Per diversificare il nostro classico e forse troppo monotono pomeriggio nei dintorni del corrente rifugio libroso che spero abbia trovato il vostro consenso ormai da più di tre anni, rendendoci quindi conto del tempo che passa veloce senza alcuna posa, celebriamo insieme un fantasy dove la magia ne rappresenta l’incontestabile padrona, Anima Antica, pubblicato l’8 marzo dalla casa editrice Genesis Publishing la quale, giusto per invogliare ancora di più il suo pubblico a partecipare con noi blogger all’iniziativa in atto cominciata ieri, ha deciso di mettere in palio due copie del testo di Monica Marmentini, una cartacea autografata per il primo estratto a random e una digitale per il secondo, semplicemente cliccando qui e seguendo le regole specificate nel modulo corrispondente all’apertura del link.

Creazione a cura di Susy del blog I Miei Magici Mondi

Ringraziando, come sempre, la grandissima e operosissima Susy del blog I Miei Magici Mondi per l’organizzazione dell’evento a cui oggi La Nicchia Letteraria partecipa attivamente, a seguito della prima tappa reperibile su Romance e Altri Rimedi vertente la presentazione e i cinque motivi per cui sarebbe un grande peccato non leggere l’esordio della scrittrice italiana che conosceremo presto in maniera più approfondita, la qui presente si occupa proprio dell’intervista all’autrice, qualche domanda veloce in grado di richiamare sia l’opera in sé sia la sua genitrice.

 

Buongiorno, Monica! Come sempre, prima di cominciare, ti ringrazio per essere qui, nel mio anfratto “nicchioso”, a disquisire con me non solo del tuo esordio nel mondo della scrittura, ma anche di te quale persona celata dietro l’aura di musicista dei vocaboli.
Confessando di essere una lettrice che assimila qualsiasi riga scritta presente in un libro, ti pongo una domanda proprio sulla piccola frase incisiva che hai collocato prima della dedica, “…la magia è ovunque, nel mondo, per chi ha occhi per vederla…”: secondo te, in questa nostra realtà fatta di regole tangibili e preciso ordine, cosa può identificare al meglio le peculiarità del fantastico e sovrannaturale?

✒ Buongiorno, Lady C., e grazie di cuore per avermi ospitato nel tuo bellissimo blog. Sono un po’ emozionata perché è la mia prima intervista… spero di essere all’altezza della situazione.
Mi chiedi cosa, secondo me, caratterizza il mondo “magico” nella nostra realtà quotidiana… beh, secondo me dipende molto dall’atteggiamento delle persone. Mi permetto di citare Einstein, che diceva: “Ci sono due modi di vivere la vita: uno è pensare che niente è un miracolo. L’altro è pensare che ogni cosa è un miracolo”. A me piace prestare attenzione a tutte quelle piccole, grandi coincidenze che costellano la vita di ogni giorno (la persona a cui pensi dopo vario tempo e incontri poco dopo, il libro che ti cade letteralmente davanti ai piedi e su cui trovi scritto proprio ciò di cui avevi bisogno in quel momento, l’incontro “casuale” grazie al quale risolvi una situazione in stallo, giusto per fare qualche esempio), mi piace prestare attenzione alle meraviglie che ci circondano, e di solito ho sempre in cambio molta gioia.

Si sa, nelle opere di carta e inchiostro il destino gioca sempre o quasi un ruolo assai fondamentale, il più delle volte condizionando anche i figli di un autore nell’intraprendere il giusto cammino in quella loro perenne esistenza cristallizzata in frasi dagli incantevoli lessemi: secondo la tua esperienza pregressa, credi sia possibile, nell’universo da noi abitato, scontrarsi in questa dea bendata che, non curante di essere l’imbucata alla nostra festa, fa e disfa la nostra tela al pari di una Penelope molto dispettosa e irriverente?

✒ Il “destino” ha avuto un ruolo fondamentale nella nascita di “Anima Antica”. Faccio un piccolo passo indietro, io ho sempre amato scrivere e l’ho sempre fatto, ma solo per me. Non ho mai creduto che altri potessero trovare interessanti i miei scritti né che io fossi all’altezza di scrivere un libro “vero”. Un bel giorno, mentre vagavo in una zona della biblioteca che non mi era abituale, mi imbattei in un libro, abbandonato fuori posto. Lo presi, convinta fosse un fantasy. In realtà era un libro motivazionale che mi fece riflettere molto (il libro in questione è Hero) e mi diede il coraggio di iniziare il romanzo. Ne parlai a pochissime persone, ma un bel giorno mi venne voglia di confidarmi con una collega la quale, indovina un po’, giocava a calcio con un editore. Mi mise in contatto con lui che mi diede molti buoni consigli e mi fece conoscere un blog, grazie al quale scoprii l’esistenza delle case editrici free. Ne selezionai alcune e inviai loro il manoscritto. Tra quelle che mi risposero positivamente scelsi la Genesis Publishing perché ha un simbolo che, in quel periodo, mi “tormentava”: lo ritrovavo ovunque, nei libri che leggevo, in giro (adesivi in strada, per esempio), perfino in un libro di scuola di mio figlio. Non potevo ignorare un messaggio così chiaro, e non posso che esserne felice: con questa casa editrice mi sono trovata benissimo sin da subito, e con Annarita Calaudi si è instaurata una sintonia davvero speciale e preziosa. In realtà questi sono solo alcuni dei tantissimi aneddoti che ti potrei raccontare… ma avremmo bisogno di troppo spazio!

Fin dai primi capitoli di “Anima Antica”, grazie all’introduzione di due personaggi diversi eppure simili che ho amato oltre ogni dire, si evince la tanto sottile quanto abissale differenza tra un lavoro tenuto stretto unicamente per poter vivere e una vita intera trascorsa nell’amare un modesto impiego in grado di scaldare il cuore: tenendo conto che nel nostro mondo, ahimè, siamo tutti un po’ più Adele di Tea, credi possa esistere una piccola probabilità per cui anche noi possiamo appassionarci davvero alla nostra stessa realizzazione professionale?

✒ Son molto felice che ti siano piaciuti i miei personaggi! Beh, quella del lavoro è una nota dolente. Purtroppo faccio parte anch’io della schiera degli “insoddisfatti”, diciamo così, anche se faccio del mio meglio per trovare piccole gratificazioni quotidiane (la persona che ringrazia, apprezzando la tua gentilezza, il bambino che ti saluta prima di andar via, cose così). Senz’altro esistono persone che riescono a fare, della propria passione un lavoro, alcuni li conosco personalmente, ma credo che lo sbaglio (se così si può dire) sia a monte: si inizia sin da piccoli a vedere la scuola come un qualcosa che ti porterà ad avere più o meno facilità a trovare un lavoro, ad avere uno stipendio, senza fermarsi a pensare a cosa invece piace fare. Con mia figlia, al momento di scegliere la scuola superiore, non abbiamo fatto pensieri circa la possibilità più o meno alta di trovare un lavoro, bensì abbiamo ragionato su quale scuola avesse le materie che le piacevano di più. Non so se questo l’aiuterà o meno in futuro, ma almeno mi auguro trascorra bene gli anni di studio (io non amo lasciare chi legge con la curiosità: ha scelto il liceo di scienze applicate).
Per quanto riguarda me, il mio grande sogno non è difficile da indovinare: mi piacerebbe fare la scrittrice a tempo pieno (e non solo nei ritagli di tempo risicati agli impegni quotidiani). Quand’ero ragazzina mi sarebbe piaciuto studiare storia medioevale, ma naturalmente le opportunità di lavoro parevano troppo scarse, quindi scelsi tutt’altro. Dal punto di vista lavorativo fu una scelta efficace perché iniziai a lavorare subito dopo il diploma, ma di certo non posso dire che sia una passione. Chissà, magari in futuro si realizzerà il mio desiderio, in fondo sognare non costa nulla!

Creazione a cura di Susy del blog I Miei Magici Mondi

Ringraziando il nostro amichevole Google di quartiere che, a parer mio, deve essere santificato per tutto l’aiuto capace di elargire agli internauti, in psicologia il déjà-vu è la sensazione di aver già vissuto in precedenza una situazione che si sta attualmente verificando: qualora meditassi sulle conoscenze fatte durante la tua esistenza o, più semplicemente, sulle vicissitudini che ti hanno avuta come protagonista indiscussa, ti chiedo, hai mai avuto il presentimento sopra citato, magari non ricordandoti poi troppo quel battesimo del fuoco già consumato?

✒ Google è insostituibile, non so come farei senza! E non solo per scrivere, ma, in generale, adoro poter esaudire subito le mie (tante, troppe) curiosità!
Riguardo ai déjà-vu… ne ho spesso ma in genere non riesco a contestualizzarli, rimangono sensazioni fugaci che però mi lasciano sempre piacevolmente sorpresa.
Una volta mi capitò di provare una sensazione di déjà-vu quando, girato l’angolo di una strada, incrociai una signora, vestita con un abito elegante blu ed un cappello giallo molto carino. Mi resi conto immediatamente che avevo sognato la stessa, identica scena pochi giorni prima.
Non ha nessun significato particolare, però è rimasto un fatto curioso.

Per chiudere la nostra breve intervista, un minuto botta e risposta per il quale ti sono enormemente grata, mi sono riservata un quesito sulla tua infanzia. Dalla biografia sul sito della casa editrice Genesis Publishing si scopre che, oltre a essere sempre stata una grandissima lettrice, sei cresciuta a pane e fantasy: confessa qual è il tuo autore preferito del genere e, una volta menzionato, svela ai nostri followers il suo titolo che più è entrato di diritto nel tuo cuore.

✒ Sicuramente il fantasy è stato il mio primo amore! Ora l’ho un po’ abbandonato, però ha un posto speciale per me. La mia autrice preferita è Marion Zimmer Bradley. Ho divorato tutti i suoi libri quand’ero ancora adolescente, riprendendoli in seguito, anche più volte, e mi sono piaciuti tutti. Se devo sceglierne uno direi “Le Nebbie di Avalon” (ho amato così tanto Morgana che il mio primo cane l’ho chiamato così). Sono stata affascinata per anni dal ciclo arturiano. Un altro libro che ho molto amato è “Le cronache di Narnia” di C.S. Lewis.