Sebbene sia passato tantissimo tempo dall’ultima volta che ho sfogliato le sue pagine e la mia memoria decisamente effimera si possa rivelare l’ostacolo più grande da superare, il ricordo di Nord e Sud è così indelebile nel mio cuore romantico da permettermi, ancora oggi, di illustrare, con particolareggiata dovizia, circostanze specifiche del titolo inglese come se li stessi affrontando ancora oggi.

Creazione a cura di Tania, admin del blog My Crea Bookish Kingdom

Da un’idea di Susy del blog I miei magici mondi, abbiamo deciso di celebrare la nuova edizione Jo March del capolavoro dell’autrice brittanica tramite un blogtour in cui studiamo la sua opera da diverse angolazioni pertinenti, spot caratteristici che si dipanano sugli argomenti più disparati concernenti l’amore senza tempo fra Margaret e John: dopo la prima tappa a cura di Ely de Il Regno dei Libri che si è concentrata sulla presentazione del libro e sulla biografia della scrittrice, focus ben realizzato che potete visionare con semplicità cliccando qui, La Nicchia Letteraria oggi si occupa di descrivervi lo straordinario personaggio femminile delle vicende narrate in quel di Milton.

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Quando il lettore medio si immerge nei primi capitoli di Nord e Sud, da subito intuisce facilmente quanto la sua protagonista, Margaret, non risponda al classico stereotipo di donna dell’epoca: intraprendente nelle contingenze richiedenti prontezza d’animo, forte nelle situazioni inducenti alla malinconia più assoluta e coraggiosa negli attimi durante cui una modifica radicale è, di certo, sollecitata, la piccola di casa Hale non si fa piegare dalle avversità che la vita ha deciso di destinarle nel corso della sua esistenza terrena, quasi volesse così contagiare il suo prossimo limitrofo con quel medesimo sentimento di rivolta che individui nella sua stessa condizione dovrebbero percepire nei meandri del cuore per poter riemergere dall’angoscia tormentosa nei baratri della quale sono, ahimè, sprofondati loro malgrado.

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Ostinata nel rivelare al mondo, quando interpellata, le elucubrazioni, a volte scomode, alberganti la sua testolina graziosa in perenne riflessione nei confronti dell’ambiente e delle persone che la circondano sia con dolce fermezza sia con asfissiante tentennamento, in questo o in un altro istante, Margaret non consente ad alcuna barriera sociale di dividerla dallo stringere legami d’amicizia con chiunque desideri, ponendosi quale linea di demarcazione tra fazioni di ceto per cui esiste solo un preciso idioma di comunicazione, una continua guerra civile dove solo il più forte ha la possibilità di vincere davvero: indipendentemente dal gradino sul quale la nuova conoscenza poggia i propri piedi, che essa incarni un umile lavoratore alacre di una fabbrica di cotone o il suo master effettivo, niente pregiudicherà le rispettive idee moderne della ragazza.

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Nondimeno, essendo la globalità tutta interessata a ogni forma evidente di sbaglio, pertinace gramigna capace di mettere radici anche laddove si credeva di averne debellato il principio attivo, riconosciutasi umana e fallace quanto i propri variegati dirimpettai, l’eroina di Elizabeth Gaskell non si sottrae dalle responsabilità che la vedono protagonista, decidendo, quindi, di porvi rimedio fino al limite estremo del suo talento naturale di voler sistemare matasse ingarbugliate da anni, fissandosi l’obiettivo ultimo di non demordere senza aver giocato tutti gli assi nella manica di un vestito dalla magnifica fattura: pur sapendo di non avere opportunità tangibili contro un passato già scritto e ormai vissuto, storico di esistenza grama innanzi al quale può solo guardare con rimorso, la signorina Hale si proietta nel domani ancora da plasmare in mani elegantemente guantate che vogliono stringersi ad altre più vissute.

 

 

Creazione a cura di Tania, admin del blog My Crea Bookish Kingdom