Nell’attimo durante cui è iniziato ottobre, considerando il cambiamento che avrei dovuto fronteggiare a metà mese -ora che sono in pieno stage lavorativo, sembra essere passata una vita da quell’istante ormai lontano: i giorni sono così pieni che manco mi accorgo del loro perpetuo scivolare fra le mie dita come la sabbia in un pugno non troppo stretto-, ho subito riflettuto sulla necessità di uniformare la mia persona alla mutazione che, di lì a breve, sarebbe venuta nel piccolo mondo fatto soprattutto di libri, scrittura e musica.
Quindi, non dimenticandomi del fatto che il tempo libero a mia disposizione sarebbe diminuito drasticamente per via di impegni non procrastinabili -avete idea della difficoltà di dover scegliere fra uno o più hobby, regalando determinate priorità ad altrettante determinate passioni in base a non si sa bene quale criterio, perché, purtroppo, non si ha alcun buco da riempire, vuoi per la stanchezza, vuoi per scadenze varie ed eventuali? Beh, sappiatelo, ogni volta è un colpo al cuore decidere fra qualcosa che è parte di te da sempre-, ho pensato avessi bisogno di dedicarmi unicamente a viaggi d’inchiostro nei quali tuffarmi solo per mio strenuo proposito, accantonando eventi magari troppo pesanti per cui la mia testa non è abbastanza concentrata per dare il meglio di sé.
Grazie a Chiara, La lettrice sulle nuvole, accompagnata dalla sua onnipresente socia Dolci de Le mie ossessioni librose, e alla rubrica di sua invenzione Questa volta leggo, per rispondere alla tematica Un libro che faccia pensare all’autunno, ho avuto l’occasione di affrontare un volume Fazi Editore che avevo comprato il day one di pubblicazione spinta dalla cover arancione in pieno stile della stagione attuale: nel presente appuntamento con l’angolino nicchioso Istantanee di lettrice, oggi vi racconto di Elmet, il connubio perfetto di meravigliosa firma, storia mai scontata e paesaggi atemporali, bilancia tarata all’equilibrio che, risaltando grazie all’ausilio di un inizio col botto, sconvolge pure nella sua clamorosa fine, punto di termine che, andando a capo nel momento meno opportuno, se non alla definitiva chiusura vergata induce a un’ipotetica continuazione mai scritta.

Creazione a cura di Dolci del blog Le mie ossessioni librose

 

 

 

 

Entro i confini di un mondo brutale ove chiunque è capace di tutto e nessuno è in grado di farsi valere davvero, soprusi e prepotenze dei primi che dominano il candore e la buonafede dei secondi in un gioco al consapevole massacro degli ultimi senza speranza cui non viene invidiato nulla poiché sembra sempre essere più importante il caduco materiale all’eterno spirituale, è possibile ritagliarsi un minuscolo spazio nel quale essere ed esistere con un sufficiente necessario a vivere nella frugalità di un’epoca ormai andata che riesce ancora a gradire le balsamiche virtù a scapito dei vizi deleteri? Guerreggiando, seppur ad armi decisamente impari, un sistema nel quale la legge non è mai uguale per la totalità degli individui, un circolo vizioso fra le cui mura, nonostante la brama non velata dei pochi di voler cambiare quell’aria sporca con il sano respiro di un Eolo alzatosi da poco, i vincitori rimangono gli stessi un giorno sì e l’altro pure, si cercano spesso e volentieri le esatte vie d’uscita per un presente dal sapore retrò e un futuro da tuffo nel passato, una casa accogliente, legami essenziali, una stretta naturale e animali generosi, minuzie ordinarie che, proprio perché nascondono il cuore del bastevole rendendolo abbondante quanto la numerosità dell'(in)utile, attirano e stuzzicano le manie di grandezza a depredare e, forse, ottenere una volta di troppo. Chi vincerà fra il bene e il male?

Usufruendo di uno stile vergato che, se della prosa ha le fattezze, della lirica possiede il cuore, miscuglio riuscito di due generi completamente diversi che, nonostante un’opposta essenza d’animo capace di relegarli ai circoli polari dell’universo letterario, incontrandosi, nero su bianco, nel mezzo del cammin di loro vita, sono sempre in grado di regalare attimi fugaci d’eterna beatitudine tra pagine inchiostrate alla ricerca di lettori pazienti nel voler conoscere una storia e desiderosi nel saperla comprendere a pieno, floride immagini non estrapolate dal contesto che, a cavallo tra ieri e oggi, rendono tanto reali quanto chimerici luoghi magici, persone particolari, vicissitudini sfortunate e sentimenti importanti, Elmet è la voce fuori dal coro di chi, in quel coro, ha un posto per davvero, urlo a squarciagola contro un cielo silenzioso chiamante tempesta che, dominando dall’alto del suo podio sia il pianeta sia i suoi abitanti, si concede l’ultima parola riguardo le gioie verso destra e i dolori verso sinistra, fuoco e fiamme che piovono a catinelle sulle teste degli avventurieri (im)preparati a un destino a tratti troppo avverso a tratti troppo sarcastico, fato che decide se e quando distruggere una volta per costruire la seconda, ponendo l’accento sull’unico valore basilare che conta, la famiglia che sopravvive al tempo e continua nello stesso.

Talvolta mi sembrava che avrei potuto dormire per sempre. Altre volte uscire da un sogno, svegliarmi e tornare a vivere nel mondo era come uscire dalla mia stessa pelle e affrontare il vento e la pioggia con addosso solo la mia carne viva.

 

 

 

 

 

 

Valutazione:

 

Scheda libro

Titolo: Elmet
Autrice: Fiona Mozley
Casa editrice: Fazi Editore
Pagine: 277
Anno di pubblicazione: 2018
Genere: Narrativa contemporanea
Costo versione ebook: 9.99 euro
Costo versione cartacea: 18.00 euro
Link d’acquisto: Amazon (ebook), Amazon (cartaceo)
Trama: Elmet, l’ultimo regno celtico indipendente in Inghilterra, terra di nessuno e santuario di fuorilegge, rifugio ma allo stesso tempo trappola, è il lembo sperduto dello Yorkshire che oggi fa da sfondo a questa storia. Vi abitano Daniel e Cathy, fratello e sorella adolescenti. Sono stati abbandonati dalla madre, che sembra essere sparita nel nulla, e vivono, senza regole e senza contatti col mondo esterno, col padre John, un pugile di strada burbero e solitario, nella casa in mezzo ai boschi che lui ha costruito con le sue mani, dormendo all’addiaccio nei primi giorni, sostenendosi di caccia e raccolta. Un vero e proprio nido, in cui i tre trovano la serenità. Finché non compare il signor Price, ricco proprietario terriero senza scrupoli, padrone di gran parte degli alloggi e dei terreni locali e sfruttatore dei suoi lavoratori, che reclama il terreno dove John ha costruito la sua casa, affermando di possederlo legalmente. E con le stesse mani con cui ha ricreato una serenità perduta, John sarà pronto a difenderla…

Ritratto brutale e commovente di una famiglia atipica che vive ai margini della società, Elmet fa riflettere su quanto possa essere difficile trovare il proprio posto nel mondo e sull’impossibilità di rintracciare un senso di giustizia per coloro che non sanno scendere a compromessi.
Con la sua scrittura lirica, che ci fa respirare le atmosfere di luoghi splendidi in contrapposizione alla povertà più disperata, in pochi mesi il romanzo ha conquistato tutti: è stato finalista al Man Booker Prize – cosa davvero rara per un esordiente –, è stato definito il libro dell’anno dalle testate più autorevoli, ha venduto più di 70.000 copie ed è già in corso di traduzione in 14 paesi.

 

 

Creazione a cura di Dolci del blog Le mie ossessioni librose