Grazie all’organizzatrice Angela del blog Io resto qui a leggere, oggi La Nicchia Letteraria partecipa al Review Party dedicato a Escort di Skye Warren, un libro Triskell Edizioni che ho recensito tramite la sottostante puntata della rubrica Thr33 Words.

Creazione a cura di Angela, admin del blog Io resto qui a leggere

Nell’istante in cui si decide di affrontare un preciso genere letterario, qualora la mentalità del viandante medio di pagine inchiostrate rispecchiasse il modus operandi del mio subconscio, fa il suo ingresso in campo uno splendido ventaglio di possibilità concernenti il registro linguistico adottato dallo scrittore dell’opera, un dizionario specifico per ogni sottogruppo di risma vergata che si deve adattare benissimo a quanto gli viene imposto poiché, nel caso in cui, sfortunatamente, mal si sposasse con il panorama circostante al quale è stato indirizzato dall’artista dei lessemi chiamato in causa, chi si ravvicina a un testo affine potrebbe ustionarsi con inevitabile perspicuità di fronte all’evidenza del suddetto nesso mancato, incontro fortuito tanto antipatico quanto scioccante che davvero imporrebbe al testo osservato il guadagno di un’immane caterva di punti per ricevere l’estrema unzione da bocciatura su scala stampata.
Tuttavia, in alcune contingenze straordinarie come la presente, il raro e inaspettato varca la soglia dell’usuale e scontato, cogliendo all’improvviso degli astanti poco preparati a una simile incursione occasionale, alterazione promettente di trama che, non lasciando spazio a futili dubbi, conquista i temerari in ascolto per la sua veloce toccata e conseguente fuga: mediante un’eleganza nero seppia che non ci si aspetta piombando negli anfratti dell’erotismo tentatore in generale, specchio riproducente alla perfezione quel figlio di carta protagonista della nuova avventura di Skye Warren firmata Triskell Edizioni, Escort propone all’uditorio una classe scritta che non fa acqua, trascinanti vicissitudini e forti emozioni illustrate con innata ricercatezza di parole che vanno ad accentuare la nobiltà in fatto di stile della voce narrante maschile, terminologia sui generis ad alto contenuto stimolante che si manifesta in un’armonia di note delicate e frastornante passione, musica gradevole di mistico piano che, forte nell’arrangiamento prescelto, malgrado proceda con spietata diligenza sul declivio del pentagramma, concede alle crome e ai loro abbellimenti uno strappo alla regola, il palese cambio di rotta che solo un uomo desideroso del più nel meno vissuto sceglie di intraprendere.

 

 

 

 

Nell’istante in cui un lettore si presta volontariamente a immergere la propria persona in una nuova avventura di carta non più vergine che sembra prevedere delle belle, di cotte e di crude, da non smarrire per strada neanche per scherzo, se va a condividere un poco la mia immaginazione sfrenata nei confronti di questo o quell’altro dettaglio emerso, anche solo leggermente, durante il viaggio inchiostrato poc’anzi menzionato, è sicuro al 100% che la prima elucubrazione attanagliante il suo spirito da divoratore di paragrafi in corsa uguagli la bellissima supposizione secondo la quale, nei meandri enigmatici della suddetta storia ancora da scoprire del tutto nei suoi risvolti infiniti, si nasconda una miriade non numerabile di plot twist senza precedenti, i battezzati colpi di scena che, coesistendo nell’emblematico vaso di Pandora ove stanno rinchiusi fino a tempo debito, rimescolano le carte a loro disposizione grazie all’autore di appartenenza per tenere, con calibrata costanza, sul chi vive tutti i baldi assimilatori delle pagine, donando loro, qua e là, infarti poderosi del miocardio da atterrire perfino un mastodontico esemplare bipede munito.
Purtroppo, però, valutando la situazione dal punto di vista del mondo scrittura e relativa lettura, non sempre la fortuna arride agli audaci, spalancando, così, porte e finestre a una delusione cocente. Infatti, sebbene le migliori premesse le cui basi esattamente intagliate sono state gettate da Skye Warren con incredibile maestria d’intenti, malgrado la sua lunghezza di 173 facciate imponga un tuffo ad angelo di poche orette, per tutta la durata del viaggio di china Escort assume una tonalità a dir poco flemmatica, lineare escursione che, nonostante possegga spunti interessanti da approfondire nelle direzioni più disparate, rimane inchiodata al mero viale alberato deciso dall’incipit in avanti, sicura tangenziale che, fin dal suo principio, non occulta la destinazione di termine a cui si è immolata, una congettura talmente lapalissiana da non passare inosservata alla mirabile attenzione dei sintonizzati sulla sua frequenza, imponendo così una staticità surreale che azzoppa un movimento tale da rendere dinamico quanto è fermo e indimenticabile ciò che è solo mediocre.

Ogni volta che si incappa nel diffusissimo quesito fuoriuscente la bocca di un non lettore scioccato dalla nostra passione sfrenata per la carta inchiostrata o di un semplice addicted alla stregua dei suddetti volenteroso nel condividere le motivazioni di un tale trasporto non di mezzi, la risposta è sempre la stessa: con quel loro potere speciale la cui provenienza è ancora circondata dal mistero più fitto, i libri permettono agli avventori delle pagine stampate di staccare la spina dalla loro realtà, portandoli in mondi paralleli dove niente è impossibile e tutto è auspicabile, un universo fantastico colmo di opportunità da cogliere per sentirsi protagonisti quanto i main characters di cui vengono edotti nel corso dell’avventura, individui simili eppure diversi che coinvolgono gli astanti nel loro personale bagaglio emotivo dentro il quale al pubblico viene concesso di percepire, a sua volta, sentimenti agli antipodi in grado di indurlo alla massima riflessione verosimile, un trip mentale che, molto più spesso di quanto si voglia credere, permette agli scrutatori delle risme vergate di conoscersi meglio di prima.
Quasi fosse una moderna coperta di Linus che tiene al sicuro l’indole di chi la possiede, Escort di Skye Warren riesce ad avvolgere l’uditorio nel calore di un abbraccio sicuro, porto ospitale ove attraccare e rifornirsi a sazietà per ripartire e prendere il largo verso la particolare oasi nel deserto che farà scoprire, agli errabondi delle surreali dune, quanto l’abitudinario possa considerarsi unico nel suo genere, cambiamento radicale che ha il talento di mutare perfino i corrotti in illibati esseri dai casti pensieri: inseguendo il dipanarsi delle sensazioni vecchie e nuove che il protagonista maschile, nel ruolo di voce narrante della vicenda, va a esternare nella descrizione dei suoi passi in quel di Tanglewood, di fronte agli occhi del pubblico apre i battenti un cosmo di emozioni differenti e valide, tutte richiamanti un bagaglio di esistenza sia già vissuta sia ancora da vivere che dal cuore arriva dritto all’anima, entrambi organi pulsanti che non smettono mai di imparare e insegnare in uno sconvolgente do ut des nel quale i creditori e i debitori sono i medesimi.

 

 

 

 

Si ringrazia la casa editrice Triskell Edizioni per la copia ricevuta in omaggio.
#prodottofornitoda #copiaomaggio

 

 

Valutazione:

 

Scheda libro

Titolo: Escort
Autrice: Skye Warren
Casa editrice: Triskell Edizioni
Pagine: 173
Anno di pubblicazione: 2020
Genere: Erotico
Costo versione ebook: 3.99 euro
Costo versione cartacea: 12.00 euro
Link d’acquisto: Amazon (ebook), Amazon (cartaceo)
Trama: Sono un gigolò, il che significa che quest’appuntamento non è altro che una transazione piacevole per entrambe le parti. Non dovrebbero esserci sorprese, non per un uomo disincantato come me, ma quando faccio il mio ingresso nell’attico dell’Etoile tutto cambia.
Per prima cosa Beatrix Cartwright, Bea, è bella da morire. Occhi verde chiaro, lentiggini infinite. Curve che voglio passare tutta la notte a esplorare, come se il suo corpo fosse stato fatto soltanto per me.
È del tutto innocente, e mi fa venire voglia di usare per intero il mio inventario di trucchi da camera da letto e, per che no, sperimentarne di nuovi.
Solo che lei è… vergine.
Posso iniziarla al piacere senza che lei si attacchi troppo a me? Qualche ora con lei e alla fine della nottata mi ritroverò una piccola fortuna sul conto in banca.
E se invece fossi io, alla fine, a pensare che una notte non è abbastanza?