Quando un’inedita settimana comincia da capo il suo circolo vizioso e la relativa lunedite acuta si focalizza sul proprio bersaglio mobile preferito, tenendo conto pure dell’atmosfera bollente da Inferno sulla terra degli ultimi giorni, come ho sempre ripetuto e continuerò a fare, il solo rimedio per evitare di impazzire è dedicarsi alla lettura, non solo nel senso classico del termine grazie al quale si diventa neofiti dello snorkeling su carta stampata, ma anche mediante progetti condivisi con altri abitanti della blogosfera con cui vivere avventure letterarie ben oltre le semplici pagine inchiostrate.

Creazione a cura della casa editrice BookRoad

Perciò, non dovete stupirvi se oggi sul blog appare la prima tappa di un tour davvero fuori dagli schemi, un’iniziativa sotto forma di botta e risposta orientata alla piena conoscenza di Movida, la più recente fatica letteraria di Andrea Campucci, già autore di Plastic shop e Porn Food per Leone Editore: pronti a scoprire insieme a me cosa ci si deve aspettare da questa pubblicazione BookRoad?

 

Buongiorno, Andrea! Prima di dare il la a questo evento particolarissimo, ti ringrazio per essere qui nel mio anfratto “nicchioso” facendomi compagnia, sebbene per poco, attraverso qualche nozione in merito alla tua nuova opera pubblicata giovedì scorso. Iniziamo, dunque, la presente intervista a tappe con la domanda più semplice per cercare di conoscere il libro in esame. Com’è nato Movida?

✒ Movida è un termine di origine spagnola. Se non sbaglio ha a che fare con tutte quelle cose relative alle nuove libertà che si respiravano nel periodo post franchista – si veda ad esempio la celebre movida madrileňa, movimento libertario e progressista degli anni ottanta in cui si è formata gente come Almodovar o Miguel Barcelò. Quindi in origine stava a significare una nuova sensibilità verso le culture alternative e una sorta di rigenerazione sociale seguita alla dittatura. Solo in seguito il suo significato è slittato su una semantica di tipo diverso: “Schiamazzo”, “baccano”, “vita notturna animata”, “sballo”. Solo io ci vedo, simbolicamente, una specie di reflusso, la nausea dei postumi dopo l’ubriacatura di nuove conquiste, nuovi diritti in una società fino ad allora ingessata nel regime?
Da quando il termine è passato nelle mani dei giornalisti per i loro settimanali bollettini di guerra la cosa ha iniziato a interessarmi, un po’ come un corpo in decomposizione può interessare un entomologo. Si parla e si straparla di Movida, degli eccessi e delle follie del fine settimana, associando tutte queste belle cose a una generazione di debosciati senza ideali: ed è vero! Ogni società ciclicamente attraversa delle fasi di rinnovamento – movida in Spagna, Nuovo cinema tedesco in Germania, per non parlare di Beat generation o movimenti di maggior ampiezza – ed è un rinnovamento fisiologico, vuoi perché alla fine ci siamo sbarazzati di un ciarlatano dittatore o ci si è lasciati alle spalle una stagnazione economica. Ora, la degenerazione del termine movida indica proprio questo: lo svuotamento di un ideale, la scomparsa di una fede. Mi sembrava più che ovvio, dato che non mi sono mai occupato di ideali, e non ho mai scritto a proposito di “generazioni animate da un progetto”, da un “sogno”, dedicarmi a un racconto che mostrasse in tutta la sua evidenza l’assurdità, la (in)significanza di certi fenomeni.

 
 

 

 

Scheda libro

Titolo: Movida
Autore: Andrea Campucci
Casa editrice: BookRoad
Pagine: 232
Data di pubblicazione: 4 luglio 2019
Genere: Romanzo pulp grottesco
Costo versione ebook: 6.99 euro
Costo versione cartacea: 12.90 euro
Link d’acquisto: Amazon (ebook), Amazon (cartaceo)

 

 
 

N.B. Le informazioni contenute nel presente articolo di segnalazione sono state ricevute, sottoforma di comunicato stampa, direttamente dalla casa editrice BookRoad, che ringraziamo in maniera oltremodo calorosa.