Oggi inauguriamo una nuovissima rubrica a cadenza casuale nella quale presenteremo le campagne in corso della casa editrice BookRoad, la piattaforma di crowdfunding che propone al suo pubblico romanzi da sostenere tramite la prenotazione delle copie relative: più alto è il numero raggiunto, più energie vengono investite nell’opera, non solo pubblicando i libri in questione, ma anche garantendo pubblicità sui giornali, l’acquisto di spazi espositivi nelle più grandi catene di librerie e persino la distribuzione in migliaia di copie nei supermercati di tutta Italia.
BookRoad & Friends è orgogliosa, quindi, di alzare il suo primo sipario su Tienimi per mano di Emiliana Erriquez, una storia toccante e sincera ambientata nella Puglia del dopoguerra, avvenimenti di un’epoca lontana che si ripercuotono nel presente, tempi che fuggono da loro stessi per poi fondersi insieme e non lasciarsi mai più: ricordandovi che cliccando qui potrete saggiare in anteprima l’intrinseca bellezza dell’incipit di quest’opera, vi lascio la sua sinossi, qualche informazione sull’autrice e degli estratti che, sono certa, sapranno stuzzicarvi a dovere.
Elena vive in un quartiere alla periferia di Foggia, città pesantemente bombardata e decimata durante la Seconda guerra mondiale, e sperimenta sulla propria pelle la miseria e l’ignoranza conseguenze del conflitto. Costretta da subito a rinunciare alla scuola, ma dotata di un gran senso pratico, la ragazza cerca di affrontare la vita giorno per giorno con coraggio, nonostante le ristrettezze della sua famiglia, l’assenza di suo padre emigrato in Germania per lavoro e l’asprezza di sua madre, potendo contare solo sul rapporto speciale con il fratello Pino.
Un giorno, per caso, nella vita di Elena arriva però Giuseppe, un ragazzo bruno originario della provincia di Brindisi che porta lo stesso nome del suo amato fratello. In una Foggia bruciata dal sole, i due si innamorano, ostacolati però dall’ostinazione del padre di Elena, Antonio.
Emiliana Erriquez ha una laurea in Lingue e Letterature Straniere e un Master in Traduzione inglese-italiano. Con un passato da giornalista, ora si occupa di traduzione dopo aver vissuto per un breve periodo negli Stati Uniti. È membro di EWWA (European Writing Women Association) e autrice del saggio Oriana Fallaci: una vita vissuta in pienezza, vincitore del premio Giuseppe Sciacca 2006, sezione saggistica. Ha già pubblicato Lasciami stare (2007) e A metà del sonno (2018). Moglie e mamma di due bambini, vive in un piccolo centro sulle sponde dell’Adriatico dedicandosi alla scrittura con passione.
Nocciolina era il modo in cui tutti la chiamavano. Per via della sua statura allungata e del colore biondo scuro dei capelli che ondeggiavano a ogni passo. Elena, questo era il suo vero nome, era affezionata a quel soprannome. Il primo a darglielo era stato suo fratello Pino, per caso, in un giorno in cui una pioggia rumorosa batteva ritmicamente sui vetri della finestra della cucina da cui Elena guardava il mondo e sognava. Nocciolina l’aveva chiamata persino il suo maestro. Ripensava spesso alla scuola con una sorta di nostalgia dolorosa. Le capitava di farlo mentre i suoi piedi calpestavano il terreno arido su cui era cresciuta.
Era ben consapevole di quello che la guerra le aveva sottratto, però: giochi e spensieratezza, cibo, parenti e sogni. Non aveva vissuto la guerra, non l’aveva studiata sui libri. Ciò che invece aveva pagato a proprie spese era stata la povertà, la carestia e le privazioni che il dopoguerra aveva portato con sé.
Dovevamo studiare, volevamo farlo. Perché se è vero che i genitori non devono riflettere i propri sogni in quelli dei figli, né pretendere che questi li portino avanti per loro, è anche vero che il riscatto per una donna come te, privata di così tante possibilità, doveva pur arrivare in qualche modo. Doveva. Quel riscatto è arrivato, mamma. Io e mia sorella ci siamo laureate e lo abbiamo fatto in tempi giusti. Mia sorella persino due volte. E se fossi ancora qui, saresti così fiera di lei, così fiera da non riuscire a parlare. Doveva arrivare, quel riscatto, mamma. Per dare un senso ai tuoi sacrifici, alle privazioni, ai desideri che mai si sono avverati per te. O anche solo per una sorta di ricompensa divina che ti ha ugualmente concesso di vivere quelle emozioni, ma attraverso di noi.
N.B. Le informazioni contenute nel presente articolo di segnalazione sono state ricevute, sottoforma di comunicato stampa, direttamente dalla casa editrice BookRoad, che ringraziamo in maniera oltremodo calorosa.
25 Settembre 2018 at 19:56
E’ bello che dai spazio anche a questo genere di storie, bravissima
25 Settembre 2018 at 21:43
Mi piace variare un po’ e tenere comunque “occupato” il blog, soprattutto in periodi come questo, cioè di tabula rasa profonda ahah <3