scoprire il tradimento della moglie con il cavaliere Godin de Sainte-Croix, e, dall’altro, esperto scialacquatore di ingenti patrimoni che, a causa di questo vizio assai distruttivo, riesce infine a guadagnarsi la separazione coniugale da una moglie non più capace di percepire alcuno scampolo di amore nei suoi comunque fedigrafi riguardi. La divisione fra i due, però, non viene ben accettata dalla famiglia della nobildonna che, spinta da un’incontrollabile passione inducente a una dispettosa ricerca di libertà, pur di ottenere il suo ambito premio, in questa vita oserà anche troppo.

Nonostante abbia, mio malgrado, trovato dei leggeri buchi nella linea temporale degli eventi raccontati, inconsistenti salti di narrazione che, quantunque rappresentino un’esigua marginalità a confronto della storia principale vertente la protagonista senza scrupoli di cui Alexandre Dumas rende edotto il suo pubblico impaziente nel conoscere il maestro del romanzo storico sotto inedite vesti di menestrello della realtà, disgraziatamente lasciano qualche inevitabile vuoto nella panoramica generale di altri personaggi secondari e rilevanti insieme, L’avvelenatrice è il resoconto minuzioso di un intreccio già vergato da fatti tangibili, contingenze davvero accadute che, partendo come meri tasselli di esistenza sconosciuta, si appropriano della loro meritata ribalta per dimostrare l’ima bassezza nella quale la natura umana può inciampare con squilibrata consapevolezza, gelida ponderazione del come e del quando che, in nome di un prestigioso ideale dalle fattezze signorili, lorda il candido e aggrava il sudicio.
Consigliando ai neofiti di questo piccolo tesoro stampato una flemmatica degustazione sulla propria lingua letteraria, graduale assaporare che favorisce il viandante di risma con china nel raggiungimento di due obiettivi, in primis la totale digestione di quanto visto a lessemi, cronaca serrata di accadimenti (im)mortali che si riflettono in ogni subconscio capace di elucubrare su un passato lontano eppure vicino all’indirizzo di cui fiutare l’ingombrante timore della plausibile ricaduta, in secundis l’esatta comprensione dell’idioma utilizzato dallo scrittore d’Oltralpe, ricercata qualità di epoca andata che, romantica nelle sembianze native, feconda la memoria ospitante con il vetusto strascico nel corso di un oggi bravo a dimenticare con assidua facilità, vorrei porre un accento anche sulla meravigliosa estetica che ha sempre contraddistinto la casa editrice milanese ABEditore, grafica camaleontica che, impeccabile, si adatta a tutte le sfide di pagine rilegate alle quali viene sottoposta in base a pubblicazioni diversificate fra loro, firma riconoscibile che, con omogenea uniformità, si arguisce dall’esitante inizio al sicuro epilogo, divina tecnica di magnetismo ottico che non solo induce nella tentazione ad acquisti compulsivi, ma fa anche crollare qualsiasi barriera di un portafoglio pronto a perdere i suoi fidati e vecchi inquilini.

 

 

 

 

Valutazione:

 

Scheda libro

Titolo: L’avvelenatrice
Autore: Alexandre Dumas
Casa editrice: ABEditore
Pagine: 116
Anno di pubblicazione: 2015
Genere: Classici
Costo versione ebook:
Costo versione cartacea: 6.90 euro
Link d’acquisto: Amazon (cartaceo)
Data d’acquisto: 6 agosto 2019
Data d’inizio lettura: 7 agosto 2019
Data di fine lettura: 9 agosto 2019

 

 

Creazione a cura di Dolci del blog Le mie ossessioni librose