Mentre ancora adesso cerco di riprendermi dalla giornata di ieri, l’istante centrale della settimana in corso che, lo devo ammettere, mi ha stupita in positivo -penso che, a dirlo ad alta voce, mi si ritorcerà contro, ma non posso fare altrimenti: dalla mattina fino a sera tardi sono stata graziata dal fato! Chi lo avrebbe mai detto? Io no e, anche se le conseguenze di questo mercoledì 9 settembre potrebbero diventare bruttine per via del karma che, come sempre, deve controbilanciare la situa, mi godo l’attimo e lo urlo ai quattro venti-, oggi spalanco i battenti de La Nicchia Letteraria per accogliere il nuovo evento organizzato da Susy de I miei magici mondi e dedicato a Insertion – L’oscuro potere, primo volume della Trilogia della Mutagenesi firmata dall’abilissima penna di Grazia Cioce e pubblicata dalla fantasmagorica casa editrice Genesis Publishing.

Creazione a cura di Tania, admin del blog My Crea Bookish Kingdom

Conosciuta dalla sottoscritta grazie a Gli imprevedibili effetti dell’amore, dopo essermi ripromessa di non lasciarmi più sfuggire alcuna sua opera perché, miseriaccia (cit.), me ne sono innamorata al volo e quasi mi vergogno in quanto dico sempre che i colpi di fulmine non fanno per me, ho accettato ben volentieri l’invito della mia cara amica dando un contributo al presente Blogtour con la quarta tappa Mutanti vs Umani: in quale volo pindarico saprò accompagnarvi, dopo i meravigliosi appuntamenti riguardanti la presentazione con biografia dell’autrice a seguito che Tania ha donato all’etere letterario, la playlist creata dalla dolce Ely e l’ambientazione illustrata dalla guida per un giorno Catia?

 

 

Quale significato si può associare all’essere umani?
Se, da una parte, la riflessione porta al concetto di transitorietà che, non provvisoria, accompagna le vite momentanee della specie homo sapiens e, dall’altra, alla definizione di fragilità che, resistente, stravolge i cuori più duri invadendoli con risorse impari, l’annessione al gruppo suddetto deve contemplare longanimità e vicinanza nel merito dell’opposto e antitetico, quell’unico diverso che, guadagnandosi inaspettatamente la ribalta, attrae una sana curiosità negli occhi di chi osserva e sa distinguerne la bellezza.
Eppure, non è sempre così. Eppure, non lo è mai.
Perché il non affine impaurisce e farlo emergere significa solo disgrazia.
Perché il non affine trasmette invidia e farlo emergere significa solo inferiorità.

È così che ci vuole la Repubblica, conformi, tutti identici, senza difetti e senza differenze. La diversità è pericolosa. La diversità è una minaccia, in questa città, non devo dimenticarlo.

Negli anfratti di un mondo definito da copie imprigionate nello stampino globale dove non solo l’aspetto esteriore viene plasmato a immagine e somiglianza dell’ideale di bellezza, ma anche la mentalità prende la forma designata di cervello (in)quadrato al suo stesso giorno di nascita, l’atipico non è in grado di scovare un posto a esso confacente e perfetto, una minuscola fenditura nella quale relegarsi e vivere senza alcuna paura sia nell’oggi sia nel domani, emozione questa che, per nefasta abitudine, muta con chi è costretto a farlo e cambia con chi decide di farlo.
Preoccuparsi è normale. Guardarsi le spalle è lecito.
Sperare in un più nel meno è così sbagliato?
Lo è, tremendamente, ma, proprio per questo, giusto, oltre ogni dire.

La speranza è un dono assai difficile da portare nel cuore; ti sussurra giorno, dopo giorno, dopo giorno, che puoi farcela, che puoi avere ciò che vuoi, che puoi essere chi vuoi. È dolce la speranza. Finché non ti abbandona e ti distrugge, come uno specchio che cade in terra e si frantuma in un milione di piccolissime schegge.

La facilità non è di casa.
La difficoltà ha messo radici.
Nascondersi è di vitale importanza.
Mostrarsi è di vitale futilità.
Nessuno capisce e tutti ignorano.
Tutti leggono fra le righe e nessuno intuisce.
Dov’è il coraggio di essere quando serve?
Dov’è il coraggio di fare quando serve?
Ognuno ha il diritto di pretendere di più. Ognuno ha il diritto di avere di più.
Da questa esistenza, dagli altri, da se stessi: perché no?

Il coraggio non è tuffarsi a testa in giù in un fiume, come ho fatto io fino ad ora, non è schivare le pallottole o fare numeri da supereroi.
Il coraggio è far sorridere chi si ama, accettarsi per quello che si è e per quello che si vuole essere.
Il coraggio è tenere tutto insieme attraverso il rispetto per se stessi come collante.
Ho scoperto, qui e ora, che il mondo è abitato da persone che hanno questo coraggio. Che hanno questo potere.
Persone che sanno essere libere anche se imprigionate.
Voglio essere una di quelle persone.

 

 

Creazione a cura di Tania, admin del blog My Crea Bookish Kingdom