Nuova richiesta, nuova recensione. Costituzione di Roberto Trama è decisamente un libro diverso, curioso, leggermente fuori dal comune: richiamando e prendendo in considerazione alcuni degli articoli della Costituzione Italiana, l’autore racconta la storia e le vicissitudini di una famiglia, i problemi che quel nucleo famigliare vive e sperimenta sulla propria pelle, enfatizzando quasi la negatività e la drammaticità degli eventi, sottolineando che dietro la facciata si può nascondere qualsiasi cosa, un’entità che sembra sempre celare una sorta di “malvagità”, come se la speranza non sia davvero l’ultima a morire, ma la prima attitudine che si perde, nel corso del tempo, di fronte a innumerevoli, quasi infinite, sfortune e disgrazie.
Il prologo ci catapulta direttamente e senza preamboli in una “riunione” di ragazzi, in merito a un compito richiesto dall’insegnante a scuola: il gruppo deve scegliere dieci articoli della Costituzione Italiana e portare ad esempio due situazioni, una negativa e una positiva, già avvenute nella storia o reperibili dalla vita reale. La discussione inizia, con uno scambio di battute interessanti, spunti inevitabili di un dialogo di una certa levatura intellettuale che scema, verso il termine del prologo, aprendo il primo capitolo del libro di Roberto Trama, che proprio si concentra sull’Articolo 1, il primo dei dieci scelti dai suddetti ragazzi, i quali il lettore conoscerà nel corso della lettura.
Il Sindaco deve trovare un lavoratore, tra il suo staff, da mandare alla sezione distaccata dell’ufficio anagrafe, praticamente una succursale che si trova in una frazione dimenticata da Dio. Prima, si pensa a Bianciardi, ma purtroppo è una scelta da scartare perché è amico del vescovo; poi si riflette sul possibile trasferimento di Caccioppoli, ma lui sembra essere indispensabile lì dov’è, lavorando per tre. L’unico che potrebbe essere inviato laggiù è Costantino, un veterano dei lavoratori lì all’ufficio, un uomo che sicuramente non accetterà il lavoro, licenziandosi, perché deve rimanere lì per poter assistere alla moglie malata ormai da tempo. E infatti, succede proprio così. Ma non è l’ultimo dei problemi che graverà sulla schiena, già appesantita, di Costantino. Dopo aver rinunciato al lavoro, anche se la moglie era contraria a riguardo, una normale visita all’ospedale per la coniuge si trasforma in un brutto viaggio: la donna viene ricoverata e spira qualche giorno dopo, lasciando il marito in balìa del presente già fragile per gli eventi appena succeduti e di un futuro che, oltre a essere sicuramente incerto, sembra prospettarsi sempre più nero, nessuna speranza, solo un oblio senza fine che cancella qualsiasi positività, sprofondando in un negativismo e pessimismo così profondi da sembrare grotteschi e irreali.
Veniamo, però, al mio giudizio. Certo è stato facile essere catturata dalla fluidità e dalla scorrevolezza del libro, caratterizzato da un italiano ben scritto e grammaticalmente corretto, non evitando modi di dire odierni, non esentandosi però ad adottare determinate parole stilisticamente più “elevate” e auliche, quando veniva richiesto il loro utilizzo specifico. Tuttavia, come contro di questo aspetto che ho davvero apprezzato, come già detto sopra, ho notato una certa mancanza nei discorsi diretti: oltre al fatto che mi sono risultati troppo “statici” a volte, meccanici, poveri e a tratti anche insipidi, senza quella verve che un dialogo deve avere per animare e infiammare la scena, staccando anche da una sorta di monotonia che potrebbe sorgere a causa della parte indiretta del romanzo, lo scambio di battute, meri botta e risposta, troppo “veloci” e senza neanche essere immersi in un contesto di descrizione narrativa tra una frase e l’altra, non è stato definito in maniera precisa, a causa della mancanza di semplici virgolette, che avrebbero sicuramente sancito, in modo giusto e più evidente, la presenza di un dialogo che, così, è sparito confondendosi nel resto del romanzo, portando un inevitabile caos, un disordine che per un lettore come me è davvero fastidioso, dovendo leggere almeno due volte il non palese discorso diretto proprio perché all’inizio è stato letto come semplice collante nella narrazione.
L’innovazione del romanzo sta tutta nella costruzione strana e quasi stravagante della storia, che è scandita grazie alla creazione di nessi tra gli avvenimenti dei personaggi del libro e degli articoli della Costituzione Italiana, collegamenti questi che ho trovato decisamente affascinanti e promettenti, una novità che sicuramente non è passata inosservata e che ricorderò sempre con piacere, ringraziando in primis l’autore che mi ha permesso di leggere e conoscere i contenuti del suo Costituzione.
Tuttavia un aspetto mi ha lasciata decisamente perplessa. L’Italia che viene descritta in questo libro è, in tutto e per tutto, uno stato degradante e degradato, il risultato di un continuo raschiare il fondo di un barile che ormai è marcio, nero, da buttare, neanche utile a ringalluzzire la fiamma di un focolare che si sta estinguendo. Sicuramente la nostra nazione ha i suoi problemi, le sue pecche, quei nei che tutti noi vorremmo eliminare definitivamente, sistemandoli e arginandoli con qualcosa di migliore, qualcosa che migliori la nostra vita e quella delle generazioni future, ma non dobbiamo allargare questa visione così pessimistica e negativa su tutti gli aspetti dell’Italia, così tanto “maltrattata” nel romanzo di Trama. Ciò che ho letto, nella mia testa, ha preso il nome di polemica. Polemiche a destra, polemiche a sinistra, polemiche sempre e ovunque. È stata fatta d’un erba un unico, grande, immenso e ingombrante fascio, che non può sussistere, almeno nei riguardi di un punto toccato dall’autore, e cioè ciò che concerne l’università, in quanto io, come studentessa, posso testimoniare tutto l’opposto. Non nego che possano crearsi le situazioni descritte in questo libro, ma non si può nemmeno negare che alcuni avvenimenti, in campo universitario, succedano alla luce del sole grazie al sudore e alle fatiche di chi si impegna per ottenere determinati risultati, senza alcun intrigo nascosto, senza alcun “ricatto” dietro, senza alcuna macchinazione atta a farci guadagnare questi “premi” che non siano meritati.
Forse se non fossi stata toccata in prima persona da ciò che ho letto, probabilmente avrei apprezzato di più questo libro, ma potrei anche sbagliarmi in quanto un’altra mancanza di Costituzione sta nel fatto che sembra non esserci una speranza, una rosea visione del presente e anche del conseguente futuro. Ed è malinconica questa realtà presentata perché spegne la fiamma dei giovani, di quelli che potrebbero fare la differenza ma che non la faranno, quasi bloccati dal pessimismo e dal negativismo, i quali traspaiono da ogni riga di questo libro e aumentano di grandezza e di onere rilevante ogni volta che si “girano” le pagine dell’ebook di Roberto Trama.
Ho sbagliato magari a prendere tanto sul serio un romanzo così scritto? Penso di parlare per tutti gli amanti della carta stampata e di quella digitale, dicendo e affermando che con la lettura non si scherza. Perciò, dato che questa nostra passione ha un’enorme importanza nella mia vita, non posso sorvolare ed evitare di analizzare ciò che leggo, profondamente e in tutte le sue particolarità. Quindi, eccomi qui, punta sul vivo e decisamente contraria in questa visione di bicchiere mezzo vuoto, ma forse anche del tutto vacuo: essere realisti è d’obbligo per non indorare la pillola, per non essere ingenui di fronte a una vita che potrebbe farci scontrare con delle avversità, ma sicuramente non bisogna vedere tutto monocromatico e in particolare nero, perché, essendo noi i fautori del nostro presente e del nostro conseguente futuro, saremmo la causa della sonora disfatta a cui questo nostro modo di visionare il mondo ci porterebbe in definitiva.
Scheda libro
Titolo: Costituzione
Autore: Roberto Trama
Casa editrice: –
Pagine: 102
Anno di pubblicazione: 2013
Traduttore: –
Genere: Narrativa
Costo versione cartacea: 4.16 euro
Costo versione ebook: 1.80 euro
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