Sbaglio o vi avevo avvisati giorni fa di quanto sarebbe accaduto nell’ultimo periodo?
Sorvolando sulle temperature simil invernali che sono tornate a infestare il piccolo spunto di primavera che stava emergendo dal suo letargo tipico dei mesi freddi, arco stagionale che, ammetto, non disdegno, ma, riconosco, stona un po’ a maggio, posso dire che questo è proprio un momento “caldo” dove gli impegni si sommano e richiedono la giusta attenzione, un’accurata precisione che ora indirizzo a Non chiedermi di restare di S. Christy Devis per Genesis Publishing.

Creazione a cura di Susy del blog I Miei Magici Mondi

Prima di dedicarci completamente all’ultima tappa di domani vertente la recensione del libro a cura di Susy de I miei magici mondi, in seguito alla presentazione del romance attraverso l’incipit dello stesso per mano di Ely del blog Il Regno dei Libri, alla descrizione minuziosa dei personaggi che Mara ha realizzato per il suo rifugio letterario Romance e altri Rimedi e a un elenco di intriganti estratti scelti da Chiara per La lettrice sulle nuvole, oggi mi occupo di intervistare l’autrice cercando, quale mio modus operandi, non solo di curiosare tra le righe della sua prima opera edita, ma anche di indagare sulla sua persona in maniera, come sempre, discreta.

 

Buongiorno, Christy, e benvenuta nel nostro anfratto nicchioso dove i figli di carta e i loro genitori vengono accolti non solo a braccia spalancate ma anche con un bel tappeto rosso al suolo, quasi volendo enfatizzare la riverenza che proviamo nei vostri nobili confronti.
Come prima domanda ti chiedo quando è stato il momento esatto in cui hai capito che la scrittura sarebbe stata parte integrante di te, una meravigliosa peculiarità in grado di coinvolgere davvero chi decide volutamente di imbattersi nelle esistenze tormentate dei tuoi personaggi? Pensi che questo modo di esprimersi sia da considerare un rimedio miracoloso alle tantissime difficoltà della vita?

✒ Buongiorno a voi, e grazie di cuore per la calorosa accoglienza. Sono felicissima di essere qui, e vi avviso in anticipo che sono mooolto logorroica, quindi preparatevi al peggio!
Allora, il momento esatto… Per fare scena potrei dire che è arrivato così, dal nulla, dalla prima parola che ho scritto quando ho iniziato a buttare nero su bianco “Non chiedermi di restare”, ma direi una cavolata assurda. Il momento esatto in cui ho capito che la scrittura ERA parte integrante di me stessa, è stato nello istante in cui ho scritto la parola Fine sul primo file di questo libro.
Sono sempre stata una lettrice accanita, di quelle che iniziano un libro a mezzanotte (quell’arco di tempo dove -evviva evviva- tutti dormono e nessuno pensa a te) e che lo chiudeva dopo averlo divorato alle sei o alle sette di mattina prima di andare a lavoro. Una di quelle lettrici che legge per evadere dalla quotidianità, dai problemi e dai dolori della vita. Ma quando sei questo tipo di lettrice le opzioni sono due: o sei la nipote nascosta della Regina Elisabetta –che puoi permetterti di comprare un libro al giorno-, oppure trovi un modo alternativo quando l’economia non ti è molto amica. Ovviamente non sono la nipote illegittima della Regina, quindi da qui è partita l’idea: “Ma sai che c’è? Ora un libro me lo scrivo da sola, così almeno passo le nottate.” Ed è stato come trovare un nuovo universo, un posto tutto tuo dove senti di poter dire che finalmente sei a casa. Quindi, non so come ragiona il resto del mondo e cosa in tanti ci vedano dietro la scrittura, ma per quanto mi riguarda posso dire che sì, esprimermi in questo modo per me è stato un rimedio fortemente miracoloso.

Ho scoperto che hai iniziato la tua carriera ufficiale di scrittrice esordiente attraverso l’arcinota piattaforma di narrazione sociale Wattpad: oltre a complimentarmi con te per il grande coraggio che hai mostrato nello sbarcare il lunario letterario, una qualità importante senza cui, certamente, ogni tuo passo nel presente tragitto sarebbe stato diverso e forse più arduo, avresti mai pensato di raggiungere il successo e poi essere pubblicata dalla Genesis Publishing? Come hai vissuto questa esperienza surreale eppure vera?

✒ Questa esperienza la etichetterei più come un viaggio favoloso, uno di quelli che ti cattura l’anima e che ti lascia addosso le cicatrici, quelle belle, quelle che se ci ripensi anche dopo tempo continuano ad emozionarti. Ho conosciuto Wattpad circa un mese dopo aver finito il mio libro, e prima di trovare il coraggio di pubblicarlo lì sopra sono passati altri tre mesi. Non mi era mai passata nell’anticamera del cervello l’idea di mostrare a qualcuno quello che avevo scritto, ma alla fine mi sono fatta coraggio e mi sono detta: “Forza, andiamo a fare scorta di critiche negative che ci ammazzeranno l’autostima”. Stranamente? È stato tutto il contrario. Ho iniziato ad avere visualizzazioni, ad interagire con le lettrici, e alla fine sono state proprio loro a convincermi ad inviare alla casa editrice. Sinceramente ho inviato alla Genesis Publishing quasi per gioco: non credevo fosse possibile riuscire ad arrivare a un punto così alto, infatti non ho inviato a nessun altro a parte loro. Nello specifico, lì per lì è stato solo un modo per poter dire “Guardate, vi ho ascoltato e ho provato a fare qualcosa”.
I tempi di risposta erano di circa tre mesi e mai mi sarei immaginata di poterne ricevere una positiva, motivo per la quale mi ero anche dimenticata di aver fatto questo passo. Il giorno in cui mi hanno offerto il contratto ero a lavoro… Stavo mettendo a posto i barattoli in vetro di piselli Valfrutta (rido solo a ripensarci), e quando ho letto la loro e-mail ne ho buttati tre a terra. Inutile dire che sono rimasti intatti, perché si sono frantumati. E poi, da quel momento, non lo so nemmeno io come me la sono vissuta. Euforia, incredulità, momenti in cui sorridevo da sola come un’emerita cretina e momenti in cui il tempo non passava mai e mi sembrava di non fare passi avanti. Il periodo dell’editing? Me lo sono vissuto orribilmente. Ho riletto e modificato questo libro talmente tante volte che sono arrivata al punto di dire: giuro che quando mi arriverà la prima copia prendo alcol e fiammiferi e la brucio. La mia fortuna è stata avere la Genesis Publishing alle spalle! Sempre super cordiali, sempre enormemente gentili e pronti a rispondere a ogni dubbio che mi sovrastava. Hanno una dose di umanità che si trova davvero in pochissime persone.
Quando è arrivata la mia copia, ovviamente non sono riuscita a bruciarla. È stata un’emozione incredibile, unica, che spiegarla a parole risulta quasi impossibile. E quindi, dato che ci sono, sfrutto l’occasione per ringraziare di nuovo questa favolosa Casa Editrice che ha deciso di prendermi in famiglia.

Se ti chiedessi di assegnare a “Non chiedermi di restare” tre parole per delinearlo nel miglior modo possibile, quali vocaboli sceglieresti? Motiva le tue risposte, facendo in modo di incuriosire abbastanza i nostri followers da far rimpiangere loro il mancato e subitaneo acquisto del tuo romanzo.

✒ Lo ammetto… Ho risposto prima a tutte le altre domande e ho lasciato questa per ultima. Per me è già difficile scegliere un semplice concetto da attribuire a questo libro, quindi scegliere solamente tre parole mi risulta peggio di una tragedia… ahahah! Se proprio devo farlo, però, allora eccole qui:
– Adrenalinico. Uso questo aggettivo perché accadono tante cose. Sembra quasi che i personaggi non facciano in tempo a rialzarsi che di nuovo ci si ritrova a pensare “Noooo… e ora che succede?”
– Coinvolgente. Dato il fatto che è un libro abbastanza introspettivo, penso che ci si possa ritrovare spesso a farsi coinvolgere nelle vicende e nelle emozioni, arrabbiandosi, gioendo e “ansiando” (passatemi il termine casareccio) insieme a loro, soprattutto nella parte finale. E poi, il lato dolce e sarcastico di Nate secondo me coinvolgerebbe quasi ogni donna!
– Empatico. Tiro fuori questo termine perché, nonostante il contesto di sfondo delle loro vite sia lievemente fuori dal normale, i problemi emozionali che hanno i protagonisti sono gli stessi in cui si imbatte la maggior parte di noi, poveri esseri umani. Chi non è mai stato deluso fortemente? Chi, tra tutta la gente presente nel mondo, non si è sentito in lotta contro qualcosa che vuole ma che allo stesso tempo ha paura possa fare di nuovo male? In quanti si sono resi conto solo troppo tardi che a volte perdonare prima avrebbe invece fatto meno male dopo? Sfido chiunque a non aver passato una di queste situazioni, perché il contorno e i motivi di queste sensazioni possono avere mille sfaccettature diverse, ma alla fine il punto di arrivo è sempre lo stesso.

Fin dall’inizio del libro, si capisce che Payton non ha alcun problema a sfoderare le sue “amiche d’acciaio” quando le contingenze di carta inchiostrata richiedono la loro presenza assoluta: ebbene, quali sono le tue due “armi” vincenti che non puoi fare a meno di palesare innanzi al mondo inquieto, punti di forza che modulano in meglio il tuo atteggiamento alla vita?

✒ Questa è facile: il positivismo e la limpidezza. Non sono una persona molto fortunata, di solito ogni cosa che faccio o che mi programmo di fare ha sempre qualche intoppo nel mezzo. E quando dico “sempre” giuro che è davvero così. Ma non mi faccio abbattere. Mi piazzo un sorriso in faccia e continuo, perché altrimenti andrei a cadere in quel buco nero che chiamo “apatica tristezza” da dove è difficile poi tornare a galla. E l’essere limpida e trasparente con le persone mi permette di non soffocare ciò che sono. Per quanto mi riguarda queste sono le due armi migliori per vivere al meglio la vita di oggi.

Infine, per chiudere la nostra bellissima intervista, prima ringraziandoti della tua presenza su La Nicchia Letteraria e poi augurandoti ulteriori successi in punta di penna, puoi parlarci dei futuri progetti che nel tuo cantiere stazionano fino a nuovo ordine?

✒ Felicissima di darvi una piccola anteprima! A giugno ci sarà un’altra nuova uscita, ma in self, che porterò con me al Festival Romance che si terrà a Milano, insieme a “Non chiedermi di restare”. È un new adult un po’ complicato il cui titolo è “Red Soul -I ricordi che ho di te-“, e ci tengo in particolar modo perché ho creato la storia basandomi su un fatto realmente accaduto ad una mia carissima amica. Non ho messo la forma in cima alla lista delle priorità, ma ho cercato di scrivere con l’intento di entrare direttamente nell’anima del lettore. Chi ha già letto la vecchia versione su Wattpad mi ha comunicato di aver fatto centro nelle emozioni ma, sapendo che il vero mondo è questo qui fuori, mi auguro di avere gli stessi risultati una volta che sarà uscito. E poi sto revisionando “Cicatrici nel cuore” prima di inviarlo alla Genesis Publishing. Dopo la storia di Payton e Nate, con “Non chiedermi di restare”, non potevo tenere chiuso in gabbia il libro su Gary. Ebbene sì: anche lui avrà una voce in capitolo. Con le sue lotte interiori per cercare di vedere uno spiraglio di luce alla fine di quel tunnel oscuro che lo tiene prigioniero di se stesso, con la sua voglia di redenzione per tornare a vivere una vita normale… Sarà controproducente dirlo, ma tra tutti e tre i libri che ho scritto, questo ha preso un pezzetto della mia anima e se l’è tenuta con sé.
Detto questo, vi ringrazio di nuovo per l’opportunità che mi è stata data ad essere qui con voi. Davvero, grazie mille.