L’appuntamento di oggi con la rubrica BookRoad & Friends, tramite cui, come al solito, ci premuriamo di segnalarvi delle belle campagne disponibili sull’omonima piattaforma di crowdfunding, è speciale tanto quanto i titoli qui menzionati poiché stanno cercando lettori volenterosi per superare il primo obiettivo instradato alla pubblicazione effettiva: che ne dite di aiutare questi tesori di carta e inchiostro vicini alla dirittura temporale di arrivo?
La prima opera che porto alla vostra attenzione è Carotino – Un paese per piccoli di Irene Selvi, un libro di favole da leggere e colorare scritto da un’esperta di animazione per i bambini che ha voluto mettere a nostra disposizione la propria conoscenza sul mondo dell’infanzia: oltre alle informazioni di base sul libro, vi lascio anche il link dove sostenere la campagna dell’autrice esordiente.
Nel paese di Carotino, gli animali adulti aiutano quattro piccoli cuccioli nel lavoro più difficile del mondo: crescere. Nel corso delle loro avventure, Menta la coniglietta, Codolino il castoro, Puzzetta la puzzola e Trilli la gattina, aiutati dal saggio cervo Ugo, conosceranno molti altri animali, visitando persino il paese dei pesciolini, e impareranno che la scuola non è solo fatta di regole e di imposizioni, ma che si può imparare e divertirsi allo stesso modo.
Irene Selvi, 38 anni, ex educatrice di asilo nido, negli anni si è specializzata nell’animazione per i bambini. Con Carotino – Un paese per piccoli cerca ora di mettere a frutto la sua lunga esperienza nel settore.
Menta, una coniglietta nana, viveva nel paese Carotino con la mamma e tanti fratellini piccoli. Aveva molti amici: la puzzola Puzzetta, il castoro Codolino, gufo Occhiale, e il suo super saggio amico, cervo Ugo. Ugo era tanto vecchio e Menta andava sempre a chiedergli tanti consigli, lei era ancora cucciola e della foresta nel paese di Carotino non conosceva nulla.
I cuccioli non avevano mai visto gli umani, ma evitarono di fantasticarci sopra, tanto avrebbero continuato a non vederli, nella loro città di Carotino non sarebbero mai arrivati.
Passiamo ora a Come farlo innamorare in 7 giorni che potete preordinare cliccando qui: attraverso BookRoad, la giovanissima Ylenia Fazio, già esperta nell’ars scribendi grazie alla notissima piattaforma Wattpad, si è cimentata nella storia di Amelia Sparkles, una ragazza impacciata che, innamorata da sempre di Zayn Aslam, decide di utilizzare una guida trovata su Internet per conquistare la sua preda ambita.
Amelia Sparkles è innamorata di Zayn Aslam, il che non sarebbe un problema se lei non fosse l’incarnazione della sbadataggine. La povera ragazza non può fare a meno di dire la cosa sbagliata al momento sbagliato o, peggio, agire in modo molto imbarazzante davanti a Zayn.
Per fortuna (o sfortuna), un giorno si imbatte in una fantastica e poco attendibile guida su Internet: Come farlo innamorare in 7 giorni. Una persona normale l’avrebbe semplicemente letta, ridendo di quelle sciocchezze, e sarebbe andata avanti con la sua vita, ma Amelia decide invece di utilizzarla per poter finalmente conquistare Zayn Aslam.
Un caso disperato può diventarlo ancora di più grazie ad Internet?
Ylenia Fazio, nata a Roma l’11 luglio del ’97, è una studentessa di lingue presso l’università di Tor Vergata.
Non si definirebbe mai una scrittrice, però passa le sue giornate a scrivere storie sotto lo pseudonimo di darkargent su Wattpad. Tutto quello che vuole fare è distrarre le persone dalla vita di tutti giorni, facendole divertire con i suoi personaggi particolari che, il più delle volte, sfiorano il limite dell’assurdo con le cose che dicono o fanno.
Sono sdraiata supina sul mio letto, con le braccia aperte e i palmi rivolti verso il soffitto. Continuo a fissarlo nel tentativo di trovare qualcosa d’interessante da fare, arrivando alla sola conclusione che avrebbe bisogno di essere ritinteggiato.
Continuo a guardare quella foto.
Perché Dio ha incarnato la bellezza tutta in quel ragazzo?
La mia terza proposta per voi verte intorno un genere del tutto diverso, un thriller esoterico alla Dan Brown che, oltre a snodarsi perfettamente tra presente e passato, zigzaga senza alcuna problematica anche tra realtà e finzione: Mirko Strigiotti riesce a confluire in uno stesso romanzo dal titolo Gli occhi di pietra, preordinabile facilmente a questo link, Teodoro Travis, sia professore sia critico d’arte, e Giovanni da Leccia, un pittore talentuoso che nel fiore degli anni sparisce nel nulla durante la notte del 21 febbraio 1513.
È la notte del 21 febbraio 1513 quando Giovanni da Leccia, un giovine pittore, svanisce nel nulla. Gli ultimi a incrociare il suo sguardo sono Papa Giulio II e i suoi tre messi incaricati di condurre il giovine artista al cospetto del Santo Pontefice. Ma tutti e quattro vengono ritrovati cadaveri e orrendamente mutilati: gli hanno cavato gli occhi, mozzato la lingua e tagliato le orecchie.
Cosa hanno visto quegli occhi?
Cosa hanno udito le loro orecchie?
Quale verbo non dovevano più proferire le loro lingue?
Da quella terribile notte di Giovanni da Leccia non si sa più niente.
Cinquecento anni dopo, il professore e critico d’arte Teodoro Travis svela a tutti la leggenda della misteriosa figura del giovine artista. Al termine della presentazione del suo ultimo saggio, Travis viene avvicinato dal custode della famiglia Von Barebruck. Daniel, unico erede dell’oscuro casato tedesco, ha bisogno di lui per valutare gli antichi dipinti custoditi nella villa.
Nel frattempo, il commissario Andrea Muli e la sua eccezionale squadra composta da storici, esperti d’informatica e consulenti biomedici, si trova a indagare su una catena di efferati omicidi identici a quelli avvenuti ben cinque secoli prima.
Mirko Strigiotti è nato a Monza nel 1971, è sposato e papà di due bambine. La passione per il mistero, l’archeologia e la lettura di giganti del passato come Wells, Verne, Poe, Lovecraft, per citarne alcuni, e soprattutto Michael Crichton, lo hanno influenzato così tanto da definire ogni storia che scrive «un mix di verità e finzione, realtà e fantasia, presente e passato».
«E ora chiedo a tutti voi di accogliere con un grande applauso il nostro illustre ospite, il professor Teodoro Travis, esperto mondiale di storia dell’arte. Signori, non mi dilungherò per non rubare tempo prezioso al professore, ma mi limiterò solo a due doverose parole di presentazione», annunciò il relatore, un uomo non molto alto, con la testa direttamente attaccata
al busto e privo di collo. Il colletto della sua camicia sembrava volesse scoppiare da un momento all’altro, compresso dalla cravatta arancione fluorescente.
Teodoro Travis aveva cinquant’anni, i capelli brizzolati, portati sempre perfettamente tagliati, aumentavano ancor più il suo fascino da esperto di fama mondiale. Il fisico asciutto e gli occhi azzurri come il ghiaccio incantavano gli sguardi delle donne, e non solo. Sempre elegante nei movimenti e nel comportamento, era riuscito a crearsi la fama del migliore di tutti. Effettivamente la sua immensa cultura e la grande capacità di gestire la propria immagine lo avevano avvantaggiato rispetto ai colleghi. Nessuno osava mettere in discussione Teodoro Travis: era un’enciclopedia vivente.
Concludiamo il nostro articolo con un altro thriller, questa volta ambientato sulle rive del Lago Maggiore: vergato da una penna femminile che già molti di voi conoscono grazie a due pubblicazioni Leone Editore avvenute negli anni passati, precisamente nel 2016 e nel 2018, L’uomo della palude di Mariagrazia Pia è una rivisitazione in chiave moderna del celeberrimo Manfredi della Divina Commedia, un’opera al cardiopalma che potete sostenere a questo link.
Un corpo viene ritrovato mutilato in modo orribile dai pescatori di Verbania, corpo la cui identità viene scoperta solo qualche giorno dopo, con il macabro reperimento della testa di Sandro De Stefano a Baveno, in riva al lago Maggiore. Nel frattempo il commissario Vinciguerra comincia a ricevere dei messaggi, annunciati da un’eclissi, da parte della sua ex fidanzata di trent’anni prima.
Mariagrazia Pia nasce nel 1971 ad Asti, vive per circa quarant’anni in un paese astigiano. La formazione classica e gli studi filosofici a Pisa hanno caratterizzato la sua formazione. Il Monferrato e la Toscana rimangono riferimenti essenziali tanto per la sua poetica quanto per la sua narrativa, anche se da anni vive a Verbania, sul Lago Maggiore, dove insegna lettere alle scuole superiori. Per Leone Editore ha pubblicato Come una nuvola (2016) e Francesca da Rimini (2018).
Il fiume Toce sembrava addormentarsi, lasciarsi abbracciare dal verde e dal colore ocra della vegetazione acquatica, quasi una sopraggiunta pigrizia gli impedisse di scorrere veloce verso la sua fine, il lago Maggiore.
Come il Toce, indugiavo a gettarmi nel lago dei miei acquosi pensieri, mi lasciavo fermare dai canneti delle mie ipotesi, per non scorrere alla conclusione per me inaccettabile. Il giorno precedente ero rimasto affascinato da quello scorcio di paesaggio e con disappunto non avevo potuto ammirarlo: era pieno pomeriggio, il traffico mi avrebbe distratto, non sapevo dove parcheggiare.
N.B. Le informazioni contenute nel presente articolo di segnalazione sono state ricevute, sottoforma di comunicato stampa, direttamente dalla casa editrice BookRoad, che ringraziamo in maniera oltremodo calorosa.
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