Tenendo presente che la mia memoria non è affatto quella di un elefante in formissima, verosimilmente la notizia che sto per darvi sarà già stata menzionata dalla sottoscritta in qualche precedente articolo, eppure facciamo finta sia la prima volta, tanto per aggirare fraintendimenti da reminiscenza sopita: oltre all’evidente passione per i libri, un amore infinito che, sperando si evinca la mia ironia di fondo, passa davvero in sordina se non ci si focalizza con la giusta attenzione, sento un profondo trasporto viscerale nei riguardi della musica, un’Arte bellissima a cui fin da bambina mi sono votata iniziando a suonare il pianoforte con alacre costanza.
Perciò, quando con la mia collega Deb di Leggendo Romance e non solo e le altre partecipanti alla rubrica mensile da lei ideata, la cosiddetta Creativity Blogger Week, abbiamo deciso insieme l’argomento Le note della vita per giugno, la fiamma dell’antico sentimento verso le composizioni melodiose si è ripresentato in uno schiocco di dita, generando nella mia testa un’acuta riflessione per decidere i personaggi da concretizzare attraverso il nuovo racconto protagonista del corrente appuntamento scritto.

Creazione a cura di Federica, admin del blog On Rainy Days

Essendo i Linkin Park uno dei gruppi che ha segnato la mia intera esistenza da quando ne ho ricordo, non solo ho scelto deliberatamente di dare il titolo di una loro canzone alla mia storia, ma ho anche pensato di ispirarmi a questa band per dar vita agli Infernal Skulls e, di conseguenza, al mio personale Chester, Blaze, un frontman tormentato che dell’insicurezza ha fatto una virtù in piena regola, canalizzandola abbastanza da modificare la paura di un ragazzo sperduto nel coraggio di un uomo ritrovato: fra le righe di In The End, il cui video vi ho lasciato in fondo per permettere alla vostra curiosità a riguardo di avere la meglio, non vi racconterò del suo passato e di come è giunto a questo punto, ma vi dimostrerò bensì che, alla fine, se si cerca bene, la vera gioia è sempre alla portata di tutti, pure dei più insospettabili.

La felicità può rivelarsi musica per le orecchie di coloro che sanno davvero ascoltarla: costituita da battibecchi gridati e abbracci sussurrati, essa si manifesta nei luoghi più anomali investendo magari persone ignare della sua esistenza.
Quando, però, la si accoglie a braccia aperte, è difficile non fare programmi ulteriori per aumentarne la caratura, magari con l’arrivo di un bene speciale, qualcosa che cambierà due vite per sempre.

La sveglia non era stata puntata, eppure si era alzato comunque di buon’ora.
Non conosceva il motivo specifico da addurre a quell’improvvisa ispirazione, se magari all’amore perduto finalmente ritrovato oppure al luogo magico in cui stava vivendo una magnifica estate con Gwen, ma, a conti fatti, forse nemmeno gli interessava: cambiava davvero qualcosa sapere la ragione alla base del processo creativo che aveva accompagnato gli Infernal Skulls nel loro percorso ascendente di rockband strappamutande? No, direi proprio di no.
«Eddai, Blaze, non fare lo stronzo e lascia le ultime patatine alla tua povera ragazza menomata» sussurrò Gin nel godibile dormiveglia da fase rem ancora in atto, incastrata nel groviglio di lenzuola sfatte e abbracciata al cuscino del suo uomo.

Fonte: Google

Dalla sua posizione al pianoforte digitale a muro situato nell’open space esattamente di fronte la vetrata prospicente il quieto lago di Garda, ultimo acquisto importante della coppia di cui lui abusava spesso, sia per non disturbare la sua pazza nanerottola, sia per assecondare il suo estro tanto mutevole quanto inarrestabile, sebbene continuasse comunque a preferire la vecchia scuola del Fazioli a coda che un giorno avrebbe popolato l’ala ancora in ristrutturazione, si voltò leggermente verso la riccioluta peste che popolava il suo cuore e la sua mente ormai da anni. Adesso aveva la dimostrazione tangibile che pure durante il sonno quella linguaccia prendeva il sopravvento, distruggendo la minima parvenza di femminilità in possesso della sua donna selvaggia in miniatura: gli venne da ridere perché, inutile negarlo, la tale caratteristica di lei era la sua preferita, soprattutto quando lo cavalcava come un’amazzone fuori controllo.
Grave errore riflettere sul sesso esplosivo mentre la produzione di quella nuova canzone prendeva forma nella sua testa! Che nesso avrebbero mai potuto avere le posizioni del Kamasutra con il loro cucciolo in arrivo? La pragmatica rompiscatole, ancora beatamente dormiente alle 10 passate del mattino, gli avrebbe risposto che, in qualche maniera, l’avevano pur concepito quel piccolo umanoide.

Fonte: Pixabay

«Posso dire che la cosa sta cominciando a diventare un tantino inquietante?»
Cristo, si era imbambolato di nuovo a fissarla come un baccalà? L’espressione divertita di Gwen, girata su un fianco con il viso appoggiato al palmo della mano destra, era abbastanza eloquente, sebbene la posa assunta, busto leggermente sollevato a causa del gomito piegato, avrebbe fatto dimenticare a chiunque i misfatti da reo non ancora confesso. Benedetta biancheria trasparente!
«Intanto che pensi a qualche scusa per nascondere la tua natura di maniaco sessuale, dichiarazioni peraltro inutili poiché mi sono già assai note, alza quel culo tatuato e portami del cibo» disse Gwen che, nonostante il limpido sorriso, stava già cronometrando l’attesa.
«L’uomo cavernicolo tra noi non dovrei essere io?» chiese Blaze indicandosi il petto con un dito e trattenendo a stento la risata più sguaiata di sempre.
«Fai poco lo spiritoso, cazzone: siamo due contro uno adesso, ricordatelo bene!»
A quel punto, avrebbe dovuto obbedire per forza, a meno di essere incolpato di atti osceni in luogo privato, oltre al ricavare probabili invettive da una donna in preda alle voglie da gravidanza. Tuttavia, fortificato nello spirito dall’obiettivo prefissato, cercò di non soffermarsi su Gwen che si era alzata a sedere, mani sui fianchi, espressione bellicosa e, in particolare, tette al vento, ma continuò a disquisire. Aveva uno scopo, dopotutto, e l’avrebbe raggiunto.

Fonte: Pixabay

«E se dicessi di no?»
Voleva giocare ad armi impari o il suo masochismo stava per avere la meglio?
«Dipende, tesoro… Vuoi morire adesso o tra cinque minuti?» sussurrò la pantera che ora si stava avvicinando a lui, gattonando verso la parte del letto più limitrofa al suo traguardo di carne e ossa.
«Ma io ho una proposta succulenta che non potrai rifiutare…» rispose suadente Blaze che, nel frattempo, si era alzato dallo sgabello di fronte lo strumento, venendole incontro senza distogliere lo sguardo.
«Ora la mia balena spiaggiata eleverà il suo tafanario che fa nazione, si vestirà privandomi delle sue futili lamentele e andrà con il sottoscritto a Riva per una gita indimenticabile».
I due incedere completamente differenti avevano indotto le parole a sfumare in un gemito di vento, conducendo i nasi dei partner a un dolce incontro da primo bacio, da un lato chi si era abbassato a livello del suo interlocutore con un look total black da musicista tormentato, dall’altro chi aveva voluto tradursi al nudismo pur di costringere due tornite braccia inchiostrate ad avvinghiarsi carnalmente a lei.
Avete presente le voglie dello stato interessante sopra menzionate? Sempre le stesse, a parte il target.
«Poi però scopiamo, vero?» bisbigliò la futura madre di suo figlio.
«Tutta la notte, boccuccia di rosa…»
«Andata!» esclamò Gwen, scattando come una molla e infilandosi nella cabina armadio. Prima parte della missione? Accomplished!

 

«Si rivelerà un diamante quando i lavori saranno ultimati, vero?»
Stava trafficando con gli ormeggi del Riva ’56 Rivale quando Gwen pose quella domanda retorica. Nata come struttura alberghiera con annessa ristorazione, dopo anni di strenue trattative con il comune prima e gli ambientalisti poi, tramite la giusta offerta al proprietario precedente dello stabile, finalmente si erano aggiudicati la Casa della Trota, un cosiddetto ecomostro che, nonostante la triste definizione assegnatagli, è sempre stato considerato il fiore all’occhiello della Gardesana: quando quel coglione borioso di Etienne Dupont avrà concluso il suo operato, non solo l’immobile tornerà agli antichi fasti, ma l’architetto d’Oltralpe leverà le tende per l’eternità.
«Certo, cara, soprattutto quando la riempiremo di bambini urlanti» rispose comunque Blaze, sospendendo i lavori della partenza con lo yacht e sedendosi di fianco all’unico grande amore della sua vita.
«Sai che sono favorevole all’avere una famiglia, ma da qui a sfornare michette come una cazzo di panetteria ce ne vuole!»

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«Hai ragione, lamantino mio: per ora circoscriviamo la questione a uno soltanto» notò l’uomo dandole una leggera pacca sulla spalla sinistra come pretesto per abbracciarla stretta, mentre, pensieroso, contemplava la loro residenza in divenire.
Contraccambiando la prova di affetto smisurato, tempo di avvicinarsi con il volto al suo collo per lasciargli un lieve bacio sotto l’orecchio, gli disse: «Anche se mi prendi per il culo da mattina a sera, cosa per cui dovrei quantomeno picchiarti, ti amo così tanto da voler vivere all’infinito per esacerbarmi con te, ancora e ancora».
Il cantante sorrise a quell’esternazione: dove doveva firmare per questo gradevolissimo avvenire?
«Credo che questo commento mi abbia fatto venire le carie ai denti…»
Spintonandolo di lato per allontanarsi da lui, la ragazza eruppe in un: «Murales del cazzo, vedi di andare al timone che altrimenti rischio davvero di ucciderti!»
Ripresosi dall’impeto ferino della leonessa dagli occhi nocciola che adorava tanto stuzzicare, alzò le mani al cielo per prevenire futuri attacchi e, indietreggiando fino a là dove l’aveva mandato, sempre meglio che a fanculo, con una voce melliflua le chiese: «Se ti svelassi dove ho in programma di portarti a mangiare, mi perdoneresti?»
Limitandosi a osservarlo in maniera scettica, Gwen aveva decretato che l’odierna guerra tra loro era ufficialmente iniziata: chi l’avrebbe scampata questa volta? Ai posteri l’ardua sentenza!

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«Una pizza ciccionissima a Bella Napoli potrebbe essere di suo gradimento, meravigliosa creatura?»
L’incrocio delle braccia sotto al seno e lo sbuffo stizzito della signorina in questione avevano stabilito la vittoria maschile: «Uffa, Blaze! Ti odio per quanto ti amo in questo istante… Io dovrei essere furiosa con te, porco mondo!»
«Ehi, non è colpa mia se sono irresistibile!»
«E di chi sarebbe la colpa, scusa?» si guardò in giro Gwen, aggiungendo: «Di ‘sto cazzo??»
«Ovviamente tua perché così non lo sono mai stato con nessuna…»
Gin sorrise e quel piccolo gesto illuminò i suoi occhi: adorava vederla felice perché era quello il motivo per cui era nato, farla contenta.
«A proposito… Cosa facevi al piano, mentre dormivo?»
La curiosità è proprio donna, a quanto pare.
«Buttavo giù qualche nota. Ho in mente un nuovo pezzo, sai, per Chester…»
Oltremodo sorpresa, la poco più che trentenne gli chiese: «Hai intenzione di tramandargli la passione già in fasce?»
Blaze alzò gli occhi al cielo e si stupì per come la sua metà prendesse sempre tutto così alla lettera: «No, nanetta! È dedicata a lui, certo, però saremo io e te a cantarla.»
«Ma è da anni che non mi esercito, pazzo minchione!» interloquì concitata la ragazza, gesticolando senza limiti per poi continuare subito dopo: «Davvero vuoi fare una figura di merda colossale con gli altri cinque sfigati della tua band

Fonte: Pixabay

«A parte che sono certo non succederà niente del genere… Saprò convincerti: sono bravo con le parole, lo dici sempre anche tu.» rispose deciso, smorzando i toni seri con un bell’occhiolino.
Era ben conscio di potercela fare, ma in circostanze come quella era necessario agire con estrema prudenza una falcata per volta, evitando, quindi, colpi di testa sciocchi. Infatti, era questa la ragione per cui aveva tergiversato fino a quell’attimo rubato alla loro esistenza insieme: l’anello ora nella sua tasca andava donato subito.
«Preparati, non ti darò pace finché non mi dirai sì!» mormorò lui sibillino, prima di voltarsi e avviare il motore.
Forse, però, avrebbe dovuto ordinare pure il dessert in seguito, tanto per addolcire la selvaggia e andare sul sicuro. Sì, alla fine avrebbe fatto così.

 

 

 

 

Creazione a cura di Federica, admin del blog On Rainy Days