Volete conoscere una breve storia felice? Con tutte le mie recensioni che presumibilmente avete letto, ormai saprete benissimo quale genere occupa un posto d’onore tra i miei gusti letterari preferiti: il rosa è il mio placebo prediletto per addolcire la realtà che a volte mi risulta troppo stretta da sopportare, un continuo trattenere aria che col tempo compromette il mio organismo desideroso di respiri a pieni polmoni, libertà sotto forma di caro vecchio ossigeno che non guasta mai.
Lui, lei, l’imperfezione, il divertimento e l’annesso romanticismo: Anna Premoli mi concede sempre tali squisitezze e io, felice come una Pasqua, davanti a tanta beltà, non riesco mai a resistere perché, dopotutto, in questi casi, la carne è davvero troppo debole per non cadere in tentazione. Quindi, spinta spasmodicamente ad appropriarmi della sua nuova storia dal titolo Non ho tempo per amarti, sebbene avessi altri programmi quel lontano lunedì pomeriggio di gennaio, impegni che prevedevano costanza e concentrazione nello studio in previsione della sessione d’esame imminente, dando, di conseguenza, un’infinità di strappi alle regole impostemi, iniziai l’avventura di Julie e Terrence con una curiosità tale da farmi agguantare in fretta e furia la copia cartacea acquistata il giorno prima, piccolo tesoro che, come i suoi simili nel mio scaffale, ancora oggi custodisco al pari di Gollum nei confronti dell’anello di Sauron.
A questo punto, è ovvio dedurre che ho terminato il viaggio in un soffio, spaesata e ammutolita di fronte alla celerità ingranata dalla mia lettura a mano a mano che entravo nel mondo dei due personaggi e lì permanevo, assai beata dell’universo dove ero finita e smaniosa di varcarne di nuovo la soglia attraverso una serie infinita di volte che mi avrebbero permesso di ricominciare dall’inizio la storia appena vissuta, uno spaccato di esistenza che è riuscito a salire sul podio dei miei preferiti con rapida semplicità, spodestando gli avversari con ovvia e inequivocabile destrezza.
Perciò, seguendo la scia di questa velocità quale eco in lontananza, ho deciso di parlarvi del suddetto romanzo attraverso un altro Thr33 Words, giusto per darvi un assaggio del piatto sopraffino che mi ha saziata quasi all’eccesso, senza farmi ingrassare di un grammo.

Leggendo Anna Premoli, la risata è sempre assicurata.
Attraverso le sue parole spiritose, scorrendo una pagina dopo l’altra in un battito di ciglia, qualsiasi giornata storta riprende la posizione per cui era stata pensata all’inizio, non più divergente dal suo assetto normale che disturbava l’armonia dell’intero panorama circostante, ma in linea con il profilarsi degli altri elementi appartenenti al medesimo quadro, un terreno che, prima martoriato senza pietà dalla burrasca, finalmente viene rischiarato dal sole, pioggia di luce che accarezza il suolo con un lieve tocco amorevole, brividi emotivi che, contrariamente all’aggettivo di fronte il vocabolo, scaldano il cuore e, come lava, si insinuano nelle pieghe profonde dell’anima.
La ricetta perfetta per raggiungere un tale obiettivo deve avere gli ingredienti giusti da cui attingere affinché garantiscano l’ottenimento di un risultato finale da leccarsi i baffi, fondamenta che, grazie alla loro solidità, gettano le basi per un edificio performante in grado di resistere al tempo e agli eventi da esso annunciati, una forza fuori dal comune che, contro ogni previsione, impassibile si staglia all’orizzonte, amalgamandosi al resto, distinguendosi da tutto: da una parte personaggi a trecentosessanta gradi che celano un umorismo così frizzante da tenere viva, in maniera costante, la narrazione, sagome ben caratterizzate che comunque lasciano al lettore ampio margine di manovra perché la sua immaginazione corra a briglia sciolta, uno stallone indomito che, attraverso ampie falcate, consente alla libertà di scorrergli nelle vene, librandosi quasi in volo al galoppo con la scia del vento ululante, e, dall’altro lato, esilaranti scene costruite ad hoc per i suddetti individui, tracce di inchiostro che completano la visione d’insieme, magari presentando spiegazioni in merito a comportamenti adottati necessitanti di chiarificazioni specifiche, rappresentano le materie prime di cui si deve andare in cerca, l’unica mistica El Dorado che potrebbe concretizzare davvero il traguardo esclusivamente immaginato fin dalle righe iniziali, spassosa coppia di assi nella manica che, sfoderati all’istante opportuno, si manifestano nella loro natura di mano vincente, dilettevole chiusura di una partita dove vincere si è rivelato pressoché un gioco da ragazzi. Seguendo questo tsunami di vibrante strategia, ancora una volta, nella sua recente fatica letteraria, l’autrice italiana dà prova della sua immensa bravura, dimostrandosi un’enorme esperta del suo campo, quella rara zona sotto attacco in cui le guerriglie si considerano bene accette, l’amore di una che si scontra con l’affetto dell’altro in un susseguirsi di infiniti battibecchi, sfocianti in passione travolgente e vero sentimento, emozioni acuite dall’eccellente sintonia che nasce solo da due persone complementari, piacevoli parti di un inevitabile uno che, con l’aiuto passato dell’ingarbugliata trama del fato, ora non possono più affrontare divise il domani.

Quando l’amore inizia ad assumere un ruolo fondamentale nella nostra esistenza, un immediato effetto del sorgere di quel sentimento è la scoperta di poter attingere, pure nella nostra anima, contrariamente da quanto credevamo possibile, da una fonte pressoché illimitata di dolcezza, una tenera presenza non stucchevole che emerge dagli abissi imi dell’indole nell’esatto momento in cui noi stessi percepiamo nel profondo il primordiale bisogno di manifestare alla nostra metà l’inesauribile trasporto emozionale che merita, unico destino per quella perfetta faccia della medaglia, a cui già noi apparteniamo, che riesce ad accendere la miccia della gradevole presenza e costringere il fuoco gioioso ad animarsi senza intoppi, una distruzione totale che paradossalmente crea il solo e raro terreno fertile dove le radici dell’affetto possono salde attecchire, verdeggianti germogliare e, infine, forti crescere.
In Non ho tempo per amarti non ci sono eccezioni di sorta: anche in questo caso, i due protagonisti del libro di Anna Premoli diventano bersagli del mirino che la suddetta tempesta zuccherina ha puntato loro addosso fin dal primo istante in cui essa li ha travolti attraverso l’effusione di passioni nettamente proporzionali alla personale natura intrinseca, una volta sballottandoli tra i marosi della vita vera che, spesso e volentieri, assume le fattezze di sogno ad occhi aperti tanto pare essere utopica e sui generis, l’altra schiaffeggiandoli con intensità e durezza, trasformandosi in un’inconfondibile doccia fredda, affinché comprendano il miraggio della chimera e abbraccino le tangibili difficoltà del mondo a cui appartengono, un universo su piccola scala che può distruggere ogni loro minuscola speranza, tessere del domino che a cascata cadono e non si rialzano più.
Tuttavia, sebbene le conseguenze negative del cambiamento possano spaventare nel malaugurato attimo durante il quale ci troviamo in quella posizione scomoda del fronteggiarle, quasi predisposti all’automatico evolversi delle vicende a esso congiunte, ormai la dolcezza ha preso possesso della nostra persona, stravolgendo vita morte e miracoli di una storia ancora non scritta. E non importa affatto se, in qualche maniera, ci troviamo frenati a sentirla scorrere nelle vene a causa di esperienze passate che chiaramente non annoveriamo nella categoria degli eventi eccezionali degni di nota o perché in noi si sono radicate chissà quali convinzioni sintonizzate sulla stessa frequenza d’onda della maggior parte della popolazione mondiale che per certo cozzano con i desideri inespressi di un tempo forse esaurito per sempre, come non conta cosa il nostro aspetto esteriore sembra voler raccontare, una sorta di riflesso distorto che non è in grado di rispecchiare la sconfinata vallata propria di noi, un’immagine sbiadita di ciò che vogliamo offrire senza riserve od ostacoli. Solamente un elemento deve essere considerato, la felicità che in abbondanza l’amore regala. Nient’altro.

Qualsiasi essa sia, l’età non è l’adeguato metro di giudizio con il quale catalogare ed etichettare il carattere di una persona, sebbene possa dare comunque un’anticipazione plausibile di ciò che si incontrerà navigando nelle acque sconosciute dell’altrui animo. Perciò, è chiaro che l’apparenza connessa a doppio filo con l’ammontare degli anni e desunta da essi può terribilmente ingannare quel viandante solitario inciampato per puro caso nel passo del suo prossimo, strade che a un bivio si intersecano per dar vita a innumerevoli possibilità da vagliare con scrupolosa attenzione.
E proprio lì, a quell’incrocio, anime sperdute in balia della vita di ogni giorno si imbattono a metà percorso, realtà differenti e quasi opposte che però hanno trovato una confluenza, congiunzione astrale che solo un fato forse ironico forse benevolo avrebbe mai potuto realizzare tangibilmente. Nonostante la gioventù che lo caratterizza, sia in quei modi di fare eredi del suo tempo che dal mondo odierno gli sono stati, a momenti, imposti con forte prepotenza e arrogante tracotanza, atteggiamenti espliciti che si suppongono rientrare nella normalità di una routine così fresca e gagliarda, sia nella penuria delle esperienze collezionate, manciata esigua di vicissitudini che hanno plasmato, e tutt’ora plasmano per forgiarlo in futuro, un corpo ancora arido di vera esistenza, Terrence dimostra di nascondere negli anfratti più reconditi del suo cuore una maturità scioccante, sorpresa ben accolta che disorienta e lascia naturalmente spiazzati, pesci fuor d’acqua nelle pagine d’inchiostro di Anna Premoli che, al pari di placidi marosi, accolgono il lettore e lo pongono in un universo parallelo dove i comuni diktat vengono ribaltati e sostituiti con altri equivalenti eppure agli antipodi; Julie, invece, come peraltro ci si aspetterebbe, manifesta il suo essere adulta nella razionalizzazione delle prove incassate e, più o meno, superate nel pregresso, avventure che in un certo qual modo le hanno fatto ottenere una dimestichezza in tutte le famose situazioni da cui l’unica via di salvezza sarebbe fuggire senza voltarsi mai indietro, protezione preventiva che è entrata a far parte del suo tran tran abitudinario per tutelare non solo la sua persona ma anche le vane aspettative createsi per deformazione professionale, fantasticherie senza capo né coda, se messe a confronto con la realtà dei fatti, che agognerebbe tanto vedere realizzate davvero, una sorta di eco acerba che riesce a renderla malleabile e aperta a tutto, sebbene il suo animo rigido risulti troppo conforme alla sua ombra numero 36.
Tuttavia, Non ho tempo per amarti non si ferma solo a questo: infatti, il termine Maturo si riferisce pure al ritrovato stile dell’autrice, frizzante e scorrevole come lo è sempre stato fin dal suo primo romanzo, Ti prego lasciati odiare, che, però, è stato in grado di migliorarsi, diversificandosi da prima, ritrovandosi come allora, ancora.

 

 

 

 

Valutazione:

 

Scheda libro

Titolo: Non ho tempo per amarti
Autrice: Anna Premoli
Casa editrice: Newton Compton
Pagine: 315
Anno di pubblicazione: 2018
Genere: Romance
Costo versione ebook: 4.99 euro
Costo versione cartacea: 10.00 euro
Link d’acquisto: Amazon (ebook), Amazon (cartaceo)
Sinossi: Julie Morgan scrive romanzi d’amore ambientati nell’Ottocento. Di quell’epoca ama qualsiasi cosa: i vestiti lunghi, gli uomini eleganti, le storie romantiche che nascono grazie a un gioco di sguardi o al semplice sfiorarsi delle mani… L’unica cosa che salva del mondo di oggi è lo shopping online, che le permette di non mettere il naso fuori dal suo amatissimo e solitamente silenzioso appartamento. Almeno finché – proprio al piano di sopra – non arriva un misterioso inquilino: un ragazzo strano, molto giovane e vestito in un modo che a Julie fa storcere il naso. È davvero un bene che lei sia da sempre alla ricerca di un uomo d’altri tempi, perché il suo vicino, decisamente troppo moderno, potrebbe rivelarsi ben più simpatico di quanto avrebbe mai potuto sospettare…