Una caratteristica forse simil negativa che accompagna di certo la mia persona è l’ovvio e clamoroso ritardo negli impegni a cui di mia sponte aderisco, quel notorio modus operandi, molto adottato soprattutto dai treni -e tanto per rimanere in tema, Mi scuso per il disagio-, nel quale spesso eccello, quasi a voler, in una maniera originale e fuori dagli schemi, presentarmi all’utenza fremente d’aspettativa.
Perciò, anziché alla mattina, l’odierno giovedì pubblico nel pomeriggio il secondo appuntamento con la rubrica condivisa, a cadenza mensile, Creativity Blogger Week, una gemma preziosa della blogosfera ideata dalla carissima Deb di Leggendo Romance: fortuna che il proverbio dice Meglio tardi che mai, almeno così mi sento meno in difetto e più sul pezzo.

Per il mese di Febbraio, abbiamo scelto di dar voce all’argomento L’amore è dolce, un invito ulteriore, come si può ben carpire dal topic stesso, a celebrare la ricorrenza di San Valentino, una festa che, non mi stancherò mai di ripeterlo, a mio avviso debba essere commemorata ogni giorno dell’anno quanto più se ne ha l’opportunità di farlo.
Sebbene, grazie all’infinità non numerabile di eventi a cui ho dato conferma di partecipazione nell’ultimo periodo, avessi poco tempo a disposizione per dare sfogo al mio estro e, in aggiunta, possedessi già, nei meandri del mio vecchio computer ora in disuso, una storia già pronta da sottoporre alla vostra attenzione, quale testarda che sono, ho deciso di dare sfogo comunque alla mia creatività scrivendo, in via del tutto eccezionale, una semplice lettera, un’epistola, mi auguro, struggente che due personaggi da me inventati si scambiano durante la loro storia chiaramente a stampo romantico: anticipandovi che questa è la prima volta in cui do la vita a uno scritto del genere, pure oggi vi chiedo di lasciare un gentile riscontro in merito a quanto leggerete, così da identificarne i difetti, se ve ne sono, e migliorarmi per la prossima sessione di scrittura.

Un Amore finito può sancire la conclusione di tutta una vita? Forse sì o forse no, dipende sempre da chi deve affrontare il tale tramonto all’orizzonte, un epilogo dalle sfumature rossastre che, incantando, ricorda il prossimo domani, un nuovo giorno da cui ripartire più forti di prima e voltarsi indietro solo per bearsi di quanto, vivendo, si è amato.

Caro Amore Mio,
se ora mi chiedessi che diavolo voglio dimostrare con questa lettera, probabilmente non saprei cosa risponderti: in fin dei conti, è da molto tempo ormai che progettavo un simile gesto forse sconsiderato e, nonostante l’ostinato interrogatorio interiore a cui mi sono sottoposta, ancora, purtroppo, non è arrivata l’illuminazione che andavo cercando.
Durante questi mesi in cui siamo stati lontani, non ho potuto fare a meno di pensare a quanto abbiamo vissuto, seppur brevemente, nel paradiso terrestre in cui ci siamo ritrovati insieme l’estate appena trascorsa, per un caso a dir poco fortuito. Non so tu, ma, per me, era la prima volta che, armata di uno spasmodico desiderio di staccare la spina da un’esistenza fin troppo stretta capace solo di soffocare la mia anima in pena, ho deciso di abbandonare finalmente la nave, permettendo al mutabile vento di condurmi dove meglio credeva sul momento, ali di libertà che non hanno mai conosciuto catene o limiti di prigionia materiale e mai ne conosceranno.
È strano confessarti ora quanto alberga nel mio cuore, visto che in novanta giorni avrei anche potuto aprirmi e rivelarti qualcosa di me, almeno le triviali banalità che si possono dire pour parler. Tuttavia, sospettando di avere, in maniera direi sibillina col senno di poi, i minuti contati, ho reputato più giusto non perdere tempo in futili conversazioni della cui presenza potevamo benissimo fare a meno, preferendo indugiare, invece, sui gesti e sulle parole dettate dall’istante in atto, piccole meteore in caduta libera che, illuminando a giorno un firmamento privo di stelle e accecando noi osservatori ormai tramortiti dalla bellezza del loro fugace scintillio, ci hanno cambiati nel profondo, ci hanno cambiati in meglio, ci hanno cambiati per sempre.

Quella mattina ho pensato che andarmene in silenzio come ero piombata nel tuo mondo fosse la corretta alternativa verso cui optare affinché tu potessi evitare di ferirti più di quanto saresti riuscito a sopportare. No, Mon Cher, non sto affatto dichiarando che tu sia un debole; anzi, sappiamo entrambi benissimo quanto sia vero il contrario! Il mio scrupolo, infatti, è stato dettato esclusivamente dal non voler obbligare te a mettere il punto finale alla nostra storia, un epilogo prematuro che, sebbene ce lo fossimo sempre aspettati, fin dal nostro primo bacio, mai avremmo desiderato si avverasse davvero.
Tuttavia, questa parentesi oltremodo dolorosa che oggi ancora rivivo come fosse ieri ha saputo trasformarmi in quella che sono ora, un essere a te riconoscente per tutto ciò che ha potuto vivere in un attimo di pura follia. So che magari mi prenderai per pazza e ammetto che un po’ lo sono nel mio piccolo, ma, fidati, non esagero quando affermo con estrema certezza che tu, per me, hai rappresentato la salvezza dall’oscurità. La mia esistenza, infatti, non è mai stata bella come forse appariva dall’esterno, un’immensa bugia supportata ampiamente dai miei racconti molto spesso edulcorati da parole non mie sentite da altri, poiché determinati fatti accadutimi tempo addietro mi hanno indotta a perdere, man mano, la speranza nel genere umano, una specie come tante che, però, è l’unica capace di smarrire per strada la sua intrinseca caratteristica da cui prende il nome e compiere l’errore madornale di assicurare rabbia gratuita, in particolar modo, nei confronti di chi diceva di amare, vittime silenziose che, purtroppo, ritengono ogni volta di vestire la mano del loro stesso carnefice.
La verità, però, è tutt’altra, Amore Mio: benché credessi davvero di conoscere l’amore così come ho avuto l’opportunità di sperimentarlo sulla mia pelle ogni giorno più martoriata del precedente, confesso di non aver mai provato un sentimento simile al trasporto nutrito per te, un affetto profondo che, scorrendo nelle mie vene ancora adesso, saprà dimorare in me per l’eternità e passeggiare con me nei percorsi che mi sono scelta, aiutandomi a pennellare il mondo come ho sempre sognato, un colore dopo l’altro, sia da destra che da sinistra.

Je serai toujours tienne,
E.D.

P.S.: L’ho dato per scontato, ma ricordati di sorridere alla vita, tutte le volte che puoi: non si sa mai cosa essa decida di regalarci di punto in bianco e, se anche la sua scelta dovesse ricadere su una nube minacciante tempesta, non pensare subito al peggio perché da lì dietro, prima o poi, spunterà sempre il sole.