Dato che la mia vena romantica non si smentisce mai, in aggiunta al fatto che avevo già in programma di leggere questo libro da molto tempo, trovandomi di fronte a esso, non ho potuto più resistere.

Il primo aspetto particolare su cui cade l’attenzione è il duo grazie al quale è nato questo romanzo. Non capita spesso, infatti, di incappare in opere letterarie nate dalla collaborazione di due persone e, di certo, non può non sorgere una piccola curiosità verso un lavoro a quattro mani come questo. Mi sono quindi affidata all’istinto e mi sono buttata nell’oblio, catapultandomi nel mondo descritto da questo libro e facendo mie le situazioni che la protagonista ha dovuto affrontare. Una scelta migliore non potevo farla: Scusa ma ti amo troppo è stata una piccola grande scoperta e l’unica cosa di cui mi pento davvero è di non averlo letto subito. Prima però di accennare alle mie impressioni, andiamo per gradi.
La storia è incentrata su Stella, che, ormai single, passa il suo tempo tra lo stare al riparo nelle quattro mura della sua casa e il lavorare, con l’amica di vecchia data Bea, al negozio vintage che gestiscono insieme. Fin dall’inizio del libro, si può evincere che sembra esserci qualcosa che non vada nella ragazza: qualcosa la angustia così tanto da averla fatta entrare in una sorta di stasi, mettendo in stand-by la sua vita, come se si volesse lasciar andare, come se, invece di divertirsi e svagarsi come farebbe ogni sua coetanea, si fosse rassegnata a un’esistenza piatta, come se ormai la routine fosse la sua sola ancora di salvezza, l’unico porto sicuro.

Nonostante il vapore avesse già appannato lo specchio, non riuscì a nascondermi. Mi fissai, impalata, ed eccomi lì: clavicole, spalle e zigomi più sporgenti; ci passai una mano sopra per cercarne la conferma. Da quel giorno maledetto l’appetito era sparito, forse a causa del dolore, troppo forte, insopportabile, capace di confondere, paralizzare, riempire la testa e, nel mio caso, anche la pancia.

La protagonista però non ci svela il tormento che sta frenando il suo quieto vivere, ma la tristezza, mista a depressione, che ne è conseguita, è evidente, davanti agli occhi di tutti. Fortunatamente c’è Bea, che cerca di svegliarla, di farla tornare sulla carreggiata, di farla vivere davvero, come dovrebbe fare da sola, senza dover essere costretta da alcuno. Infatti, una sera, la sua amica la invita a uscire: ha litigato nuovamente con Davide, il suo fidanzato storico, uno dei tanti stronzi che Bea sembra amare così tanto proprio per la loro natura infame. Quale migliore occasione per passare una serata tra donne, imbucandosi a una festa, come una volta le due amiche facevano, adottando la famosa combo “testa alta/faccia da culo” solitamente adoperata in questi casi? Non c’è scampo. Stella non riesce a controbattere all’invito dell’amica e quindi, purtroppo per lei, si ritrova a seguirla a ruota in quel di Milano.
Stranamente, senza intoppi, riescono a intrufolarsi, come se niente fosse, alla festa di un tizio sconosciuto, che poi Stella scoprirà chiamarsi Lorenzo. Nonostante l’obiettivo iniziale di divertirsi evitando di pensare a qualsiasi altra cosa o persona, niente va secondo i piani: infatti, quasi fin da subito, la nostra protagonista si ritrova da sola, mentre Bea cerca in tutti i modi di contattare telefonicamente Davide, teatrino che ogni volta va in scena quando i due fidanzati litigano. Abbandonata con il bicchiere pieno al bar, Stella si guarda intorno, quasi per far passare il tempo il più velocemente possibile, ed è in quel momento che i suoi occhi incrociano quelli di Giulio, un uomo il quale non perde nemmeno un secondo e subito alla carica inizia a flirtare con lei. La ragazza si infastidisce fin dall’inizio e cerca in tutti i modi una qualsiasi scappatoia per sfuggirgli, invano. Durante questa chiacchierata, Stella riesce a capire che:
1) questo Giulio non è il suo tipo, esteticamente parlando;
2) il suo umorismo lascia alquanto a desiderare;
3) il suo comportamento semplice e diretto di certo non sta accendendo il suo interesse.
Nonostante ciò, il ragazzo la convince a conoscere il famoso festeggiato, ma prima di poterlo fare, in maniera maldestra, Stella cade a terra, trascinandosi dietro anche Giulio che, preoccupatissimo, si accerta che la sua quasi conquista sia sana e salva. Da questo primo capitombolo, ne seguiranno altri figurati, che la ragazza dovrà affrontare e da cui dovrà cercare di districarsi, risolvendo dove e come può le conseguenze delle azioni commesse da lei stessa.

Cosa mi ha colpita del romanzo? In primis, il linguaggio. Fin dalle prime pagine, ho amato ogni singola parola scritta: la narrazione è stata così armoniosa, continuativa e lineare da non stancarmi mai, inducendomi a completare la lettura in un giorno solo. La trama è sensazionale, un qualcosa che non ti aspetti, che ti lascia di stucco, dandoti uno schiaffo sonoro in viso facendoti rinsavire e svegliandoti: la sberla giunge però alla fine, obbligando le tue convinzioni a sgretolarsi, a cambiare totalmente, a modificarsi in una maniera talmente radicale da costringerti a vedere in una nuova prospettiva tutto ciò che si è letto fino a quel momento.
Ho adorato ogni singolo personaggio, in particolar modo Stella e sua madre Felicia. Della prima ho apprezzato principalmente il cambiamento positivo che ella subisce nel corso del libro: da uno stato di accettazione quasi pessimistica della vita che le sta scorrendo tra le dita, sfuggevole, senza poterla afferrare davvero perché si auto-infligge questa immobilità dai tratti depressivo-catatonici, la ragazza passa a una presa di posizione della sua esistenza, capendo che bisogna voltare pagina, andare avanti, guardando indietro esclusivamente per ricordare i momenti belli, evitando di lasciarsi sopraffare dalla tristezza e malinconia. Durante Scusa ma ti amo troppo, Stella cresce, emotivamente parlando, scoprendo dei nuovi sentimenti che sembrava non avrebbe potuto provare mai, capendo che deve smetterla di angustiarsi, deve uscire dal bozzolo che si è creata intorno, per poter assaporare davvero ogni singolo istante che la vita le concede, notando così particolari che prima le sfuggivano, data la cecità forzata che quella sorta di depressione portava con sé. A questo, è servita moltissimo la presenza della madre Felicia, che, nel bene e nel male, era sempre accanto a sua figlia, una presenza costante che ha cercato di indirizzarla verso il meglio, scuotendola dal torpore ormai radicato nella ragazza, spingendola a reagire davvero a ciò che intorno le accadeva e portandola alla svolta della sua esistenza, così affievolita che sembrava ormai sul punto di spegnersi.

Concludo con una citazione che sancisce la fine della recensione, invitandovi a leggere questo libro che mi ha dato una sensazione di speranza senza eguali, come se, nonostante tutto ciò che avviene intorno a noi, un motivo per sorridere alla vita c’è sempre.

«[…]Dov’è casa mia?». «Casa tua è dove vuoi stare», disse dolcemente. «Ora, che sei in grado di camminare da sola, non avere più paure…»

 

 

Valutazione:

 

Scheda libro

Titolo: Scusa ma ti amo troppo (Love Me Too Series Vol.1)
Autore: Loretta Tarducci, Elisa Trodella
Casa editrice: Newton Compton Editori
Pagine: 278
Anno di pubblicazione: 2015
Traduttore:
Genere: Romance
Costo versione cartacea: 9.90 euro
Costo versione ebook: 0.99 euro