La scelta di un libro è spesso questione di pancia. Rimaniamo abbagliati dai colori di una copertina, colpiti dal suono di un titolo. Ma stavolta credo proprio di aver esagerato con la razionalità, dato che ho deciso di leggere questo romanzo unicamente per una parola: Shadow, ombra, nome del protagonista di American Gods di Neil Gaiman.

Tre giorni prima di essere rilasciato di prigione, Shadow si sente inquieto, sente nell’aria la furia repressa di un temporale che non si decide a scoppiare. I suoi timori si concretizzano quando il direttore gli comunica che Laura è morta, vittima di un incidente stradale, e il ragazzo rimane come svuotato, consapevole che la sua vita è andata di nuovo in frantumi. Pertanto, contro ogni previsione, la prima cosa che fa come uomo libero è salire su un aereo per andare ai funerali della donna. Sul sedile accanto al suo c’è uno sconosciuto, una spilla d’argento a forma di albero a fermargli la cravatta, che lo chiama per nome e gli offre un lavoro, nonostante sia certo di non averlo mai incontrato prima d’ora. Inizialmente Shadow rifiuta, ma in seguito, dopo aver ritrovato l’uomo ad aspettarlo in un bar sperduto in mezzo al nulla, accetta con riluttanza di diventare la sua guardia del corpo e di seguirlo in giro per gli Stati Uniti a reclutare alleati prima che la tempesta si scateni. Le domande si affollano nella mente del ragazzo, coinvolto in situazioni al limite dello straordinario, ma le risposte gli sono negate e l’unica cosa che può fare è tendere l’orecchio per sentire l’eco dei tuoni in lontananza.

A muovere gli ingranaggi di questo romanzo sono gli dèi, quelli antichi, appartenenti a svariati pantheon mondiali e giunti in America millenni fa, ormai sull’orlo dell’oblio e quelli moderni, nati dall’evoluzione dei tempi e oppressi dalla paura di essere soppiantati da nuove divinità. Sono agli antipodi tra loro ma vengono entrambi rappresentati come uomini e donne dall’animo intaccato dalle debolezze e dai vizi dell’umanità, convinti che l’esistenza degli uni non possa ammettere l’esistenza degli altri. Alla base di ciò c’è la mancanza di fede dell’uomo.

Sapete, credo di preferire la condizione umana a quella divina. Non abbiamo bisogno che credano in noi. Tiriamo avanti lo stesso. È così che va.

Un dio trae il proprio potere dall’amore che un credente riversa nella propria preghiera, dalla paura che la sua invocazione suscita, dalle morti a lui dedicate. Senza questi, egli diventa un pallido riflesso della grande divinità che era, costretto ormai a vivere come un comune mortale, talmente angustiato da considerare la propria condizione immortale come una condanna. Dèi quali Odino, Eostre e Anansi, col passare delle epoche, vengono dimenticati dall’uomo, che se ne disinteressa per iniziare a credere in altro, qualcosa di più attuale e sempre più necessario: per esempio il dio Denaro, che tutto lega a sé, o la dea Tv, capace di livellare tante menti diverse a un unico pensiero uniforme. Ma, nonostante l’arroganza di chi crede di avere in pugno le redini del mondo, anche loro sono consci del fatto che l’America è terra di cambiamenti, pertanto la loro supremazia potrebbe essere spazzata in un soffio da altri dèi del futuro in cui la gente porrà la propria fede per noia, disperazione o curiosità. Una sorta di circolo vizioso, se vogliamo.
In ogni caso, che siano dotati di aura divina o meno, tutti i personaggi sono ben caratterizzati e arricchiscono la storia in modo innegabile. Primo tra tutti Shadow, che all’inizio ho fatto fatica a inquadrare, lo ammetto. Mi sembrava passivo, un’ombra che seguiva gli altri senza capire bene il perché della loro assurdità e si lasciava scorrere tutto addosso. Poi, in bilico tra i sogni e la realtà, ha avuto una svolta e si è guadagnato in pieno il mio rispetto di lettrice. La narrazione – che si articola in trama principale e sotto trame parallele – è scorrevole e, benchè subisca qualche battuta d’arresto, non perde mai quell’attraente sfumatura di mistero che ti invoglia a girare le pagine fino ad aver incastrato al loro posto tutti i pezzi della storia, in cui miti e leggende si intrecciano alla quotidianità, dando vita a un mix a dir poco epico.

Giudizio più che positivo quindi per la mia prima esperienza Gaiman, contraddistinto da uno stile tanto semplice quanto suggestivo. Vi avviso però: dopo aver letto questo libro, non avrete difficoltà a pensare che il vostro vicino di casa possa essere una divinità sotto mentite spoglie… sta tutto nel crederlo.

 

 

Valutazione:

 

Scheda libro

Titolo: American Gods
Autore: Neil Gaiman
Casa editrice: Mondadori
Pagine: 523
Data di pubblicazione: 19 giugno 2001
Traduttore: K. Bagnoli
Genere: narrativa contemporanea
Costo versione cartacea copertina flessibile: 11,00 euro
Costo versione ebook: 6,99 euro