Mentre mi godo la quiete dopo, qualora amaste l’omonima poesia di Leopardi, o prima, se per caso siete soliti usare il famoso proverbio adoperante le medesime parole, della tempesta -pensate che sia ammattita tutt’a un tratto, vero? No, vi assicuro che non è così, sebbene su altri fronti sarei completamente d’accordo con la vostra riflessione a caldo! Mi sto solo riferendo al fatto che ieri ho finalmente ultimato il libro in lettura, un’anteprima per cui avrei dovuto partecipare a un evento come quello di oggi ma per la delusione verso la quale ho dovuto rinunciare in quanto ho trovato una miriade di incongruenze capaci nel farmi salire il nervoso più del preventivato. Non so se sono diventata pretenziosa così, de botto e senza senso, ma non posso farci niente quando i testi da me adocchiati possiedono una componente romantica: in fin dei conti, ho letto così tante opere del genere che A) so cosa mi piace/non mi piace e B) so cosa mi aspetto di leggere fra quelle pagine. È ovvio che tutto ciò rimane comunque molto soggettivo perché siamo persone diverse e, quindi, è altamente probabile pensarla in modo altrettanto differente su una stessa situazione, ma credo che, se saltano fuori dei dubbi importanti, una base ragionevole ci deve pur essere, sbaglio?-, respirando a pieni polmoni e con grande cautela per trovare i lessemi adatti alla caption per la foto relativa da pubblicare su Instagram -a proposito del mio profilo sul social delle immagini, non pensando alla mia evidente non bravura nel realizzare un’istantanea a effetto, in questi giorni sono arrivata alla conclusione per cui, prima o poi, forse più poi di prima lo ammetto, dovrò modificare completamente il feed e, perciò, avrò bisogno di un cambiamento radicale, una sorta di (ri)partenza da zero che, per quanto mi faccia paura, deve avvenire appena sarò pronta: diciamo che devo pure mettermi nell’ottica di postare con regolarità, non solo imparando a comunicare meglio, sia in modo visivo sia in maniera letterale, con chi ha la (s)fortuna di bazzicare nei miei stessi schermi-, grazie all’organizzazione certosina di Susy de I miei magici mondi, oggi, insieme a Catia del blog Rivendell: Katy Booklover, do il mio contributo al Review Party dedicato a Il dandy della Reggenza, la ristampa del capolavoro di Georgette Heyer che Astoria Edizioni ha voluto donare agli astanti di ogni risma e pasta possibili.
È considerabile scontato tirare fuori la rubrica di consigli Ambarabà per la presente occasione -al solito, con una serie di Sintomi so darvi la Prescrizione migliore, con annesso Foglietto Illustrativo e le probabili conseguenze della medicina da assumere, affinché i vostri mali spariscano in un’innocua nuvola di fumo-? Chiaro che sì, ma, sapendo quanto la ami, è doveroso dedicarle un simile articolo in pompa magna per celebrarne lo straordinario ritorno.

Creazione a cura di Susy del blog I miei magici mondi

 

 

 

 

Alla ricerca di un duo spumeggiante i cui battibecchi riecheggiano nelle pagine e oltre
In privazione della solita ironia made by Heyer capace nel ghermire ogni volta di più
Curiosità morbosa verso un enigma intricato in grado di sbrogliarsi solo giunti alla fine
Bisogno ancestrale di descrizioni talmente particolareggiate da sembrare quasi vivide
Grande necessità di tuffarsi nei dialoghi incalzanti propri del rapporto fra lingue taglienti

 

 

Si ringrazia la casa editrice Astoria Edizioni per la copia ricevuta in omaggio.
#prodottofornitoda #copiaomaggio

 

Mediante l’emblematico sarcasmo identificabile quale tratto caratteristico di una maga inglese delle parole abile nell’originare grasse risate con l’utilizzo sfrenato dello humour tipicamente british, scambio fitto di battute un po’ mordaci un po’ lenitive che, sia in base alle contingenze prese in esame di volta in volta sia osservando attentamente il comportamento dei personaggi verso i quali lo spot dell’attimo labile si va a focalizzare in rapporto al qui e ora, inducono l’uditorio ad accompagnare la lettura con un sorriso perenne in grado di illuminare il noioso circondario anche per merito di vere e proprie sghignazzate dovute a questo o quell’espediente di fantasia abbastanza realistica, Il dandy della Reggenza di Georgette Heyer è musica per le orecchie di chi, esigendo molto, ascolta e, approvando tutto, elogia, amalgama stabilizzato di conversazioni interamente pirotecniche e descrizioni riccamente particolareggiate che, fungendo alla stregua di metronomo ben oliato per un pubblico così impaziente nel voler conoscere ogni singolo dettaglio da aver bisogno di essere instradato in una scoperta misurata con l’obiettivo di trascinare l’appagamento e vivere qualche minuto in più nelle pagine dal nero vergate, nasconde una side story tanto primaria quanto marginale dove le attese nuances rosa confetto sbiadiscono in favore di un impensato giallo canarino, prove diaboliche da cervello focalizzato a un unico scopo poco nobile che, addizionati al termine delle 352 svolte effettuate, giungono alla risoluzione dei tempi, quella per cui l’amore si svela e cambia le carte in tavola.

 

 

 

 

 

 

Valutazione:

 

Scheda libro

Titolo: Il dandy della Reggenza
Autrice: Georgette Heyer
Casa editrice: Astoria Edizioni
Pagine: 352
Anno di pubblicazione: 2022
Genere: Regency
Costo versione ebook: 8.99 euro
Costo versione cartacea: 18.00 euro
Link d’acquisto: Amazon (ebook), Amazon (cartaceo)
Trama: Judith e Peregrine Taverner, una ricchissima coppia di fratelli da poco rimasta orfana, si mettono in viaggio per Londra per andare a conoscere il loro tutore e, sperano, per avere il suo consenso a mettere su casa in città. Al loro arrivo scoprono sconcertati che il loro tutore, il quinto conte di Worth, non è l’anziano amico del padre che avevano immaginato, ma il di lui figlio, noto per essere il dandy più affascinante e insopportabile di tutta Londra. Amico di Beau Brummell – il dandy per eccellenza, ispiratore del principe reggente, il futuro Giorgio IV – Julian Worth acconsente a introdurre in Società i suoi due protetti: affitta loro una casa, affida Judith alle cure di una chaperon, apre loro il bel mondo, ma… Ma tra i fratelli Taverner e il conte di Worth non riesce a svilupparsi simpatia, anzi da lì a poco a Peregrine cominciano a succedere cose strane e i due fratelli si chiedono se per caso non ci sia lo zampino di Worth.