Sebbene, per chi mi conosce dal vivo, sia evidente la mia natura intrinseca di classica pantofolaia della porta accanto, l’emblematica vecchietta amante del proprio spazio vitale che, pur di evitare uscite di qualsiasi tipologia, si fingerebbe malata senza pensarci due volte, vendendo anche l’anima al diavolo per essere certa di non dover incontrare niente e nessuno sul proprio cammino stantio e solitario, ho sempre pensato che viaggiare fosse una magnifica attività da concretizzare, una tappa esistenziale di capitale importanza che sa aiutare nei momenti più indicati, sia soccorrendoci nell’abituarci a noi, magari con il palese obiettivo di (ri)trovarci durante il tragitto o di dimostrare fino a dove possiamo arrivare nel nostro piccolo, sia aiutandoci nello stare con gli altri, qualcuno per cui vale la pena condividere esperienze di vita differente e la felicità conseguente da esse.
Tuttavia, non è così lapalissiano per noi comuni mortali partecipare attivamente a questi particolari spostamenti inusuali poiché l’abitudinaria routine, a volte, agisce quasi volesse metterci i bastoni fra le ruote, da una parte attraverso una mancata liquidità per realizzare i suddetti sogni su scala ridotta, inducendoci a rimandare e rimandare per un tempo indefinito qualcosa di cui, invece, abbiamo bisogno adesso, dall’altra l’assenza prolungata delle magiche e desiderate ferie, quei momenti insindacabili che ci permettono di salutare tutti e avviarci verso l’idillio paradisiaco scelto.
Grazie alla cara collega Deb del blog Leggendo Romance e non solo, in barba a qualsiasi impedimento plausibile, oggi abbiamo l’opportunità di fare i bagagli e partire alla volta di mete (s)conosciute, visto che l’argomento di luglio della rubrica Creativity Blogger Week è, per l’esattezza, In giro per il mondo.
Creazione a cura di Federica, admin del blog On Rainy Days
Nel qui presente racconto, però, ho pensato fosse interessante focalizzarmi su una bizzarra categoria di viaggio, una concezione un po’ sui generis che va a scandagliare l’indole del main character femminile della storia, Eloise, una ancor giovanissima ragazza che, a causa del passato lacerante per il quale è stata nominata come Miglior attrice protagonista, è stata in grado di maturare in pochi mesi, giorni spensierati in cui è riuscita a esplorare la destinazione più prestigiosa per un individuo su questa terra, sé stesso.
Il “qui e ora” basta a definire una persona? L’esistenza è un dipinto in perpetua crescita: a partire dal passato ormai scritto, si allaccia direttamente al presente fino a sbarcare in un futuro che, a volte, si attende con estremo auspicio.
Eppure, il vissuto non va mai a definire ogni tonalità che un cuore può nascondere nei suoi meandri perché, dopotutto, ciò che siamo dipende sempre da ciò che siamo stati, ma ciò che saremo dipende solo da noi.
«Ecco dove eri finita, mon cœur!»
Per caso aveva perso un’altra volta la cognizione del tempo? In effetti, contemplare il mondo circostante, per lei, è sempre stata un’attività in grado di distogliere la sua intera attenzione da quel resto, a volte senza importanza, che in maniera quasi distratta colmava le sue giornate.
«Scusa, Esh, non l’ho fatto apposta» disse Eloise che, stringendosi nelle spalle, ora fissava con i suoi occhi di un verde intenso il suo personale supereroe, implorandolo anche con lo sguardo di perdonare la sua sbadataggine.
«È impossibile tenerti il broncio se mi fissi così» interloquì il nuovo arrivato che, allontanandosi dalla tromba della scala a chiocciola, si stava avvicinando al centro della sala circolare dove la rossa era sprofondata fra i guanciali appositamente sistemati.
«Che fai tanto assorta?» domandò l’ex playboy che ormai da mesi aveva appeso al chiodo la sua natura di famelico conquistatore, mentre, accomodandosi dietro Eloise, la cingeva con le sue forti braccia.
Fonte: Pixabay
«Osservo» rispose con semplicità la ragazza, sospirando di contentezza proprio quando la sua schiena anchilosata si appoggiò al petto solido di Esh.
«L’hai concluso, quindi?»
Le baciò la testa in attesa di una sua replica: adorava tuffare il naso in quella chioma che tanto gli ricordava una vivida fiamma imperitura, scoprendo così quanto gli fosse necessario nutrirsi dell’essenza speciale di una tale donna unica nel suo genere.
Dopo avergli stretto le mani posate sul proprio ventre, rispose: «Per ora sì.»
«Cosa intendi, piccola?»
«Vedi quella parte ancora bianca?» chiese Eloise a Esh, indicandogli, a destra, il punto del muro al quale si stava riferendo, un arco di circonferenza che effettivamente era rimasto immacolato.
A un suo cenno d’assenso, continuò come nulla fosse: «Prima o poi, sarò pronta a dipingere anche lì.»
«Come capirai di esserlo davvero, scusa?»
«Appena vivrò il mio futuro con te… Anzi, con voi… A quel punto, saprò che i pennelli saranno pronti per essere usati ancora.»
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Forse a causa del silenzio troppo prolungato da parte del suo interlocutore o forse perché percepiva dietro di sé occhi perplessi puntati sulla propria figura, ella decise di voltarsi verso il suo fidanzato e, posizionandosi sulle sue cosce mentre gli abbracciava il busto con le gambe, gli prese il volto fra le mani prima di esordire con: «Questa non è una semplice parete, Esh. Questa è la mia vita, il mio personale viaggio nel mondo.»
Fece una piccola pausa per sfiorargli le labbra col pollice destro.
«Nella sezione più cupa, quella a sinistra, ho pensato di concretizzare la mia esistenza prima di conoscerti, il mio passato, quando ero rinchiusa in una gabbia dorata e tutti non facevano altro che usarmi per i loro scopi.»
Esh distolse gli occhi da quelli di lei per realizzare quanto Eloise gli avesse appena detto: ombre scure a forma di mani munite di artigli stringevano soffocanti una piccola fenice relegata in una prigione dall’aurea fattura. Sapeva a cosa si riferisse la rappresentazione innanzi a sé: la leggendaria e sanguigna creatura era diventata l’animale guida del suo tesoro, l’unico in grado di sorgere dalle sue ceneri a nuova esistenza.
«Al centro, ho dipinto il mio presente, quello che tu, pyaar, mi hai indotta a provare, un modo di pormi nei riguardi dell’universo che credevo di aver già conosciuto ma che, erroneamente, ho confuso» proclamò un’allegra Eloise, aggiungendo subito dopo: «Quella creatura sono ancora io, dopo aver imparato finalmente a volare, libera dal giogo delle catene e pronta a farmi trasportare dal vento grazie alle ali spiegate.»
Non aveva bisogno di aggiungere altro: nero su bianco aveva spiegato a parole l’affresco nel mezzo e così il tatuaggio che si era fatta la primavera precedente.
Fonte: Pixabay
«Davvero tutto ciò è successo grazie a me?» chiese sorpreso l’uomo che aveva alzato le ginocchia per racchiudere la sua minuscola guerriera in un nido accogliente fatto di carne e sangue pulsanti.
«Forse la tua vecchiaia mi ha trasmesso saggezza» sussurrò lei sulle labbra di lui, baciandole per smorzare il quasi insulto.
«Anche se ti ho sentita forte e chiaro, dimmi piuttosto come riempirai l’ultimo vuoto: hai già qualche idea?» chiese Esh con un sopracciglio alzato, sintomo sia di ovvio risentimento per la battuta non troppo velata, sia di curiosa titubanza riguardante l’enigmatica mancanza.
Eloise lo guardò bene, osservando come la luce del tramonto proveniente dalle vetrate alle sue spalle giocava con le sue sfumature. Sì, un giorno avrebbe dovuto rendere quel magico effetto su una tela. Il prima possibile, senza dubbio.
«Non ci arrivi, Esh? Lì saremo noi i protagonisti, insieme, da soli, per sempre.»
«Sicura che non ti stancherai di questo vecchio decrepito con un piede già nella fossa?»
Era proprio fissato con la storia dell’età. Avevano dieci anni di differenza, mica trentasei, accidenti!
«Ho un debole per i frutti maturi, lo sai…»
«Ma davvero?»
«Certo che sì, caro! Meno male che ne ho di tempo per dimostrarti quanto hai colorato la mia esistenza, vero?»
«Tutta la vita, direi…»
«Naaaah, tutta la nostra vita…»
Sorridendosi a vicenda, si baciarono perché quello era il solo modo che conoscevano per suggellare un patto d’amore infinito. Che il loro viaggio abbia inizio!
Fonte: Pixabay
Creazione a cura di Federica, admin del blog On Rainy Days
1 Agosto 2019 at 21:45
Sono molto carini loro due insieme. Lei in particolare mi incuriosisce tanto, soprattutto perchè è chiaro che è lei quella più sicura nella coppia.
Bravissima Lara