Sebbene abbia avuto motivazioni valide per non aderire negli scorsi mesi alla rubrica L’Angolo Vintage 2.0, significative ragioni legate sia all’università a cui pian piano sto sopravvivendo, Deo gratias!, quasi indenne sia agli impegni presi a nome de La Nicchia Letteraria per i quali fallare non riflette la giusta parola d’ordine per dare prova della corretta diligenza nel mio operare, purtroppo ho sempre sentito nel mio cuore una certa manchevolezza nei riguardi delle altre colleghe che, alla stregua di alacri Wonder Women guadagnanti la mia invidia su tutta la linea, riescono ogni volta a conciliare i tasselli del puzzle incastrandoli ad hoc al primo colpo come se nulla fosse, dando un personale e ottimo contributo all’ennesima creazione fantastica di Chiara de La lettrice sulle nuvole, un appuntamento mensile in data 17 dove uno stuolo eterogeneo di blogger si trova insieme a recensire un vecchio acquisto parcheggiato in completa solitudine sul loro scaffale privato, mentre l’oblio da abbandono impolverato sovrasta la vicissitudine in atto provando a conquistare terreno utile pur di vincere la guerra contro il tempo spietato.
Oggi, finalmente, per il secondo giro di boa che dal lontano gennaio di quest’anno aspettavo con impaziente desiderio, con la sessione estiva ormai alle spalle a cui dire Ciaone! è stato davvero liberatorio, anche la sottoscritta contribuisce all’iniziativa sopra citata e, per approfittare al meglio dell’odierna occasione speciale, ho deciso di elargirvi la mia opinione in merito a un ebook acquistato nel 2018 agli inizi di settembre su consiglio della carissima Susy che conosce i gusti letterari della qui presente Lady C. meglio di lei stessa: nonostante la definizione di Comprato e Divorato non preveda di focalizzarsi su alcun titolo datato poiché la regola è intraprendere un’avventura di pagine e china appena avvenuto lo shopping compulsivo, dal momento che, dopo aver sbranato la versione digitale Tentare di non amarti, ho provveduto a ordinare sul buon vecchio Amazon il cartaceo perché, quando un’opera sa tenerti incollata alle sue parole scritte, merita un posticino fisico su un ripiano già strapieno di testi, ho pensato di trasgredire al principio fondante di questa tipologia di recensione avvalendomi, nei suoi confronti, della proprietà commutativa perfettamente vigente.
Creazione a cura di Dolci del blog Le mie ossessioni librose
700 g di lingua tagliente
600 g di cupa solitudine
550 g di infuocata passione
400 g di velata malinconia
Due litri di necessaria libertà
Una spolverata di risposte pronte
Un pizzico di bugie a fin di bene
Qualche cucchiaio di passato che devasta
Cinico sarcasmo da usare come protezione
Ricordi sbiaditi nel presente diversi
Una donna di troppo
Un pazzo fuori controllo
Un bastardo forse opportunista e senza cuore
Una ragazza debole dal forte temperamento
Tanto eccentrica nel suo caschetto rame bruciato con uno spruzzo di rosa chiaro sulla fronte quanto dolce con quegli occhi castani da bestiolina tenera e coccolosa, la ventiduenne Penelope ha sempre messo di fronte al proprio benessere quello della nonna Barbara per la quale, affetta da una forma precoce di demenza senile, non solo ha rinunciato al college che avrebbe volentieri frequentato per ottenere un avvenire forse migliore pur di starle vicino nel minuscolo appartamento da loro condiviso, ma si è anche gravata di due lavori, bibliotecaria durante il giorno e barista di notte, con l’unico scopo di permettere a entrambe una vita quantomeno dignitosa.
In una routine dove la linearità in essere vige tanto sovrana, cosa potrà mai accadere di nuovo, se non magari qualche incontro sporadico del terzo tipo con squilibrate mine vaganti a cui tener testa diventa una missione quotidiana per non soccombere? Magari l’arrivo di un inquilino particolare che saprà farsi odiare già al primo incontro?
Quando un paroliere governa in maniera irreprensibile una pazzesca tecnica stilistica dove l’incantesimo di una bravura pregiata si mischia a una trama ricca di plot twist richiamanti emozioni da lampante pathos sottinteso, il lettore medio non solo è portato a orientarsi verso un totale apprezzamento per qualsiasi gioiello serbato dalla mano di quell’autore, ma si identifica anche capace di gradire in toto la storia presa in esame benché, magari, essa nasconda, nei suoi anfratti oscuri, taluni elementi un po’ fastidiosi a livello soggettivo tra cui, ad esempio, un personaggio marginale eppure fondamentale riuscente nell’intento di farsi odiare a occhi chiusi pure dal più tollerante e indulgente pellegrino della carta vergata: Amabile Giusti è, per eccellenza, una scrittrice che risponde perfettamente alla definizione or ora elargita, dato che regala sempre al suo pubblico una bellissima narrazione fra le cui righe si ha l’opportunità di scovare characters sia primari sia secondari dal notevole background che, approfondito a sufficienza, si è dotato della capacità di dribblare l’eventuale accusa per grave penuria nei dettagli esposti, senza però togliere ai suoi frementi astanti di immaginare il resto del quadro ormai concretizzato per sommi capi, quasi volesse richiamare quella libertà che il protagonista maschile va cercando in ogni paragrafo di Tentare di non amarti, un respiro a pieni polmoni che, innanzi agli episodi favellati dalla considerevole tangibilità inequivocabile, divulga la propria necessità di essere davvero giacché la fiaba mancata di esistenza non addolcita pone una pragmatica sottolineatura sulla cruda realtà dove nessun salvagente può avere comunque la meglio.
Malgrado la palese assenza dell’epilogo di cui, dandovi conferma di averne sofferto all’inizio poiché avrei voluto leggere ancora un po’ di Marcus e Penny prima di chiudere definitivamente con le loro peripezie stampate, non ho facoltà di lamentarmi sul serio dato che tutte le questioni ancora in sospeso hanno individuato, con le giuste tempistiche, il loro posto nel mondo, con progressiva uniformità si è presentato un tracotante coinvolgimento emotivo per il quale ridere e piangere non sono riusciti più a differenziarsi, lacrime a destra e lacrime a manca che inducono il povero cuore del lettore a impossibili evoluzioni da contorsionista navigato, poliedrico oscillare fra drammatiche sofferenze e indubbia euforia che obbliga la memoria a ripercorrere i fatti assimilati e vissuti, gli stessi che, a distanza di giorni, si continuano a osservare nella propria antologia di illustrazioni recepite sotto forma di vocaboli, tamburellando, instancabili, le meningi dell’ospite alla pari di ferri caldi battuti ritmicamente, i medesimi che, durante il loro cimentarsi, forzano a una perpetua assimilazione mancante di soste pur di terminare il viaggio anche alle tre di notte, dimostrando di nuovo che Amabile Giusti non sbaglia un solo colpo. Mai.
Scheda libro
Titolo: Tentare di non amarti
Autrice: Amabile Giusti
Casa editrice: Amazon Publishing
Pagine: 340
Anno di pubblicazione: 2015
Genere: Romance
Costo versione ebook: 3.99 euro
Costo versione cartacea: 9.99 euro
Link d’acquisto: Amazon (ebook), Amazon (cartaceo)
Data d’acquisto: 21 maggio 2019
Data d’inizio lettura: 16 maggio 2019
Data di fine lettura: 17 maggio 2019
Creazione a cura di Dolci del blog Le mie ossessioni librose
17 Luglio 2019 at 12:07
Quanto mi piacciono le tue recensioni! Anche io ho amato questo libro della GIusti, come tutti quelli che ho letto suoi