Ripensando ancora al primo volume della trilogia distopico-romantica di Monica Brizzi, La Terra, fulgida scoperta letteraria che, con essenziale sobrietà, è riuscita ad arpionare il mio cuore zampillante sentimenti nel preciso momento in cui ho conosciuto Niris e le sue avventure fuori dall’ordinario, senza, inoltre, dimenticare il magnifico blogtour organizzato da Susy per la costante presenza della quale, ogni giorno di più, ringrazio la mia buona stella perché, nonostante spesso fallisca amaramente come all’inizio di questa settimana mi ha dimostrato con tracotante abbondanza di particolari non richiesti, sa sorprendermi in positivo con una tanto rara quanto preziosa gioia inaspettata, è col sorriso sulle labbra che annuncio oggi la mia partecipazione all’evento dedicato a Mirika, secondo libro della serie fantasy targata Genesis Publishing La Principessa dei Mondi, nuovo progetto di condivisione per il blog I miei magici mondi che, quasi per magia, ha colto l’occasione per rischiarare le nubi adombranti il mio spirito di lettrice ferita dalle contingenze del quotidiano.
Creazione a cura di Tania, admin del blog My Crea Bookish Kingdom
Prima di addentrarci fra le righe di un’oltremodo entusiasmante intervista che la scrittrice mi ha voluto accordare con garbo assoluto e totale simpatia, fusione perfetta che mi ha trasportata subito nell’atmosfera tipicamente domestica di una casa ubriaca d’amore, tanto ascoltata quanto capita dagli spiriti familiari delle affinità intrinseche, oltre al farvi notare che, entro domani compreso, potrete trovare l’incipit delle peripezie di extraterrestri e umani scontato a 1.99 euro nella versione ebook e a 8.60 euro in quella cartacea, vi ricordo che, in concomitanza con questo nostro tragitto spartito, fino al 30 novembre è attivo il giveaway per partecipare al quale basta esaudire le seguenti regole: dopo aver confermato la vostra adesione con l’inserimento dell’email personale nel form qui sotto grazie a cui verrete contattati se vinceste, bisogna diventare follower di tutte le piattaforme che hanno regalato il loro contributo nella presente occasione, commentare in maniera intelligente, non dimenticandovi, certo, del senso logico, tutte le tappe online e seguire le pagine Facebook della casa editrice, dell’autrice e dei blogger chiamati in causa. Ovviamente, qualora desideraste condividere sui vostri social la globalità degli articoli proposti, potrete farlo in completa libertà!
Buongiorno, cara Monica. Prima di iniziare la nostra chiacchierata lampo in occasione di questo blogtour dedicato al seguito de “La Terra”, strepitoso prologo di enorme impatto delle avventure di Niris e Max che, grazie al loro carattere fortemente umano, riescono a colpire il lettore proprio al nucleo del suo organo vitale, vorrei ringraziarti per essere qui, nel mio rifugio blogosferico, concedendomi la tua attenzione per scambiare, vicendevolmente, qualche parola parecchio significativa.
Avendoti conosciuta grazie a un libro romance, la versione all’epoca ancora self di “È qui che volevo stare”, una delle prime collaborazioni di fiducia reciproca che la sottoscritta ha potuto intrattenere con un’autrice talentuosa quale sei tu, ti chiedo se è stato difficile, per te, adattarsi a un genere parecchio diverso, considerando la sfumatura fantasy che hai voluto dare a questo tuo scritto?
✒ Ciao Lady C. e grazie di avermi ospitata nel tuo rifugio. Si sta proprio bene, qui!
La verità è che io nasco come autrice fantasy. Le prime cose che ho scritto, quando ancora non ero certa di cosa stessi scrivendo, erano fantasy. Soprattutto urban fantasy. Il mondo del fantastico e della fantascienza sono sempre stati i miei preferiti, solo che me ne sono allontanata perché in Italia non è facile farsi leggere, soprattutto se produci ibridi. Perché diciamolo, i miei sono fantasy e distopici, ma sono anche, e soprattutto, storie d’amore. Non è detto che gli amanti del primo genere amino anche il secondo, e viceversa.
Dunque, è al romance che mi sono adattata, e l’ho fatto senza pensarci troppo. Volevo scrivere una storia d’amore vera, ambientata nel quotidiano, e da lì, mi sono innamorata del rosa puro. Adoro scriverlo!
Mentre si sale a bordo di questa tua creatura riguardante le mille più una peripezie della giovane Principessa aliena bistrattata a destra e a manca, qualsiasi occhio abbastanza attento può entrare in contatto con la sua personalità eclettica nel mezzo della quale, fra le tante sfaccettature riflessive a cui fatalmente pure il lettore cede con istantanea urgenza, scoviamo la classica toccata del fondo e la sia conseguente sia non troppo ovvia risalita dello scosceso pendio: elucubrando sul tuo bagaglio personale di contingenze esistenziali, ti è mai capitato di doverti rimboccare le maniche a seguito dell’esserti accorta che l’unica possibilità per avere davvero una seconda chance fosse modificare totalmente il tuo atteggiamento nei confronti della vita? È stato immediato, per te, risolvere subito la questione oppure, come Niris, hai avuto bisogno di una piccola sessione di auto-apprendimento obbligato?
✒ Diciamo che capire i propri punti deboli e imparare a gestirli, soprattutto in relazione agli altri, è fondamentale. Il che non significa diventare un’altra persona, ma mediare, detonare, smettere di credersi onnipresenti, onniscienti, onniaventi (mmm, quando invento parole nuove!) e via dicendo. Non c’è niente di immediato, quando ci si mette in gioco per diventare persone migliori. Si apprende, proprio come fa Niris.
Consapevole dell’infinità di volte che ognuno di noi può aver sentito, esprimere a voce o meno, il famosissimo aforisma di Alexander Pope “Errare è umano, perdonare è divino”, secondo te, a partire da quanto hai desiderato comunicare attraverso i lessemi adottati nel dar corpo prima a “La Terra” e poi a “Mirika”, fotogrammi vergati su carta che hanno trasmesso un messaggio speranzoso concernente da una parte l’indulgenza e dall’altra la redenzione, è davvero possibile che qualsiasi malefatta possa venire perdonata, consentendo sia al suo autore sia alla sua vittima una breve parentesi dove respirare non si dimostri la tredicesima fatica di Ercole? Qual è il confine molto labile entro cui essere certi di poter soffocare le proprie colpe e gli effetti originati dalle stesse?
✒ Ce n’è un altro che dice: “Errare humanum est, perseverare autem diabolicum”. Sbagliare è umano, è nella nostra natura, ma se sai di sbagliare e continui a farlo, giorno dopo giorno, le cose cambiano. Sia Max che Niris fanno degli errori, il primo soprattutto. Ma poi si ferma, pensa, e mentre pensa capisce. Si impara da ciò che sbagliamo. Quanto al perdonare, dipende. Niris non sa se perdonare i suoi nemici o no, ma non le interessa, perché non sa nemmeno cosa significa perdonare. E credo sia così per molti di noi.
Creazione a cura di Tania, admin del blog My Crea Bookish Kingdom
In un’epoca come la nostra nei meandri della quale, almeno tecnicamente, certe problematiche dovrebbero essere ormai superate, sia perché appartenenti a un tempo obsoleto che dovremmo esserci lasciati alle spalle con estrema felicità, sia perché, con i vari movimenti sociali che i nostri avi hanno comunque vissuto sulla propria pelle, quegli ostacoli adesso proprio non avrebbero ragion d’essere, purtroppo constatiamo, senza alcuna ombra di dubbio, che la coesistenza fra due realtà assai differenti nel medesimo luogo può non essere così lapalissiana quanto ci si auspichi poiché, oltre all’emblematica supremazia che pare essere sempre ben radicata nella mentalità universale dell’uomo, determinate concezioni imposte dal passato riaffiorano dal cimitero delle dimenticanze, svilendo ciò che si è ottenuto in nome di qualcosa che non esiste più: essendo una delle tematiche principali che tu affronti molto bene nella tua serie, soprattutto in “Mirika”, a tuo parere, è così improbabile che una persona accetti il suo diverso con l’armonia sperata da tutti?
✒ Il diverso è la normalità, solo che non lo capiamo. Pensiamo al diverso come a qualcosa di lontano, di sconosciuto, salvo poi renderci conto che nelle scuole il bullismo si verifica per un semplice colore di capelli che non piace, per qualche chilo in più, per un modo di parlare.
Io lavoro con l’eterogeneità. Ogni giorno incontro culture, lingue e religioni diverse, e le persone che mi portano in dono questo spettacolo, imparano la nostra lingua. Lo fanno mentre io imparo un nuovo modo di vivere, parole belle, credi intensi. È una magia. Quando guardo la lavagna e vedo scritto in dieci lingue diverse e in quattro alfabeti differenti la stessa frase, penso: ma quanta grandezza c’è nell’umanità?
Poi però la perdiamo, perché siamo presi dagli standard che dettiamo. La diversità è un valore. Ma c’è una “normalità” a cui ci sentiamo costretti ad appartenere. E siamo noi a crearlo. Devi essere così, devi sentirti così, devi stare così. È in questo modo che perdiamo l’armonia, è in questo modo che diventiamo massa.
Per terminare il nostro piccolo eppure soddisfacente dialogo per la cui concretizzazione, ancora volta, ti ringrazio davvero moltissimo, a proposito del cliffhanger di “Mirika” a cui hai sottoposto consapevolmente i tuoi lettori, viandanti di carta inchiostrata che, nonostante continuino ad amarti senza ritegno per le storie bellissime con le quali li vizi e li stra-vizi, ti odiano anche un pochino, evitando palesi anticipazioni che potrebbero non essere bene accolte da tutti, ti andrebbe di darci qualche succulenta anticipazione del terzo e ultimo volume della tua trilogia? Cosa dovremo aspettarci dalla sua creatività innegabile?
✒ Il terzo volume è un compimento, una chiarificazione. È l’inizio e la fine. È la voce, seppur lieve, di Max, ma anche il suo valore. È la rabbia di Niris, il dolore di Kantia, la paura di Rosie. È una corsa continua, con poche pause. Ed è in fase di stesura, proprio adesso.
28 Novembre 2019 at 10:49
Grazie a te Lara <3
Le tue domande particolari già mi piacciono se poi si aggiungono le risposte di Monica così perfette allora il post diventa davvero stupendo.
Brave a entrambe
28 Novembre 2019 at 18:53
Bellissima intervista. I temi che vengono trattati in questa serie (perdono, amicizia, amore e diversità) sono molto importanti soprattutto in questo periodo. Leggerò con piacere i libri per vedere come vengono affrontati.
29 Novembre 2019 at 1:45
Cioè l’ultima domanda per farla breve è ti amiamo ma ti odiamo ahahah Stupenda intervista, complimenti. Le vostre parole mi hanno stregato.
29 Novembre 2019 at 14:51
Lady C, mi sono divertita tantissimo a rispondere alle tue domande, una più interessante dell’altra! Grazie per la bella intervista! <3