Mentre cerco di non liquefarmi del tutto visti i picchi elevatissimi di calore misto ad afa che quest’estate, purtroppo, ci sta regalando senza essere invitata a farlo -mi ricordo che nel 2021 non eravamo messi così male: solo io me ne sto rendendo conto o anche qualcuno di voi lo sta notando? In ogni caso, stare al computer sta diventando sempre più difficile e questa problematica implica un livello di procrastinazione assoluta nei confronti sia di recensioni sia di racconti. Insomma, sunteggiando, sono leggermente bloccata; sottolineando poi il fatto che passo le giornate davanti al pc per lavoro, ciò diminuisce il mio già scarso impegno a pormi di fronte alla sezione amministrativa del blog e fare la brava lit-persona che elargisce opinioni non richieste in quel di Internet. Oltretutto, sebbene non lo desideri affatto, dallo scrivere poco al leggere altrettanto il passo è davvero brevissimo: ho percepito, infatti, una clamorosa lentezza nell’avventurarmi in nuove pagine inchiostrate, quasi l’incubo di ogni lettore, il cosiddetto blocco brutto e cattivo, stesse sbarrandomi la strada in qualche modo non ben specificato. Avete capito che la poc’anzi menzionata apatia è una delle cause per cui odio profondamente l’estate? Beh, se non aveste compreso da soli la questione, ora lo sapete-, dopo aver osservato le innumerevoli fotografie spettacolari che gli amici, presunti tali e non, hanno condiviso sui social facendo sbavare i poveri cristi al pari mio ancora impossibilitati a fare le valigie e salpare verso i lidi paradisiaci dove trascorrere le ferie con la serenità di aver fatto il proprio dovere e l’impazienza di ricaricare finalmente le batterie -ammetto, tramite l’emblematico candore di un dolce e tenero esponente dei cuccioli di specie umana, di star rosicando da settimane perché, diciamolo, andare in vacanza non sarebbe male a seguito di mesi usati per guadagnarsi il pane quotidiano come meglio si può: in frangenti simili, la ricompensa è d’obbligo, non lo pensate anche voi?-, sono lieta di annunciare che a breve pure io me la darò a gambe per disintossicarmi dal presente e prepararmi all’immediato futuro -non vi dico né il luogo né il quando, in fin dei conti gradisco assai mantenere una parvenza di mistero, una caratteristica che adoro quando vengo a conoscenza dell’ennesimo figlio di carta inedito con il quale entro in collisione grazie alla lettura-.
Eppure, prima di lasciare gli ormeggi e, quindi, interrompere il mio sfracassare perpetuo dei vostri cabbasisi, disseppellisco la rubrica Istantanee di lettrice -ricordate come funziona? Vi dico la mia correlata da una breve riflessione concernente la trama della storia presa in esame- per parlarvi del titolo BookRoad Oltre il tempo di Monica Iemi, un fantasy romance in cui il vero amore sconfigge qualsiasi limite pur di essere condiviso dalle parti in causa, viaggi un po’ temporali un po’ spaziali nei quali gli sforzi del male non possono fare a meno di impallidire davanti al vigore del padre dei sentimenti: il suddetto titolo mi avrà convinta al 100% o qualcosa sarà andato storto?

 

 

Può una vicissitudine rilevante non solo per il corpo ma anche per lo spirito obbligare un individuo equilibrato con un maturo senso del dovere a cambiare così radicalmente il proprio atteggiamento nei confronti della vita da trasformarsi nell’ombra di un sé stesso che fatica a incedere giorno dopo giorno nella vastità dei percorsi tracciati dal destino e non, magari portandosi dietro pure una luce sinistra che poco si accosta alla sua fulgida definizione da bene connaturato? Quando il soffio della morte lambisce le nuche vergini di chi, ancora, non ha conosciuto l’immenso potere del quale dispone a piacimento nell’istante in cui la qualunque meno si aspetta il suo fiato sul proprio collo, anche il più integerrimo degli uomini giusti e onesti rischia di inciampare, con entrambi i piedi più o meno scalzi, nei subdoli tranelli posti davanti ai suoi occhi alla stregua di banchetto luculliano su cui soffermarsi per mangiare a volontà, costringendolo a perdere quella bussola capace di portarlo sulla retta via addirittura nei momenti durante i quali ogni speranza sembra essere persa e riflettere sul contrario pare diventare un suicidio già dichiarato in principio.
Eppure, sebbene il dado sia tratto e ormai resta solamente di voltare la pagina per iniziare un nuovo capitolo, accettare quanto si ottiene, sotto forma di regalo non desiderato e non richiesto, con estrema leggerezza non è sempre così facile da riuscire a passar sopra le varie conseguenze del caso, soprattutto se ciò implica una famiglia distrutta, un amore impossibile, una sorella implacabile e un rivale di cui non si immaginava l’esistenza.

 

 

 

 

Malgrado, da un lato, la precisa cronistoria degli avvenimenti sia elargita alla stregua di resoconto da caffè preso al bar con quell’amico indispensabile a cui si ha davvero l’abitudine nel novellare sia tutto sia il suo contrario e non per mezzo del classico vivere passo passo la situazione inducendo pure il lettore a esistere nei sopra citati istanti fantasiosi nei quali, di riflesso, sentirà, in corrispondenza del proprio cuore, ogni montagna russa vergata sull’andante un po’ drammatico un po’ lieto, particolare caratteristica forse dovuta alla non troppo ordinaria narrazione in prima persona al passato che realizza da sé, già alle pagine iniziali del fantasy romance dalle vibes quasi time travel, la mastodontica difficoltà nell’esprimersi, qui e ora, al meglio delle possibilità a disposizione, e, dall’altro, nonostante abbia l’intrinseca capacità di ricevere ampi consensi nei ranghi di chi è propenso verso il tropo “E vissero per sempre felici e contenti”, un lieto fine garantito identifichi una manifestazione così totalitaria da parere leggermente forzato nell’essere e nel divenire, un’impossibile verosimiglianza che si rispecchia in un’antagonista dalla scarsa credibilità durante il medesimo percorso di crescita avuto nello sfogliare le pagine, dal momento in cui l’incipit ha dato il la fino a quello dove la conclusione tramonta alla linea dell’orizzonte, Oltre il tempo è l’espressione più profonda di un amore genuino, vetusta melodia di sentimenti contrastanti fra la gioia e il dolore che, dandosi senza pretendere, ricevono senza ambire.

[…] tra alcuni rami vidi i suoi occhi.
Mi stavano guardando. Non avrebbe dovuto essere lì. Forse neanch’io avrei dovuto essere lì. Cercai di fingere di non averlo visto, ma non resistetti all’impulso di guardare di nuovo in quella direzione. Non c’era più. Quegli occhi non c’erano più, eppure sapevo che non li avrei mai scordati.

 

 

 

 

Si ringrazia la casa editrice per la copia cartacea ricevuta in omaggio.
#prodottofornitoda #copiaomaggio

 

 

Valutazione:

 

Scheda libro

Titolo: Oltre il tempo
Autrice: Monica Iemi
Casa editrice: BookRoad
Pagine: 232
Anno di pubblicazione: 2022
Genere: Fantasy Romance
Costo versione ebook: 8.99 euro
Costo versione cartacea: 14.90 euro
Link d’acquisto: Amazon (ebook), Amazon (cartaceo)
Trama: Dopo aver perso l’adorata moglie, lo stregone Alexander si prefigge uno scopo ambizioso: ottenere l’immortalità per sé e per i suoi quattro figli. E ci riesce. Adam, Tristan, Mateus e Charlotte non possono morire, né di vecchiaia, né di malattia, né di morte violenta, a meno che non sia per mano del padre o di un fratello. Inoltre, hanno il potere di rendere a loro volta immortale un’unica persona, quella con cui vogliono condividere l’eternità. Per Mateus, questa persona è Alice; ma Charlotte, accecata dalla gelosia, ricorre a una maledizione per impedirlo. Tuttavia Alexander riesce a mitigare in parte il danno. Alice morirà, sì, ma rinascerà due volte, in modo che Mateus abbia due possibilità di ritrovarla, infrangere l’incantesimo e offrirle l’immortalità. Eppure Mateus sa che Charlotte non si fermerà, finché non vedrà Alice morta definitivamente. Inizia così per i due amanti una fuga lunga secoli, in cui si perdono e ritrovano in epoche diverse. Riusciranno a sconfiggere il maleficio e a coronare il loro amore?