Se nutro moltissimi dubbi su quello tra persone, non dubito minimamente dell’esistenza del colpo di fulmine tra libri e lettori. L’iter è sempre lo stesso: noti la copertina e ti paralizzi; incroci il titolo e sussulti; scorgi la trama e parte il film mentale con te protagonista mentre culli il libro nel tuo angolino preferito. Ecco, a me è successo esattamente questo con Fidanzati dell’inverno, primo capitolo della saga L’Attraversaspecchi di Christelle Dabos, edito da Edizioni E/O.
Sono partita senza aspettative particolari e si è rivelato uno dei fantasy più coinvolgenti mai letti. Tempo di qualche riga e si è impadronita di me l’impressione di potermi materializzare tra un battito di ciglia e l’altro nel mondo sfarfallante di magia assolutamente unico creato dall’autrice, vividamente credibile, temibilmente illusorio, reso realistico dalle descrizioni che si prendono il proprio spazio, arricchendo una trama intricata e dinamica che svolge languida i suoi segreti, merito di una narrazione simile a un gioco di specchi in cui niente di ciò che si vede, o quasi, è davvero come sembra. Tale ambiguità si riflette chiara anche nei personaggi, originali come la realtà che li riguarda, per cui si finisce proiettati direttamente nel cappotto della protagonista Ofelia, gettata all’oscuro del suo destino in mezzo a figure mai nettamente bianche o nere, capaci di acquisire sfumature nuove pagina dopo pagina senza arrivare mai a un quadro definitivo. Volente o nolente, è un romanzo che si insinua dentro senza quasi rendersene conto e, se lo leggerete, mi crederete sulla parola se vi dico che non sto più nella pelle di leggere il seguito.
A forza di vedere illusioni aveva perso le proprie, e andava bene così. Quando le illusioni spariscono rimane solo la verità.
Lascia un commento