Dopo un weekend trascorso a fare Cenerentola in quel della mia casetta a Milano -non solo ho dovuto leggere meno del preventivato per fare questo repulisti generale di polvere e affini, ma sono anche dovuta scendere a patti con l’amara realtà di non aver ultimato le pulizie: concordate con me sul fatto che la presente giornata è da ritenersi il lunedì più lunedì di sempre?-, mentre ancora sto cercando di rendermi conto che domenica prossima andrò al FRI per stare un po’ con le mie amiche -qualcuno di voi ci sarà?-, oggi mi sono praticamente imbucata al Blogtour che Susy ha organizzato per Il Patto, il primo volume della trilogia La Coscienza di Cain targata Genesis Publishing: lo ammetto, ero leggermente titubante sullo stile di Constance S., ma, col senno di poi, un po’ grazie all’atmosfera dark imperante, un po’ per la buona narrazione in terza persona, un po’ in virtù del protagonista cattivello, avrei dovuto tuffarmi in questo libro a occhi chiusi, evitando di pensarci forse troppo come ho fatto.

Creazione a cura di Annarita della casa editrice Genesis Publishing

A seguito della presentazione con tre buoni e validi motivi per cui bisogna iniziare la serie tanto urban fantasy quanto paranormal romance a cura de I miei magici mondi, tallonata da una panoramica fantastica su due città facenti parte dell’ambientazione spaziale che ci ha elargito Rivendell: Katy Booklover, accompagnata poi sia dalla tappa sull’inganno che ha sempre due facce scritta da The Carly Library sia dallo studio approfondito con cui On Rainy Days ha deliziato il suo pubblico in merito ad angeli e demoni, in questa mattinata assolata di marzo, La Nicchia Letteraria si dedica alla percezione che, senza la necessità di viaggiare in mondi di fantasia, moltissimi di noi hanno provato, provano e proveranno sempre nella propria quotidianità, la sensazione di essere diversi e, per questo, spesso, auto-definirsi sbagliati.

 

 

 

 

Nonostante non sia l’unica parentesi temporale a rispondere positivamente all’appello educativo qui di seguito, l’infanzia è forse uno dei momenti più istruttivi della vita di una persona: quando un essere umano si accinge a camminare sul selciato dei propri giorni, inizia a conoscere le novità che solo una vita da scoprire può regalargli, all’improvviso, nella sua tavolozza di neri e bianchi, colori a volte tenui e a volte brillanti che, presi insiemi, donano il giusto principio affinché i temerari della quotidianità imparino a crescere nell’universo su scala ridotta in cui sono destinati a sussistere per l’eternità. Tuttavia, si sa, ogni luce possiede un’ombra nascosta che vorrebbe non fosse mai esistita. Qualora si mostrassero degli aspetti psicologici sui generis rispetto ai cosiddetti normali secondo i modelli diffusi nella globalità, una carezza potrebbe dimostrarsi una pugnalata al cuore, un sorriso potrebbe rivelarsi un ghigno di scherno, un complimento potrebbe sottintendere una bezzicata senza eguali. Perché la diversità fa sempre così paura sia al prossimo sia a noi stessi?

Fonte: Pixabay
Artista: ColiN00B

Non avere punti in comune spinge alla diffidenza: chi ci assicura di potervi riporre la nostra fiducia? Non avere punti in comune spinge all’invidia: per quale ragione noi non siamo stati baciati dalla medesima fortuna di quella mosca bianca? Non avere punti in comune spinge al timore: come possiamo evitare di farci travolgere dall’apprensione quando l’ignoto entra in gioco vedendo tutte le nostre mosse e rilanciando oltre le nostre possibilità? Benché possa ritenersi comprensibile deliberare simili riflessioni visto che la non consuetudine in merito porta all’autodifesa, un piccolo individuo, nuovo a queste dinamiche, sarebbe forzato a opprimere la sua indole pur di conformarsi a quanto gli altri si aspettano da lui, soffocando desideri, uccidendo elucubrazioni, credendosi così superfluo mentre agogna a diventare invisibile o, peggio, di eclissarsi dalla circolazione per liberare il pianeta dalla sua ingombrante presenza. Eppure basta davvero poco per ribaltare una situazione del genere: è sufficiente qualcuno che capisca, protegga e ami più di quanto si sia capito, protetto e amato da soli.

Creazione a cura di Annarita della casa editrice Genesis Publishing