Mentre sono letteralmente sommersa da eventi tanto a destra quanto a manca -non faccio nomi specifici perché A) alla fine è sempre lo stesso e B) è molto probabile che stia leggendo questo articolo proprio ora: so che lo faccio ogni santa volta che pubblico una recensione o una tappa di blogtour, ma, visto che per me conta sempre tantissimo quando mi inviti tenendomi costantemente presente per le suddette occasioni speciali, non posso fare a meno di ringraziarti più del dovuto appena ne ho l’occasione-, oggi su La Nicchia Letteraria mi prendo una boccata d’aria a mo’ di pausa caffè, facendo tornare la rubrica -tecnicamente mensile, praticamente dipende dai nostri impegni non solo virtuali ma anche, e soprattutto, reali- a tre che condivido con i blog Rivendell: Katy Booklover e I miei magici mondi, Tre Lady per un libro, un angolino inchiostrato piccino-picciò attraverso il quale io, Catia e Susy ci organizziamo per leggere e recensire lo stesso historical romance, evidenziando i quattro aspetti fondamentali di un libro, i Personaggi, lo Stile di Scrittura e, infine, la coppia Ambientazione/Trama, opzioni smistate a seconda del caso in modo da variare di appuntamento in appuntamento: il nostro mirino odierno di infaticabili un po’ lettrici un po’ opinioniste -nel terzetto, sono io quella dei povery– si è fissato sul terzo e ultimo volume della serie Lady Tregowan’s Will di Janice Preston, Un’ereditiera da conquistare, la storia di Aurelia e Maximilian che è riuscita a sorprendermi tantissimo, quasi come ha fatto, all’epoca della lettura, il suo caro predecessore.

Creazione a cura di Susy, admin del blog I miei magici mondi

 

 

 

 

Sebbene la notevole linearità dell’esposizione inchiostrata obblighi il pubblico, almeno nella prima metà dell’attuale historical romance, a riflettere sulla vistosa penuria di accadimenti significativi confacenti un po’ nel delineare meglio un po’ nello sviscerare altrettanto l’osteggiata passione fra i due main characters, giungendo addirittura a paragonare, che si ritenga volontario o meno non importa, il testo qui esaminato ai suoi due antecedenti standalone ove chi li ha già potuti gustare lessema dopo lessema prende subito coscienza delle grandi difformità pertinenti sia l’intrigo degli eventi sia il fil rouge degli stessi, titanica mancanza di capisaldi che, una volta raggiunta la chiusura della storia, si traduce in un’atmosfera di piatto grigiore nel quale la delusione ruba la scena alla felicità da titolo ultimato, Un’ereditiera da conquistare rappresenta che l’amore, quando deve, può e, quando può, deve, rivelando la propria forza nel vincere, prima la battaglia e poi la guerra, contro la sua eterna nemesi, la ragione.

Si girò e andò a sbattere contro una figura alta, avvolta in un cappotto grigio. Mentre vacillava sul bordo del marciapiede, due mani le afferrarono le spalle con forza, e Aurelia si trovò trascinata contro un ampio torace solido. […] lei sollevò lo sguardo dal bottone di osso a pochi pollici dalla punta del suo naso, mentre un misto di aromi di sapone, polvere, legno di sandalo e muschiato odore maschile penetrava i suoi sensi. La sua visione offuscata superò un paio di spalle ampie e un fazzoletto da collo dall’aspetto stazzonato, fino a un mento pronunciato completo di profonda fenditura e ombreggiato dalla barba, e poi alla bocca, al momento serrata di contrarietà, dalle labbra così ben scolpite che le sue dita fremettero dal desiderio di toccarle.

Nonostante il vincolo appena emerso di sorellanza possegga la capacità lapalissiana del venire a galla dal nulla tramite l’amore innato rappresentante la sua mera natura di sangue in comune, rivelandosi, ahimè, un’arma a doppio taglio poiché, avendo quasi la meglio, nel presente caso, sul resto a venire, dà l’impressione di voler collocare sotto i riflettori i due personaggi secondari a discapito della tanto diversa nell’anima quanto analoga nel divenire eroina d’altri tempi gemelli, rovescio opaco di una medaglia lucidata solo a metà che, mentre permette di comprendere l’esimio spessore del legame recente nell’attuarsi grazie alla cronaca in terza dove la felicità dell’altra sembra essere bastante pure al sé, cela l’immensità della voce più o meno narrante in grado di scuotere davvero nel profondo qualora ne avesse una minima opportunità, Un’ereditiera da conquistare chiude il cerchio della trilogia mediante l’epilogo agognato fin dal primo volume, segno definitivo di interpunzione che fa piangere e ridere allo stesso tempo, insieme.

I suoi vivaci occhi azzurri, del colore dell’oceano in un giorno di sole, gli erano sembrati troppo grandi, su quella graziosa faccia a cuore, guastata da un colorito spento e dalle guance incavate. Max ricordò la fitta di consapevolezza, nel profondo delle viscere, quando i loro sguardi si erano incrociati. Il battito irregolare del polso. Il calore del sangue. Il ridicolo impulso di premere la bocca sulla sua.

 

 

 

 

 

 

Valutazione:

 

Scheda libro

Titolo: Un’ereditiera da conquistare
Serie: Lady Tregowan’s Will #3
Autrice: Janice Preston
Casa editrice: HarperCollins Italia
Pagine: 228
Anno di pubblicazione: 2021
Genere: Historical Romance
Costo versione ebook: 2.99 euro
Costo versione cartacea:
Link d’acquisto: Amazon (ebook)
Trama: Londra, 1818

Miss Aurelia Croome ha scoperto di avere due sorelle che non ha mai incontrato e una cospicua eredità che le consente di ottenere la tanto desiderata indipendenza. Ma il nuovo mondo nel quale vive ora, fatto di feste, balli e mezze verità, non è così perfetto come aveva sempre sognato. Inoltre deve difendere il suo patrimonio dai cacciatori di dote, uno dei quali sembra intenzionato a conquistarla a ogni costo. Non sarebbe un problema rifiutarlo… se non fosse che quell’uomo, Lord Maximilian Tregowan, è l’unico che è riuscito a catturare la sua attenzione durante la Stagione! Perché nessun altro ha l’arguzia o il bell’aspetto di Max? E lei è disposta a sacrificare la sua nuova vita per pochi attimi di passione?