La mitologia norrena e la Scandinavia hanno un ascendente decisamente forte su di me, infatti è bastato adocchiare il titolo per convincermi senza riserve a uscire dalla libreria con La figlia di Odino, primo capitolo della trilogia Raven Rings di Siri Pettersen, serie ancora relativamente poco conosciuta (per ora), ma con un potenziale a mio avviso incredibile.

 

Inizialmente scorre placido come un rigagnolo, alla fine erompe come una cascata a strapiombo. Una volta che ci si immerge nel suggestivo quanto terrificante mondo plasmato dall’autrice, ammantato di leggenda e insanguinato dal potere, è davvero difficile tornare in superficie senza la voglia di rituffarsi immediatamente per scoprirne ogni palmo, ogni segreto. La narrazione è fitta, irta di svolte sottili e parole non dette da cogliere per non perdersi negli intrighi di cui è disseminata, e affrescata da descrizioni così evocative da incastonarsi nella mente, palpitante della vita dei suoi personaggi, cuore violentemente pulsante del romanzo, incisivi, tormentati, volti al proprio interesse o a quello degli altri, soprattutto la protagonista, sull’orlo dell’emarginazione e dotata di nient’altro che la sua forza d’animo.

Non potevo non mostrarvi uno stralcio del gioiellino di mappa presente all’interno della copertina rigida. Personalmente amo nel profondo orientarmi sulle cartine mentre leggo, districarmi tra i nomi e tracciare sentieri ideali mi dà l’impressione di scivolare meglio tra le pagine, rendendo ancora più mio ciò in cui mi sto avventurando. Un altro motivo per cui amo il fantasy, suppongo.

 

P.s. Casomai lo leggeste e vi appassionaste come la sottoscritta, sappiate che il secondo volume, intitolato Il Marciume, uscirà il prossimo 17 maggio sempre con Multiplayer Edizioni.

 

 

 

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