Avevo bisogno di un libro corto, che non mi impegnasse troppo, che mi accompagnasse placida nella corrente della narrazione, senza farmi trascinare o sballottare con violenza nella vicenda scritta in quelle poche pagine. Mio fratello mi ha consigliato uno dei libri di Andrea Vitali, Pianoforte vendesi: mi ha sempre incuriosita questo autore italiano, forse perché in casa abbiamo tutti o quasi i suoi lavori, forse perché i titoli scelti per le sue opere sono sempre accattivanti o semplicemente perché vedevo qualcuno di famiglia leggere i suoi romanzi, non so, fatto sta che ho accettato caldamente il consiglio e allora ho letto queste 88 pagine in un pomeriggio, rimanendo colpita e sorridendo anche a tratti. Ne avevo proprio bisogno.

Il protagonista non ha nome, ma viene identificato con “Il Pianista”, per via delle sue mani con dita lunghe magre e affusolate, praticamente le mani di un musicista di pianoforte. Peccato che lui usa in altro modo le parti terminali degli arti superiori: è un ladro. E cosa potrebbe mai fare se non il suo lavoro durante la sera della vigilia dell’Epifania, nel lontano 1966, questo uomo con la scoliosi, il naso a becco e i capelli neri lunghi e unti? Dopotutto, a Bellano c’è un gran fermento in atto: è la festa dei Re Magi, evento a cui partecipano moltissime persone e quindi tantissimi bersagli del nostro manolesta. L’unica cosa che ora deve fare è attendere l’ora giusta per entrare in azione, ricordandosi che l’ultimo treno per tornare a casa è alle 23. Non può certamente tardare!
Vagando un po’ per le strade, si ritrova in via Manzoni e passa casualmente davanti a un portone mezzo aperto dove è attaccato un cartello che recita “Pianoforte vendesi”. Mentre riflette sul gran colpo che potrebbe essere trafugare uno strumento musicale del genere, dietro di lui si materializza il calzolaio, a quanto pare, detentore delle chiavi dell’appartamento dove è posto il piano. Chiede al Pianista se è interessato all’acquisto, ma lui declina e si dirige verso un’osteria per cenare, data l’ora e la fame che sopraggiunge: avere lo stomaco vuoto implica lavorare male, dopotutto.
Dopo essersi rifocillato, scoprendo all’uscita dell’osteria che è arrivata una perturbazione di maltempo, dato che con le intemperie la festa sarà un mortorio, gli viene in mente che forse, alla casa dove sta quel famoso pianoforte in vendita, ci potrebbero essere altri oggetti che lui riuscirebbe facilmente ad agguantare e a mettere in tasca. Magari è la sua sera fortunata! O forse no? Lo scoprirete solo leggendo questa piccola storia, Nicchiani.

Si dice che è la prima impressione a contare, è quella che decide il parere ultimo di una persona rispetto questa o quella cosa, qualsiasi ambito venga coperto e interessato da una sua spassionata opinione. Molto spesso, veniamo ingannati, anche perché un giudizio basato su una “prima occhiata”, magari anche sbrigativa e data per capriccio, potrebbe risultare decisamente superficiale. Nei confronti dei libri e dei conseguenti autori, invece, risulta avere un rilievo non banale, da non sottovalutare, in quanto proprio da questo punto di partenza un lettore decide se continuare ad esplorare gli altri mondi creati da quegli scrittori o evitare di intraprendere viaggi inediti per paura di trovarsi ancora davanti un’opera che possa nuovamente deluderlo.
Premesso questo, devo ammettere che Vitali è stata una scoperta sensazionale: con uno stile quasi telegrafico, offrendo informazioni minimali ma fondamentali al lettore, stuzzicando la sua fantasia, la sua curiosità e anche la sua ilarità per la quasi comicità delle scene descritte, ma non evitando anche spunti importanti di riflessione e sottolineando qualche aspetto tragico e drammatico dei personaggi di Pianoforte vendesi, lo scrittore usa un linguaggio decisamente moderno, identificabile proprio con la nostra epoca, parole semplici ma forti nel rievocare determinati significati, parole che riverberano nella nostra mente una volte lette, vocaboli anche volgari ma che non stonano appunto perché inserite egregiamente nell’arco temporale raccontato dall’autore. La narrazione di Vitali permette a chi lo legge di immergersi completamente nella storia, facendo delineare al suo pubblico l’ambientazione e le figure che danno vita al suo libro, consacrandolo a quella sorta di eternità permessa dai suoi lettori che, quindi, tassello dopo tassello, consentono la nascita di questo puzzle.
In aggiunta alla serenità che la lettura di questo racconto lungo ha provocato in me, per cui ringrazio anche l’autore, visto che avevo largamente bisogno di tranquillità con un libro frizzante e fresco, facilitandomi di abbandonare una sorta di apatia dovuta al romanzo precedentemente letto, ciò che mi ha colpita in questo libro è la predominanza della musica, che forse può essere considerata più “protagonista” del Pianista stesso.

Si era accorta subito, dice la donna, che nel mondo tutto è musica. Il lago, le montagne, i cieli, le stelle, l’aria, le stagioni. Anche i passi della gente per la strada, anche le parole che si scambiano, e i sorrisi, le strette di mano. Tutto. Una musica. L’aveva sentita verso i quindici anni. S’era innamorata. La musica era diventata il suo unico amore. Si sentiva sposata con lei. Come avrebbe potuto sposare qualcun altro?

Non posso che essere d’accordo con queste poche righe. La musica tocca qualsiasi campo e riempie ogni aspetto di noi stessi: permette di esprimere le emozioni nutrite in seno, di far trapelare cosa proviamo e mostrare una nostra intima proiezione a chi abbiamo davanti, per far conoscere tutte le sfaccettature del nostro io, è un mezzo attraverso cui viaggiare nel tempo e nello spazio stando completamente fermi, qualsiasi sia il luogo dove ci troviamo, qualsiasi sia l’epoca in cui viviamo. La musica è ovunque, sopra, sotto, a destra, a sinistra, un dappertutto che colma e plasma il mondo. Dà forma a ciò che non la ha, palesa anche i sentimenti più nascosti, facendoli riemergere dagli anfratti viscerali del cuore, e dona un senso a qualsiasi cosa, nessuna esclusa, persino al silenzio, la colonna sonora che riesce a farci riflettere come poche, aiutandoci ad ascoltare e a percepire la realtà intorno a noi, facendoci sentire parte della nostra stessa vita, permettendoci di udire la voce della natura, una melodia, quindi, diversa dal solito che, seppur fioca, a volte risulta essere tremendamente assordante.
Praticamente, la musica è ed è sufficiente così.

 

 

Valutazione:

 

Scheda libro

Titolo: Pianoforte vendesi
Autore: Andrea Vitali
Casa editrice: Garzanti
Pagine: 88
Anno di pubblicazione: 2011
Traduttore:
Genere: Narrativa contemporanea
Costo versione cartacea: 6.90 euro
Costo versione ebook: 5.99 euro