Quando ho ricevuto l’invito a partecipare al Review Tour con intervista annessa organizzato dalla cara Tania del blog My Crea Bookish Kingdom per la più recente fatica letteraria di Mariangela Camocardi, Un’adorabile bugiarda -erano anni che non leggevo questa scrittrice e ho colto la presente occasione per ricordarmi quanto la sua capacità stilistica mi aveva colpita fin dalla prima volta! Mentre l’ho scoperta quasi per un caso fortuito pressapoco all’apertura del mio rifugio online, ho voluto continuare l’esperienza di, lasciatemelo pur dire, adorarla: dopotutto, se c’è un talento spropositato, rendersene conto e confermarlo a voce è il giusto atteggiamento per “affrontarlo” davvero di petto!-, oltre a trovarmi nel bel mezzo delle ferie lavorative di quattordici giorni -lo ammetto, da un punto di vista puramente egoistico mi manca tantissimo l’essere una studentessa, o meglio, l’avere le specifiche tempistiche che l’università mi dava, non solo nel senso del dovere ma anche nel segno della libertà: in fin dei conti, possedendo il giusto equilibrio fra impegni serrati e ozio totale, potevo concedermi qualcosa che magari ora potrei solo sognarmi con la mia sfrenata fantasia-, riprendendo e sistemando, su misura per me, le parole del Sommo Poeta, mi trovavo in una selva oscura, ché la diritta via era smarrita per un manipolo di ragioni a cui non ero del tutto preparata: se ero a conoscenza del trasloco del quale sarei stata protagonista a fine luglio -per essere certa di non sgarrare nella vita reale e nella sua parallela fatta di carta inchiostrata, ho dovuto sia mettere in pausa le rubriche condivise che erano una meravigliosa costante su La Nicchia Letteraria, sia non accettare, con la morte nel cuore, degli eventi talmente interessanti da farmi mangiare le mani dopo aver sussurrato il mio no in risposta: cosa non si fa per evitare figure barbine con fidanzato e amiche? Questo e molto altro!-, all’inizio dello stesso mese sono stata obbligata dalla vita ad aprire gli occhi su una faccenda personale che non mi sarei aspettata manco nell’incubo peggiore della storia degli incubi, soprattutto perché credevo di conoscere già ogni particolare della situazione -confesso che è stato come ricevere uno schiaffo in pieno viso! Non ho mai avuto la presunzione di essere perfetta, anzi sono tutto l’opposto, ahimè, e mi ci presento così; eppure, pensavo che, quando un individuo ti conosce nel profondo, non ci dovessero essere fraintendimenti e, qualora ci fossero thanks to iella più nera, la soluzione si trovasse dietro l’angolo. Sì, mi sbagliavo, alla grande proprio! Inutile dire che, emotivamente, è stata durissima da digerire-.
Perciò, dopo essermi dibattuta in quell’esistenza incasinata con la quale sono stata graziata nel mezzo dell’estate infernale 2021, per settembre ho voluto regalarmi una boccata d’aria fresca concedendomi un bel pomeriggio con una buona lettura historical romance che ho deciso di celebrare oggi attraverso una recensione made in Istantanee di lettrice, un grazioso segnalibro creato gentilmente dall’organizzatrice dell’evento e una piccola domanda posta all’autrice del libro: vi va di tuffarvi con me in quel di un Bel Paese leggermente datato per conoscere Elisa e la sua apparente nemesi Giles?

Creazione a cura di Tania, admin del blog My Crea Bookish Kingdom

 

 

 

 

Nell’attimo in cui la sfortuna decide di risvegliarsi dal proprio letargo millenario per gettare le sue ombre sulla luce di una globalità inconsapevole della presenza silente che, casomai iniziasse a fare davvero il rumore assordante del quale è capace per antonomasia, penetrando nei luoghi finitimi con l’oculatezza di un mirino puntato e la resistenza di un’erbaccia invasiva, alzerebbe il sipario su un inferno dalle proporzioni sia cosmiche nelle dimensioni sia misteriose nella serietà, pungolati, con sempre più energia, dal forcone del diavoletto dispettoso che sta già molando gli artigli sulla cute dei primi individui idonei nel ricevere la grazia delle sue attenzioni moleste, i characters ieri secondari e oggi main vengono travolti da una realtà dove un’unica causa sconvolgente prevede una quantità non numerabile di conseguenze altrettanto traumatiche, insieme variegato di molti che, con poco davvero, riscrive, pennarello indelebile alla mano, la sorte delle sue vittime, ponendo l’accento su ulteriori disgrazie capaci di sorprendere ancora la qualunque nonostante quella famosa consuetudine del Mai ‘na gioia rodata, pure troppo, negli anni passati.
All’orizzonte, però, sembra comparire dal nulla l’occasione della vita sottoforma di rosa in un oceano sconfinato di rovi ingarbugliati, l’emblematica possibilità su un milione che consentirebbe di rivalersi delle brutture patite, sfogandosi il giusto, e magari anche in maggior misura, con chi è ospitato nella famiglia allargata verso la quale si è indirizzato, per forza di cose, un odio assai viscerale: eppure, sarà sul serio la soluzione a tutti i mali?

Benché, a mio avviso, sarebbe stata necessaria un’ulteriore manciata di capitoli per approfondire lo sviluppo graduale della componente romance insita nel libro di Mariangela Camocardi, data inoltre l’entità di quanto succede fra i due protagonisti nella prima metà della storia con tonalità leggermente spionistiche, un’assenza decisiva che, per taluni viandanti della carta inchiostrata a cui la sottoscritta appartiene con lapalissiana ovvietà al 100%, potrebbe rivelarsi importante se si vuole associare a un romanzo l’esatta credibilità alla quale ogni opera letteraria di fantasia ambisce per ottenere non solo la genuina benevolenza ma anche l’immedesimazione tempestiva del suo pubblico in delirio, Un’adorabile bugiarda prima strazia il cuore degli astanti e poi rapisce loro l’anima, susseguirsi di vicissitudini dall’emotività innescata in sé e dalla ricettività provocata negli altri che, tramite la straordinaria narrazione dalla manifesta bravura di chi, in questo mare di pagine nero seppia dove ci si suole incagliare fin dal prologo, naviga sempre col vento in poppa rivelando sia costanza nell’essere sia progresso nel divenire, spegne e alimenta, logora e fortifica, vanifica e valorizza, un do ut des masochista che, sciente di starlo facendo nel migliore dei modi, bersaglia, senza remora alcuna, il centro dell’obiettivo con l’accuratezza del più dispendioso killer a pagamento in circolazione, bilanciando le parole, regolando le azioni, calibrando i dialoghi e misurando le avversità, equilibrio perfetto delle quote coinvolte che, destabilizzando, armonizza e, uccidendo, ridona, speranzoso, la vita.

Lo sapeva che sarebbe andata così, pensò.
Le favole hanno sempre un lieto fine.

 

 

Creazione a cura di Tania, admin del blog My Crea Bookish Kingdom

 

Buongiorno, Mariangela. Prima di tutto, ti ringrazio di essere qui, a La Nicchia Letteraria, per continuare il viaggio fra blog organizzato dalla cara Tania con l’obiettivo di celebrare il tuo Un’adorabile bugiarda, un historical romance che, nel bene e nel male, sa colpire i punti giusti di un lettore sia alle prime armi sia rodato dal tipico training della parola scritta.
Partendo dalla citazione che ho estrapolato direttamente dalla tua ultima opera pubblicata in self, Le favole hanno sempre un lieto fine., e sapendo che i classici piccoli testi dove, a livello della chiusura, puntualissima, arriva una morale ad hoc, presentano, il più delle volte, un epilogo dai toni cupi e malinconici, secondo te, qual è la ragione per cui si tende a desiderare (quasi) sempre una conclusione che di triste non possiede manco una lontana ombra? Sarà forse il voler sognare a occhi aperti un mondo dove l’amara realtà viene sostituita da una dolce fantasia per la quale vivere non risulta mai una pesantezza quotidiana o magari c’è dell’altro che sfugge ancora all’umana comprensione?

✒ Ciao Lady C., rifuggo dai finali lacrimosi… Per farti capire, ti leggi un romanzo come “Le parole che non ti ho detto” di Nicholas Sparks, e il protagonista dopo pagine e pagine di amore struggente, conflitti eccetera, me lo fai affogare miseramente? No, nelle mie storie deve esserci la certezza che la vita non è solo tribolazioni, rinunce e poca gioia. Sperare in qualche cosa di bello e gratificante alleggerisce i nostri cuori, ci induce ad affrontare i domani con meno ansia, soprattutto se si leggono storie nelle quali nel finale splende un meraviglioso arcobaleno.

 

 

 

 

Si ringrazia l’autrice per la copia digitale ricevuta in omaggio.
#prodottofornitoda #copiaomaggio

 

 

Valutazione:

 

Scheda libro

Titolo: Un’adorabile bugiarda
Autrice: Mariangela Camocardi
Casa editrice:
Pagine: 302
Anno di pubblicazione: 2021
Genere: Historical romance
Costo versione ebook: 2.99 euro
Costo versione cartacea: 9.99 euro
Link d’acquisto: Amazon (ebook), Amazon (cartaceo)
Sinossi: Più che un incontro, tra Elisa e Giles è stato uno scontro. Lei detesta i napoleonici che hanno conquistato la sua terra, e lui è un francese arrogante, convinto di poter arraffare tutto, persino lei.
Eppure le loro strade si incrociano di nuovo, e dalla locanda in cui Elisa serviva, si ritrova a frequentare i salotti più esclusivi di Milano, come una dama del bel mondo.
Inimmaginabile!

 

 

Creazione a cura di Tania, admin del blog My Crea Bookish Kingdom