Se vi chiedessi di ricordare, insieme a me, tutte quelle volte in cui, usati i miei articoli pubblicati online sul blog quali pretesto di confessioni raffazzonate varie ed eventuali, ho dichiarato, giurin giurello e croce sul cuore perché abbondare batte lesinare 1 a 0 palla al centro, di smettere con le partecipazioni agli eventi coinvolgenti letture interessanti, dimostrando quindi una certa laboriosità che mal si sposa con la fannullaggine occupante troppo la mia persona nell’ultimo periodo, disapprovereste la mia boccuccia di rosa in quanto, ipocrita come il peggiore degli ingannatori di professione, è facilmente accertabile, dall’operato nicchioso nel mentre, che non ho tenuto fede ad alcuna delle mie grandiosi parole vuote, lessemi col senno di poi manchevoli di significato casomai si decidesse di confutare l’una o l’altra teorie.
Eppure, qualora aveste, fra le fila di conoscenze strette, un’amica testarda, come lo è per me Susy de I miei magici mondi, che, in barba a qualsiasi vostra rimostranza, è in grado di convincervi con poco a fare tanto, intuireste subito nel centro di quali fuochi mi ritrovo sempre, da un lato l’esuberante e indefessa collega che, a mo’ di Zio Sam non troppo oltreoceano, mi urla dietro I want you a ripetizione persuadendomi a poter fare tutto comunque, dall’altro la mia sottintesa curiosità nei riguardi di bellissimi testi che, attraverso un’immediato schiocco di dita, fomentano il mio desiderio con ennesimo legna da ardere: perciò, quando una delle mie autrici romance del cuore è apparsa in pieno stile miraggio d’oasi nel deserto, proponendomi di aderire al Review Party per Sono pazza di te (ma fino a un certo punto) di Marina Morpurgo quale acqua cristallina alla qui presente disidratata completa, ai piedi della sua trama bizzarra, non sono riuscita a chiudere la porta in faccia a questa piccola perla italiana targata Astoria Edizioni, opera decisamente particolare che tenta di mostrarci l’amore nelle sue vesti più eterogenee mediante un’indagine simpatica e burlesca capace di far ridere anche nei momenti meno opportuni, strappo alla regola dell’autrice che si è spinti ad apprezzare senza indugio perché, vedendo la mia personale celebrazione al libro nell’odierno appuntamento con la rubrica Istantanee di lettrice, se non è necessario il lieto fine per essere contenti della propria vita, non è neanche necessario trincerarsi nella solitudine per raggiungere la piena felicità.

Creazione a cura di Susy, admin del blog I Miei Magici Mondi

 

 

 

 

Si possono davvero riconoscere tutte le differenti sfumature dell’amore, quel caleidoscopio di declinazioni variegate che sanno mettere perfettamente in mostra ogni impercettibile particolare del massimo esponente dei sentimenti, un padre talvolta scomodo al quale dover rendere conto negli attimi in cui esso si palesa per riscuotere dai suoi figli quanto è conseguito da l’una o l’altra azione degli stessi che è stata in grado di cogliere impreparata una semina non pronta alla raccolta?
Di certo, possediamo l’attitudine di distinguere con grande facilità non solo il migliore dei casi, cioè chi è stato tanto fortunato da orientare il proprio cuore verso l’elegante rarità fatta a persona giusta, l’unica che, mentre dona estrema attenzione ai bisogni della sua metà collocandoli sul podio delle proprie elucubrazioni, si guadagna il ritorno con gli interessi, ma anche la peggiore delle fatalità dove il compagno di avventure manifesta una natura opposta alla preventivata, brusco squallore nel quale trovarsi impantanati con pochissime vie d’uscite per scappare lontano e non voltarsi più indietro perché, a un certo punto, è obbligatorio rendersi conto della situazione, scegliendo di chiudere il libro per principiarne uno nuovo, migliore per sé. Eppure, la realtà è così semplice oppure esiste altro, al di là dell’ovvio?

Mediante una formidabile ironia sui generis della quale l’autrice si serve a oltranza per narrare la più vasta gamma di possibili contingenze umanamente realistiche, teatrini semiseri di quotidiane esistenze che, a dispetto del carico da novanta a cui spesso si accompagnano ostinate, permettono al lettore di sogghignare, ritegno abbandonato da qualche parte, alla stregua di scolaretti tanto indisciplinati quanto deliziosi, Marina Morpurgo catapulta il suo pubblico in una minuta collezione di racconti riguardanti l’amore nelle sue forme più disparate, Sono pazza di te (ma fino a un certo punto), sussulti vergati di ciglia in tenace movimento che pennellano un quadro d’insieme dalla generale e lampante completezza rendente benissimo l’idea dell’emozione fondamentale, virgulto silenzioso che, audacia alla mano, emerge tramite un iridato dizionario sia importante sia accessibile, come se volesse sottolineare quanto la contemporaneità non debba mai surclassare le sue origini, una globalità di punti a favore che insegnano senza farlo e imparano senza volerlo, do ut des molto speciale in grado di osservare il bicchiere mezzo pieno quand’anche la situazione in corso possa sembrare un totale rompicapo disastrosamente impossibile da sbrogliare.
Perché, alla fine, purtroppo, la lieta conclusione non è sempre augurabile. Giusto?

Sapevo di non sapere, ma mi seccava farlo sapere.

 

 

Si ringrazia la casa editrice Astoria Edizioni per la copia ricevuta in omaggio.
#prodottofornitoda #copiaomaggio

 

 

Valutazione:

 

Scheda libro

Titolo: Sono pazza di te (ma fino a un certo punto)
Autrice: Marina Morpurgo
Casa editrice: Astoria Edizioni
Pagine: 425
Anno di pubblicazione: 2020
Genere: Raccolta di racconti, Narrativa contemporanea
Costo versione ebook: 4.99 euro
Costo versione cartacea: 8.00 euro
Link d’acquisto: Amazon (ebook), Amazon (cartaceo)
Sinossi: Racconti pazzi su amori, donne miti, donne stravaganti.

Ci sono ancora gli amori e, soprattutto, le donne di una volta? Quelle miti e sottomesse, e anche un po’ ingenue? Se guardando su Google capiste le origini della nevrosi e della cupezza del vostro compagno e anche che la situazione è irrimediabile, ve ne liberereste? Se poteste assistere a tragicomiche scenate del vostro vicinato, senza essere notati, lo fareste? E lo considerereste una valida alternativa alla TV? Se foste pacificamente perseguitate da un ortodosso che vuole portarvi sulla retta via, finireste per invaghirvene? E se vi fosse affidata la revisione di una collana di classici, cambiereste i contenuti dei testi per renderli più ottimisti e rosei? Se avete risposto sì ad almeno una domanda, non fate più parte delle donne un po’ ingenue e miti di una volta e l’acquisto di questo libro vi è caldamente consigliato.