Quando è stata resa pubblica la parola di aprile nel gruppo Facebook dedicato alla rubrica Questa volta leggo che, nata dalla mente de La lettrice sulle nuvole Chiara in collaborazione con Dolci –Le mie ossessioni librose– e Mariarosaria di Librintavola, consente ai blogger partecipanti di pubblicare la recensione di un titolo rispondente alla tematica decisa sul social di Zuckerberg -nel caso odierno parliamo di un mobile che tutti noi sogniamo non appena alla mattina ne usciamo controvoglia, il Letto, che va grandemente a richiamare il famoso proverbio del mese attuale: vi ricorda qualcosa la coppia perfetta Dolce dormire? A me sì, e vorrei sperimentarle proprio adesso, tanto per cambiare-, il mio naso di segugio era già pronto a scattare nei confronti del genere romance perché, lo sa chiunque, è inutile negarlo, la probabilità di trovare sulla copertina di un libro con quelle sfumature, o addirittura nel suo titolo stesso, il vocabolo poc’anzi menzionato si avvicina sempre, e molto pericolosamente, all’unità che gli indecisi della lettura vogliono abbracciare quale cara amica del cuore.
Eppure, vivendo in un periodo abbastanza nero per ciò che concerne le storie d’amore -fino a qualche settimana fa, potrei giurare fosse la mia comfort zone per colorare il grigiore della mia vita (?), ma ora la mia avversione nei suoi riguardi è così alle stelle da farmi fuggire a gambe levate appena vedo un’opera rientrare nella categoria: sono fortunata a essere una lettrice onnivora perché, altrimenti, starei in pieno blocco! Così come sono, invece, mi si permette di spaziare e, magari, riscoprire un universo che è rimasto dormiente a causa di impegni lavorativi, testi a cui dare la precedenza, mancanza di desiderio-, ho voluto stravolgere il mio piano A -non me ne voglia Hannibal Smith, ma questa volta sono proprio dovuta scendere a patti col fato a me assegnato-, adocchiando nella mia collezione Storie senza tempo di RBA Italia -la sto collezionando perché credo sia una collana davvero imperdibile per chi, come me, adora i classici di ogni epoca! E poi, diciamocelo: a vedersi fa una bella figura- il minuscolo tomo di Edith Wharton, Il sonno del crepuscolo: premettendo che il legame con l’accessorio d’arredo proposto è fin troppo evidente -vi ho già detto che voglio adessubito andare a coricarmi, sì?-, posso affermare con certezza che è stata una piacevole compagnia serale a cui avrei dato benissimo 5 stelline di valutazione nel suo relativo appuntamento con l’angolino Istantanee di lettrice, se la copia da me affrontata -sto piangendo dentro e male! Figurarsi che mi è venuto il gigantesco dubbio, saranno così anche tutti gli altri volumi della serie?- non avesse avuto i refusi che ho, purtroppo, incontrato strada facendo.

Creazione a cura di Dolci del blog Le mie ossessioni librose

 

 

 

 

Nell’attimo in cui la mania di grandezza sceglie di investire, col suo faro gioiello tanto prezioso quanto di bigiotteria, un eletto fra la moltitudine di alternative davanti a sé, trasformando questo main character della storia universale in una persona fuori dagli schemi e dentro gli stessi che percepisce il dovere di essere costantemente sotto tutti i riflettori del proprio red carpet personale, fulcro centrale della vita di chi vuole contare e sa di poterselo permettere perché è stato sia abituato a una situazione dove lui solo può essere d’aiuto al prossimo sia conclamato dalla massa festante come l’eroe della contingenza in atto, nonostante le prove a carico dimostrino quanto gli impegni gravosi non siano mai stati i benvenuti nella casa ordinata e impeccabile alla quale appartiene, se, da un lato, si rivela qualcuno desideroso di continuare a esistere sulla stessa falsa riga di ogni suo giorno, non solo apprezzando il presente più del futuro e meno del passato così da poter godere degli istanti a cui, di solito, non si pensa a causa della loro natura decisamente caduca, ma anche lavandosi le mani delle ipotetiche problematiche di ieri da chiarire oggi e non domani, dall’altro c’è chi brama la massima novità pur di sopperire al ritrovato piattume, doccia fredda che fa allontanare dal seminato per incamminarsi lungo un’anonima eppure appetibile scorciatoia capace di rinvigorire addirittura il gelo della routine calato a mo’ di scure sull’incendio della gioventù. Vorrà il destino mantenere tali carte in tavola o preferirà lanciare una volta ancora i dadi? Sapranno i suoi capri espiatori sopravvivere a un suo nuovo e inedito blitz vitale?

Malgrado la fastidiosa sorpresa dell’incontrare da vicino una chilometrica teoria di lapsus freudiani riguardanti l’ambito specifico della proposta ortografica targata RBA Italia dove errori madornali, non solo ben definiti ma anche di ogni tipologia, appaiono più o meno selvaticamente per la disperazione profonda dei lettori iellati fra i quali, considerando le sue recenti (dis)avventure vergate, la sottoscritta rientra a pieno titolo, un mostrare le grazie senza nasconderne i difetti che, nel frenare qualsivoglia entusiasmo nutrito all’inizio verso l’opera a cui fa riferimento e affidamento, tende a smorzare, fino all’esaurimento scorte, la concentrazione del pubblico in totale hype, obbligandolo ai riposi forzati della parentesi di vita giornaliera citata sulla cover dalla medesima autrice del testo in questione, Il sonno del crepuscolo è la bizzarra parodia di una realtà annoiata da se stessa, gioco estremo di taciute ambivalenze che, alla luce dell’occulto e all’ombra del lapalissiano, fa emergere dai meandri della putrida superficialità l’unico desiderio possibile a questo mondo, il bisogno assoluto di apparire senza essere davvero, tecnica comportamentale di una sfavillante New York degli anni ’30 che, tentando di nascondere la globalità della polvere sotto il proprio tappeto esistenziale, desidera vincere facile per mezzo della complicità di tre semplici passi, ignorare quanto si vede, riempire le ore col niente, sperare nel meglio ma non agire, l’ABC dell’ozioso che, sgombro di effettive incombenze, si gode, a occhi chiusi, un trionfo non meritato.

La porta gli si chiuse alle spalle. Lei rimase per un attimo in silenzio, dominata dal senso di una strana presenza nella stanza, qualcosa come una brezza primaverile fresca di energia. Doveva essere la felicità, pensò.

 

 

 

 

 

 

Valutazione:

 

Scheda libro

Titolo: Il sonno del crepuscolo
Autrice: Edith Wharton
Casa editrice: RBA Italia
Pagine: 260
Anno di pubblicazione: 2021
Genere: Classici
Costo versione ebook:
Costo versione cartacea: 9.99 euro
Link d’acquisto:
Sinossi: La famiglia di Mrs. Manford è decisa a sfuggire la noia, il vuoto della vita e il dolore a ogni costo. Sesso, droga, lavoro, denaro e un’infatuazione nei confronti dell’occulto e della spiritualità sono i modernissimi temi che animano il romanzo. Il sonno del crepuscolo a cui si riferisce il titolo è proprio lo stato fisico mentale nel quale i protagonisti cercano di perdersi per non sentire il peso della loro vita. Un romanzo ironico e tagliente, ambientato nella New York degli anni ’30 ma così moderno nella dissacrazione della finta spiritualità da risultare attualissimo nell’era della New Age.

 

 

Creazione a cura di Dolci del blog Le mie ossessioni librose