Qualora facessi un resoconto puramente mentale delle mie attività, nell’ultimo periodo, da dispensatrice occasionale di recensioni più o meno desiderate dalla massa, devo per forza scendere a patti con la situazione della mia “nuova” quotidianità constatando che il quadro generale non fa parte dei rosei per eccellenza. Però, nonostante le prove lampanti del cambiamento a cui mi sono dovuta sottoporre per una moltitudine di ragioni che il 2023 ha portato con sé senza un invito preciso da parte mia -un giorno tornerò in carreggiata, devo solo ritrovare il mio baricentro esistenziale-, quando Manuela di Letture a pois ha suggerito l’evento in questione, ho pensato fosse un segno del destino, un qualcosa del quale l’universo mi stava rendendo edotta, il quid che mancava alla mia equazione per farmi esclamare “Per una volta, ho proprio voglia di esserci anche io nel mezzo” evitando ogni conseguenza paranoica del caso dovuta soprattutto alle aspettative di un certo livello da raggiungere.

Creazione a cura di Manuela, admin del blog Letture a pois

Con l’obiettivo di celebrare tutti coloro che nel mondo del web facevano comunicazione in modo rivoluzionario poiché, attraverso i semplici post di un blog, si potevano esternare le proprie opinioni riguardanti un’infinita miriade di alternative su questo o quello, l’attuale festeggiamento, nel quale anche io, è chiaro, rientro di diritto, è stato instituito nel corso dell’anno 2010 grazie al movimento World Bloggers Day che ne è diventato il promotore.
Insieme ad altre sei colleghe dedite alla passione viscerale per le esistenze scritte -trovate l’elenco delle partecipanti in fondo all’articolo: non dimenticatevi di fare una capatina anche nei loro rifugi letterari online per scoprire il pensiero che hanno in merito alla data di oggi-, si è pensato di rispondere alla domanda delle domande, quella concernente la modalità tecnica attraverso cui scriviamo la qualunque sui libri che affrontiamo e, infine, amiamo od odiamo, a seconda dei casi.

 

 

 

 

Visto che sono una persona decisamente fastidiosa, vi rispondo con un bel Dipende.
Partiamo con l’affermare che, da buona Vergine, adoro l’ordine e l’equilibrio, anche se spesso e volentieri, guardando l’ambiente a me circostante, non si direbbe affatto. Tuttavia, promettendovi che sono migliorata pure sotto la suddetta angolazione, proprio per lo specifico carattere della mia personalità a cui mi stavo riferendo prima, mentre mi immergo in un’opera e dopo esserne riemersa, mi ritrovo a stilare un elenco di punti chiave dei quali discorrere all’interno della recensione. Il motivo principale è che ritengo fondamentale evidenziarli per dare un’infarinatura generale del testo a chiunque decida di sostare nel mio angolino dell’etere in cerca di un parere oggettivo e magari spassionato sulla poc’anzi menzionata avventura inchiostrata.
In secundis, però, considerando che sono un individuo con emozioni difficili da zittire quando si tratta di un hobby dove rimanere catturati come può essere la lettura, sapendo di percepire un’enorme attrazione per una costante varietà nell’elargire la mia opinione, da qualche tempo sto sperimentando un procedimento breve ma intenso fra le righe del quale cerco di unire chi sono io come lettrice e chi sono io come essere umano, coniugando l’obiettività con la sua antitesi, la parzialità.
È sbagliato? Forse.
Me ne pentirò quando inizierò a pubblicare così? Altamente probabile.
Eppure, sapete cosa ne penso davvero? Direi che non mi interessa come il pubblico reagirà alla novità, perché ciò che conta, alla fine, è altro.
L’importante è che, per me, sia giusto farlo.
L’importante è che, per me, parlare di libri, malgrado il cambiamento evidente, continui ad albergare nel mio cuore, rinforzando le radici già presenti con altre più giovani e vigorose. Dopotutto, se non se ne sente il richiamo interiore, come si potrebbe rispondere a un qualsiasi appello?

Creazione a cura di Manuela, admin del blog Letture a pois