Quanto tempo è passato dall’ultima volta che mi sono adoperata per la particolare rubrica nicchiosa Thr33 Words in cui non solo elargisco la mia personale opinione su un libro, ma lo faccio anche tramite la scelta di un solo terzetto di parole che, secondo me, discutibilissimo parere non da tutti condivisibile, descrive a pieno l’avventura di pagine inchiostrate analizzata rendez-vous dopo rendez-vous?
Tenendo presente che neanche io ricordo la pubblicazione del più recente articolo di questo spazietto sul blog -ennesima volta che promuovo perfettamente il mio “immobile” sul terreno dell’etere letterario-, direi che, in occasione del blogtour dedicato alla chiusura della trilogia distopico-romance La Principessa dei Mondi di Monica Brizzi, a seguito della tappa di Tania riguardante i cinque motivi per leggere il romanzo, dell’intervista all’autrice a cura di Ely e della review di Virginia su La Terra, è giunto il momento ideale per arieggiare il chiuso ormai da ere geologiche elargendovi il mio giudizio su Mirika, secondo capitolo delle peripezie di esseri umani e alieni.
Prima, però, di passare alla mia recensione, vi avviso che dal 22 giugno è in corso fino a domani compreso -affrettatevi, popolo degli internauti!- un giveaway per vincere una copia cartacea e una digitale di Collisione: ebbene, quali sono le regole per partecipare? Prima di tutto, è necessario inserire il proprio contatto email nel form sottostante perché, in caso di vincita -si sapranno i nominativi dei due fortunati sabato 28!-, è lì che riceverete la comunicazione; oltre a ciò, dopo esservi assicurati di essere follower dei blog partecipanti all’iniziativa organizzata da Susy de I miei magici mondi, seguendo anche le loro pagine Facebook insieme a quelle della casa editrice e dell’autrice, dovete commentare in maniera intelligente e con un senso logico tutte le tappe del progetto. Se, poi, volete omaggiarci con la condivisione dei nostri articoli sui vostri social, siete più che benvenuti di farlo senza alcun problema!
Creazione a cura di Tania, admin del blog My Crea Bookish Kingdom
Se ci accomodassimo intorno a un tavolo per discutere con educazione, fra una chiacchiera generica e l’altra, delle serie letterarie nell’insieme, qualora capitasse di domandarci a vicenda qual è, per ognuno di noi, la maggiore preoccupazione da dover fronteggiare una volta immersi in una storia che prevede la distribuzione delle proprie beltà vergate nella carta inchiostrata di più volumi, cosa rispondereste, sincerità alla mano e bugie ai piedi?
Mentre vi si lascia il tempo utile per barcamenare le vostre testoline con questa richiesta decisamente non semplice da evadere, la sottoscritta si arrischia a delucidare il prossimo a sé vicino con le sue più intime elucubrazioni in merito, svelando a tutti gli utenti all’ascolto delle mie solite tre ciarle al cubo che la mia preoccupazione più grande è sempre e solo una, in particolar modo qualora nutra determinate aspettative nel seguito dell’incipit di pagine e china appena divorato: riuscirà l’autore a mantenere il ritmo venutosi a creare con il primo libro, innalzando magari il livello a cui era faticosamente giunto, oppure scivolerà sulla classica buccia di banana, rovinando nell’oblio delle aspirazioni fallite?
Nel momento durante cui ho chiuso, in via figurata s’intende, l’ebook de La Terra, la mia persona era combattuta fra due stadi emotivi agli antipodi, da un lato, la voglia irrefrenabile di continuare la storia di Niris e Max perché, insomma, essendo donna, la curiosità mi appartiene proverbialmente e, dall’altro, il timore di una vicina delusione rispetto a un testo adorato dal principio perché, cavoli, nessuno vorrebbe osservare l’evidente disfatta delle proprie speranze alla fine. Eppure, immergendomi in Mirika, mi sono ritrovata nel mondo di Monica Brizzi dal punto nel quale l’avevo lasciato, strappandomi quasi i capelli per aver solo pensato che il suddetto talento italiano potesse fallire nello sviluppare ulteriormente trama e personaggi in una climax Ascendente da capogiro: inutile dirvi che i colpi di scena del secondo titolo hanno fatto salire così tanto l’hype nei riguardi della chiusura di questa trilogia distopico-romance da farmi impazzire perché devo attendere istanti meno full per tuffarmici.
Benché sia una grande amante del lessico italiano col caratteristico sentore un po’ rétro che fa emergere dal dimenticatoio più assoluto bellissime parole obsolete capaci di accompagnarmi alle origini del mio idioma madre per ricordarmi quanto fascino è racchiuso in semplici lettere raggruppate prima in sillabe e poi in parole, una sorta di idolatria sui generis che è facilmente intuibile non solo leggendo le mie recensioni destinate a un’evidente nicchia di pubblico -alla luce di ciò, chissà qual è il motivo da cui è stato coniato il nome del mio rifugio online!-, ma anche, talvolta, inoltrandosi nei racconti scaturiti dalle mie dita battenti su tastiera -sto provando ad adoperare diversi stili, se non l’aveste notato, per vedere l’idoneo per antonomasia alla mia persona-, qualora il genere letterario a cui il titolo preso a esame giudizioso, in un momento o nel successivo, cozzasse con quel vocabolario sorpassato tanto adorato dal mio spirito incartapecorito, non proverei alcun rimorso a criticare, con palese indignazione, la decisione presa dall’autore della suddetta opera poiché l’alternativa errata può portare il lettore a non apprezzare una storia meritevole che, nella tale maniera, perde sia in velocità di assimilazione sia in decifrabilità di contenuti, due problemi abbastanza rilevanti atti a preporre al lessema successo il repentino e debilitante prefisso in.
Non è questo, però, il caso di Monica Brizzi che, impiegando un’emblematica scrittura dal fluido circolare da vetta a valle, rende sia La Terra sia Mirika agevoli a chiunque desideri immergersi fra le loro pagine vibranti di esistenze terrestre e non, un incontro del terzo tipo, quindi, che, con chiarezza e facilità, arriva al punto senza tergiversare, smarrendosi in bicchieri d’acqua poco zeppi del dolce nettare vitale, né relegare i dettagli a un angolino di carta vergata alla bell’e meglio, obbligando gli sguardi avidi morenti d’inedia, perché essere Comprensibile significa fare della limpidezza il proprio punto di forza riuscendo anche a esaltare ulteriormente tematiche dall’impatto macroscopico su vasta scala, argomenti profondi che, raschiando il fondo di ogni spirito ricettivo, si pongono nella posizione di saper germogliare su qualsiasi podere.
Malgrado non mi ritenga degna di includermi in quel gruppo di artisti che i lettori di tutto il mondo -tra cui anche la sottoscritta, ovviamente!- ringraziano dagli intimi abissi dei loro fulcri portanti perché allietano le loro giornate e relative notti con la compagnia della loro prole di carta, quel nascondiglio a tratti improvviso a tratti previsto che può davvero salvare gli infelici della vita dalla deriva più completa inducendoli a prendere una boccata d’aria fresca per mettere a tacere, un’oretta o due soltanto, il marasma della loro realtà quotidiana, con grande sicurezza posso affermare che, quando mi assumo il ruolo di cantastorie in erba -una volta al mese giusto per far vedere che, a) sono ancora viva, più o meno, e, b) non è mia intenzione torturare laggggente con il mio imbrattare di qui e imbrattare di lì-, una delle parti più difficili da rendere attraverso le mere parole sono il ventaglio eterogeneo dei sentimenti umani, tutte quelle piccole accortezze emotive che permettono a scene immaginarie e a individui altrettanto fittizi di trasmettere verità in flagranza di reato al loro uditorio, platea di tangibilità che, nell’intento primordiale di immedesimarsi nei contenuti sfogliati, esistono nelle pagine condividendo con esse gioie e dolori, afflizioni e contentezze, una miscellanea di universo non parallelo che, proprio a causa della sua essenza non facilmente raggiungibile, si innalza sul podio degli scogli e attende al varco i suoi capri espiatori.
Anche da questo punto di vista, Monica Brizzi ha fatto centro perfetto con un dardo lanciato alla non troppa cieca poiché, comunque, si sa, Robin Hood non sbaglia un colpo manco da bendato. Alla pari del giovane amico che ruba ai ricchi per donare ai poveri, l’autrice Genesis Publishing saccheggia i cuori degli avventurieri letterari regalando loro una stratosferica intensità di circostanze esteriori e turbamenti interiori, un dare per avere e un avere per dare che, intercambiabile da una parte e insostituibile dall’altra, si inabissa nell’organismo ospitante, gettando esche, scagliando ami, lanciando reti, trappole impossibili da conteggiare grazie alle quali si rimane invischiati a Niris e Max, una coppia che include ed esclude gli astanti parteggianti, fan scalmanati che animano la risma per essere a loro volta.
Si ringrazia la casa editrice Genesis Publishing per la copia ricevuta in omaggio.
#prodottofornitoda #copiaomaggio
Scheda libro
Titolo: Mirika
Serie: La Principessa dei Mondi #2
Autrice: Monica Brizzi
Casa editrice: Genesis Publishing
Pagine: 256
Anno di pubblicazione: 2019
Genere: Romance Distopico
Costo versione ebook: 3.99 euro
Costo versione cartacea: 10.60 euro
Link d’acquisto: Amazon (ebook), Amazon (cartaceo)
Trama: Lei è una principessa. Lui il capo dei ribelli.
E stanno tornando.
Il mondo è in pieno caos. La Terra cerca di non soccombere alle perdite che conflitti, sfruttamento delle risorse e cambiamenti climatici hanno causato. Mirika, intanto, si fa umiliare dal sovrano che spadroneggia su entrambi i pianeti.
Ciò nonostante, le cose stanno per cambiare. Perché Niris sa cosa la aspetta e non può in alcun modo sottrarsi ai suoi doveri. Mentre cerca di capire come gestire ciò che è diventata con ciò che prova per Max, il suo nome diventa leggenda, a fianco di quello del capo dei ribelli e dell’intera sezione che gestisce, H.
Da una città all’altra, tra numeri, perdite e nuove conoscenze, Max e Niris sono pronti per la loro nuova missione.
Mirika è il secondo avventuroso volume della saga romance-distopica La Principessa dei Mondi. Siete pronti a ritrovare i tanto amati personaggi de La Terra?
Creazione a cura di Tania, admin del blog My Crea Bookish Kingdom
25 Giugno 2020 at 11:40
Grazie per le parole, per l’analisi, per il tuo pensiero. Quanto sono felice! <3 <3
1 Luglio 2020 at 22:37
Le tre parole è la tua rubrica che preferisco, ormai lo sai te lo dico sempre. Mi piace tantissimo come riesce a trovare i giusti aggettivi per un libro e su questo ci sei riuscita benissimo.
Questa triologia è davvero bella e sono contenta che l’hai apprezzata tanto anche tu