Alla vostra persona è mai capitato che qualcuno, in uno slancio di pazza euforia post apnea inchiostrata, vi suggerisse la lettura di un romanzo, magari spolverando la presente dritta tête-à-tête con una recensione ultra-mega-giga convincente, ma, nonostante la persuasiva esortazione nell’affrontare qui e ora tale titolo vergato, non avete voluto cogliere la palla al balzo per qualche strana ragione a tutt’oggi ancora sconosciuta, magari fluttuante tra la Mole Antonelliana -ogni riferimento al SalTo è puramente NON casuale: sto già facendo i conti con quanto speso nella giornata di ieri, voglio picchiarmi col sorriso sulle labbra- di pagine e l’adorazione all’unisono della globalità intera -quando il pubblico osanna troppo un testo, comincio a nutrire forti dubbi sulla bellezza effettiva dell’opera in questione-?
Ebbene, è quello che è successo a me con La verità sul caso Harry Quebert appena la sua uscita ha inondato il panorama italiano di china. Purtroppo, uno dei miei più grandi, definiamoli, pregi, e cioè riuscire a spaziare su una moltitudine non numerabile di generi e sguazzarci senza braccioli come una pro del nuoto agonistico nell’ars scribendi, è compensato dal difetto dei difetti per un lettore, il non fidarsi del gregge -in questo termine si includono: case editrici, autori, critici e/o colleghi blogger– nel momento in cui quest’ultimo va a glorificare in pompa magna un figlio di carta rinomato o meno che sia: in fin dei conti, se si decide di rifletterci, un’infinita nomea è la più implacabile delle armi a doppio taglio. Tuttavia, all’ennesima pressione “amichevole” esercitata da mio fratello -si sa, questo genere di relazione è un pendolo costante tra amore e odio: se mi lancia una sfida in cui posso fare meglio di lui, non mi tiro mai indietro-, alla fine dell’estate del 2021 ho deciso di leggerlo e, per prima cosa, una volta ultimato, avrei voluto prendermi a schiaffi per aver esitato così tanto nel prendere in mano questo volume di Joël Dicker, facendolo mio in meno di una settimana: mi ricordo le emozioni vissute capitolo dopo capitolo -ho pianto spesso e volentieri durante quelle giornate afose dove, mentre la testa vagava libera ad Aurora, la calura mi opprimeva il fisico con la sua sgradita presenza-, mi ricordo i consigli di Harry per Marcus -non lo nego, li ho trascritti per rileggerli quando ho bisogno di una spinta nell’esortarmi a scrivere-, mi ricordo di un giovane Goldman verso cui simpatizzare è stato terribilmente facile -è il classico bravo ragazzo della porta accanto che fa finta di essere “cattivo” per darsi un tono-, mi ricordo delle aspirazioni di una donna non già formata -se ci penso, mi si ripropone lo stesso groppo in gola-, mi ricordo di un enigma i tasselli del quale sembravano troppi ma non lo sono stati -la perfezione dell’incastro denota la genialità della penna-, mi ricordo di una scrittura veloce e incalzante -darei un braccio per poter essere un centesimo del paroliere che è l’autore svizzero-. Mi ricordo, ed è ciò che conta alla fine.
Cosa dovrete aspettarvi da Il caso Alaska Sanders?
La frase L’allievo supera il maestro -in questo caso sarebbe meglio Il seguito supera il precedente– calza a pennello come un abito fatto su misura.
Medesimo scrittore, migliore resa.
Medesimo protagonista, migliore presenza.
Medesimo auditorio, migliore attrazione.
La parola Fine della storia di Miss New England sta riverberando tutt’oggi nel mio corpicino martoriato dagli eventi ivi descritti. Per questa ragione, non posso fare a meno di sfruttare la rubrica Ambarabà -è lo spazietto nicchioso tramite cui, a partire da Sintomi ben definiti, vi “prescrivo” la cura con la C maiuscola che farebbe al caso vostro se aveste le suddette avvisaglie, illustrandovi accuratamente il Foglietto relativo con annessi effetti collaterali positivissimi per il vostro organismo da viandanti delle parole stampate- per gridare a voi altri e al mondo di andare subito in libreria. Non ve ne pentirete, giurin giurello!
Ciclopico desiderio di risolvere un mistero oltremodo arzigogolato
Enorme nostalgia nei riguardi di un main character impossibile da dimenticare
Bisogno primordiale di un signor libro da cinque stelline assicurate come valutazione
Smania dissennata di congetturare, verificare e sbagliare per poi ricominciare da capo
Folle interesse nello scandagliare il già conosciuto con l’ennesimo ignoto a venire
Si ringrazia la casa editrice La Nave di Teseo per la copia ricevuta in omaggio.
#prodottofornitoda #copiaomaggio
Mentre vecchi e nuovi personaggi si contendono, a suon di rivelazioni e approfondimenti fra l’inedito e lo sconcertante, l’attenzione di un lettore ormai di per sé galvanizzato da un ritorno vergato al passato che, estremamente baldanzoso innanzi alla premura verso il morboso andante dimostratagli dai suddetti profili inchiostrati, si ritrova in un universo dove, pur con le ovvie e migliori differenze del caso rispetto alla precedente versione a cui aveva profuso tenerezza a non finire quando l’epilogo era comparso all’improvviso, scova una così grande caterva di similitudini da percepire un non troppo vago sentore di familiarità con quanto i suoi occhi bramosi avevano gustato, di attimo in attimo, nella puntata precedente, Il caso Alaska Sanders rappresenta ciò che un uditorio parecchio esigente necessita per ottenere soddisfazione, un plico infinito di fogli nero seppia per un minuscolo tempo di lettura, nirvana dei divoratori letterari affetti da famelico languore che, grazie alla caratteristica penna sia rapinosa sia immediata di Joël Dicker, prosegue la sistematica ascesa tramite conturbanti cliffhanger di fine capitolo, da un lato, e silenti segnali di mezza sezione, dall’altro, una partita di tennis a ritmo serrato nella quale tutto è come sembra ma niente è come pare, intrighi, collegamenti e dettagli che, contrariamente alla manifestazione di una natura quasi sconclusionata se presi da soli, danno prova di essere un mosaico perfetto qualora analizzati insieme, il modo migliore di spingere gli astanti a leggere, leggere e leggere per saperne di più e conoscerne altrettanto.
Scheda libro
Titolo: Il caso Alaska Sanders
Autore: Joël Dicker
Casa editrice: La Nave di Teseo
Pagine: 624
Anno di pubblicazione: 2022
Genere: Gialli, Thriller
Costo versione ebook: 11.99 euro
Costo versione cartacea: 22.00 euro
Link d’acquisto: Amazon (ebook), Amazon (cartaceo)
Trama: Aprile 1999. Mount Pleasant, una tranquilla cittadina del New Hampshire, è sconvolta da un omicidio. Il corpo di una giovane donna, Alaska Sanders, viene trovato in riva a un lago.
L’inchiesta è rapidamente chiusa, la polizia ottiene la confessione del colpevole, che si uccide subito dopo, e del suo complice. Undici anni più tardi, però, il caso si riapre. Il sergente Perry Gahalowood, che all’epoca si era occupato delle indagini, riceve un inquietante messaggio anonimo. E se avesse seguito una falsa pista?
L’aiuto del suo amico scrittore Marcus Goldman, che ha appena ottenuto un enorme successo con il romanzo La verità sul caso Harry Quebert, ispirato dalla loro comune esperienza con un altro crimine, sarà ancora una volta fondamentale per scoprire la verità. Ma c’è un mistero nel mistero: la scomparsa del suo mentore Harry Quebert. I fantasmi del passato ritornano e, fra di essi, quello di Harry Quebert.
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