Sebbene sia un mio piccolo sogno chiuso ermeticamente nel cassetto del mio cuore, uno di quegli inspiegabili desideri che, testardi, crescono a dismisura col passare del tempo, radicandosi nel profondo e sedimentandosi nella fertile cassaforte messa a disposizione per il prevedibile e il previsto, scrivere una qualsiasi storia è forse uno dei traguardi meno accessibili per ognuno che nel mio cervello, organo dalla peculiare razionalità fin troppo estesa, molto probabilmente non riuscirà a trovare alcun sostentamento, vittima sacrificale di un negativismo imperante da cui Leopardi potrebbe trarne materiale sufficiente per cibarsi e aumentare l’alto livello nero cupo al quale in solitaria è riuscito ad arrivare con agilità.
Proprio per questa mia innata propensione a non dare sfogo alle mie folli idee, pazze scintille per le quali ancora non è arrivato il momento di espressione totale, descrizione estinta sul nascere che, per tempi migliori, viene serbata nascosta agli occhi di tutti compresa la sottoscritta, quando vengo a conoscenza che un’amica partecipa in maniera attiva alla nobile arte inchiostrata e ottiene quel successo meritato che però sempre destabilizza con gioia per la scontata imprevedibilità, il mio animo si rasserena sintonizzandosi sulla lunghezza d’onda di felicità condivisa che nemmeno una tempesta sarebbe in grado di sbaragliare, un gaudio di cui mi sento co-protagonista, nonostante io non viva tale sensazione direttamente sulla pelle: Susy Tomasiello è una di queste persone a me care che non posso fare a meno di supportare con la massima forza, quella tenacia che per me stessa non spenderei mai, un’autrice che, sebbene ormai posso asserire di conoscerla come le mie tasche, riesce sempre a stupirmi, ogni volta di più, sia dal punto di vista umano, quando magari cerco conforto per una giornata andata storta a rincarare la cui malinconia non si assenta di certo la buona dose di paranoie ad alta concentrazione, sia dal punto di vista professionale se si considerano da una parte il suo essere blogger instancabile dall’alto potenziale competente e dall’altra la piuma stilistica di cui suole accompagnarsi, abilità in continuo divenire che, emergendo anche dalla più banale chiacchierata testuale di incontro giornaliero online, identifica una qualsivoglia contingenza occasionale come buona per mettersi in gioco sul serio, scoprendosi esperta nel sondare terreni ancora per lei inesplorati, ma non per questo inaccessibili.
Oggi decido quindi di dedicare un Thr33 Words a uno dei suoi libri, Non riesco a non amarti edito da PubMe per la Collana Floreale, il primo romanzo di questa scrittrice oltremodo prolifica che ho affrontato e amato, fresco alito di vento che non solo merita il tempo impiegato per leggerlo, ma anche di più.

Se a un lettore venisse domandato di scegliere tra un’evoluzione narrativa in cui la consistenza dell’intreccio recita la parte di un vortice impetuoso calamitante il circondario con annessi personaggi dalla complessità intrinseca dovuta al classico passato turbolento da sacchi da boxe malmenati brutalmente e una storia dai caratteri elementari che non prevedono i tipici scossoni dell’originalità latente non tipicamente indotta da characters semplici con un background presente eppure normale, una coccola soft se si confronta con altri pregressi di certo più importanti, il pubblico propenderebbe per la prima alternativa spinto dalla diceria per la quale si deve sempre puntare su un libro con un certo spessore per poter vivere sulla propria pelle una grandiosa epicità, qualcosa che, a peso morto, affonda nelle acque della memoria e lì, pulsando quasi in fermento da adrenalina, vive ancora una volta.
Non sempre, però, la facile ovvietà porta incastonata in sé stessa la giusta opzione da cogliere al volo, quasi come se avesse il potere speciale di sparire non appena le voltiamo un secondo le spalle poiché l’indecisione ha colpito il nostro epicentro trasformandoci in titubanti un momento di troppo, fatale incertezza che ha condotto alla più amara delle conclusioni, la perdita di un’opportunità che non tornerà mai sui propri passi per graziarci di un nuovo con l’ennesima possibilità: al pari della classica eccezione capace di confermare la regola, Non riesco a non amarti colpisce al centro del bersaglio grazie a un’intrinseca accessibilità che, scioccando, non può fare a meno di brillare, attirando l’improbabile attenzione inattesa in simili frangenti, invisibile vigore che rapisce e conquista il lettore attraverso uno sviluppo lineare degli eventi raccontati, un’intuibile scontatezza che, straordinariamente, perde i suoi connotati riprovevoli, vestendosi di eccezionale positività respingente quel marasma stonato da sviluppo impegnativo, sale pungente che possiede le giuste carte per vanificare il dolce gusto dell’insieme, lessemi incantati che, sussurrando, mormorano e creano pura poesia da mal d’amore.
Tuttavia, Susy Tomasiello non si è limitata solamente a creare con una terminologia familiare e diretta un’atmosfera dall’abituale confidenzialità del focolare domestico, ma ha abbellito un quadretto già ben costruito con pennellate incisive dalla netta trattazione usufruendo di individui realizzati con intelligente dovizia di particolari, studio clinico che delinea caratteri sia basilari sia accentuati, un’ingenua essenzialità che riesce comunque ad appagare, nonostante possa nascondere nella sua ombra quella catalogazione da natura fin troppo accessibile che costringerebbe a credere tangibile l’associazione con la dilagante superficialità del caso, una prerogativa d’animo di cui nessuno piange la mancanza in questo dolce romance dall’innata propensione a indurre il lettore alla sensibilità, un sospiro di sollievo considerando i clichè di sorta respiranti un’aria priva di qualsivoglia singolarità. Perciò, a conti fatti, il connubio perfetto risiede in una facile complessità data dalla giusta armonia tra intreccio e protagonisti, un eccellente amalgama dove il bilancio equilibrato si conferma in tutti i suoi più minuti aspetti come il veicolo infaticabile che guida il lettore lungo la strada maestra, dimostrandogli che basta poco affinché un libro devasti il la sua psiche e la affondi, incurante delle azioni concretizzate, incurante delle conseguenze scaturite, incurante dei dettami ormai ribaltati.

La caratteristica principale in grado di rendere un testo degno non solo di essere affrontato ma anche di venire ricordato con affetto struggente nella mente del suo pubblico è l’autenticità che la voce dello scrittore trasmette al cuore in ascolto del lettore, reale concretezza la quale in determinate occasioni, paradossalmente, riesce a essere comunicata da una storia di fantasia a seguito dell’adozione di peculiari strategie letterarie portatrici sane di genuina tangibilità: se le vicende descritte nella narrazione sono popolate da personaggi che, con le dovute similitudini del caso, richiamano nel subconscio degli astanti la routine quotidiana di ogni loro singolo giorno passato a vivere nell’universo spettante, momenti di vita effettiva che, in maniera quasi casuale, rifulgono di bellezza eterea tra le pagine di un romanzo, forse a sottolineare quanta (s)fortuna si abbia nel poter esistere davvero e dare prova di sé stessi negli attimi passeggeri di massima difficoltà, il viandante delle pagine viene di conseguenza coinvolto nella scena, una marea in crescita che trascina e sommerge ogni ostacolo sul suo cammino, causando nell’anima in ricezione una tale emotività da toccare il cielo con un dito, una meteora attraversante la volta celeste in notturna che, illuminando a giorno, per una singola fugacità, il vicino ambiente per antonomasia alla mercé dell’oscurità, riempie il vuoto preponderante colmandolo di un profondo significato da ricordare, un evento speciale che merita il cerchio rosso sul calendario, festività pagana meritevole di ricorrenza eterna.
Ed è proprio così che avviene sfogliando, in modo meticoloso, le pagine di Non riesco a non amarti, un’opera non artefatta che cattura con destrezza e senza mai tediare la mente della sua vittima, mantenendo elevata la concentrazione del destinatario con l’enorme trasporto da parola scritta: Sofia e Giulio incarnano i classici vicini della porta accanto, persone comuni che si possono incontrare in un qualsiasi luogo d’uscita abitudinario, magari in un anonimo bar della zona dove la gente si trova al solito orario e al solito posto per stare in compagnia e in solitudine o un prezioso museo dove il passato sotto i riflettori può congiungere nell’uggioso presente individui differenti in un futuro comune, l’avvenire roseo da condividere totalmente con il prossimo come due facce di una medesima medaglia, opinionisti in scambio che partecipano insieme a momenti e sentimenti, emozioni scappate dalla prigione in cui erano relegate, pioggia d’amore che precipita in caduta libera abbracciando una terra arida e bisognosa di cure scrupolose da professionisti in erba, sensazioni infuocate che nella loro normalità sanno brillare di luce riflessa, quel bagliore congenito che ognuno non sa di possedere pur essendone a conoscenza, spensierata animazione interiore che esplode nel momento di assoluto bisogno, proprio quando qualcuno offre il suo considerevole aiuto attraverso un gesto puro e sincero, un bacio inaspettato, un umile passo indietro, una scelta che può cambiare il corso di eventi già segnati con il pennarello indelebile negli astri più limpidi.
Perché l’asso nella manica che si adopera nell’attimo in cui ci si rende conto che quello è il nostro momento è la spontaneità, l’ineguagliabile carta vincente per la giocata del secolo, nient’altro.

Nel momento in cui a un lettore capita tra le mani un libro così Appassionante da obbligarlo a non posare il volume nemmeno per le faccende quotidiane da espletare con la giusta prontezza di spirito, non esistono scorciatoie al viale alberato da considerare poiché è la suddetta carreggiata l’unica abile nel condurre al termine ultimo del percorso, lungo e impegnativo tragitto la cui difficoltà si dimentica se messa a confronto con la magnifica luce in chiusura: la risoluzione del problema, infatti, risiede nell’innata celerità zampillata per affrontare il racconto lungo preso in esame, brio spedito che, invogliato dalla recondita curiosità sempre in maggior ricerca di dettagli non appena un nuovo tassello trova la sua collocazione nel mosaico generale, accumula lo slancio necessario per condurre la partita in pole position, uno scatto in avanti che, inevitabilmente, persuade i suoi sottoposti a compiere la prodezza letteraria per antonomasia, riducendo il tempo dedicato all’avventura nel cosmo parallelo in maniera oltremodo esponenziale e facendo leva sull’interesse degli implicati a sgarbugliare la matassa aggrovigliata di enigmi scritti, minuzie all’inizio scialbe che però sanno acquisire col dovuto evolversi naturale la basilare accezione, effimero istante in cui il senso risulta tremendamente opportuno nel verificarsi.
Possedendo una triade letteraria ben nota, la lettrice, blogger e autrice Susy Tomasiello detiene la piena consapevolezza di quanto sia fondamentale per gli amanti dei vocaboli immergersi in una storia avvincente, un turbine vorace che, alla sprovvista, disorienta, imponendo ai naufraghi della burrasca di inghiottire tutti i bocconi disponibili in un sol colpo, esche di prim’ordine che, pur di non scappare dal predatore, lo incitano a non distogliere gli occhi dallo spettacolo in atto, una piccola mancanza che sarebbe capace di vanificare l’atmosfera creatasi sulla china in continua evoluzione: Non riesco a non amarti attrae chiunque orbiti nelle sue vicinanze, portandolo quasi alla disperazione se i lessemi del libro non dovessero esplicitargli, per filo e per segno, gli eventi taciuti con garbo ed esigenza, filtro col contagocce che, al pari di una diga di fermo, rilascia gradualmente il liquido celato alle spalle della sua parete, materiale indispensabile alla completa conoscenza del mondo dei due main characters, un universo dove l’arte prende forma vestendo i panni di emozioni senza tempo, sentimenti immortali che rendono la realtà fittizia e la fantasia tangibile, linea di confine ormai varcata dove chi mette piede si ritrova spiazzato e destabilizzato dal suo fulcro a causa di un surreale panorama dalle sfumature d’amore, gioie e dolori di una vita condensati in una risma di semplice carta, trascinante exploit della scrittrice che raffigura come indiscreto l’uditorio, riscoprendolo un bonario pettegolo che trasforma il ficcanasare in una missione nella quale eccellere per comprendersi ed essere infine capito.
Dopotutto, il cardine essenziale di una porta che non cigola mai è, per l’appunto, la passione, quella talea in crescita che Sofia e Giulio cercano di coltivare e assistere vicendevolmente, giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno, una parentesi temporale infinita in cui esistere per sempre in due, oltre i confini limitati di uno adesso scaduto.

 

 

 

 

Valutazione:

 

Scheda libro

Titolo: Non riesco a non amarti
Autrice: Susy Tomasiello
Casa editrice: PubMe (Collana Floreale)
Pagine: 240
Anno di pubblicazione: 2018
Genere: Romance
Costo versione ebook: 2.99 euro
Costo versione cartacea: 13.00 euro
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Sinossi: Il più bel bacio della sua vita, Sofia lo ha ricevuto in un momento di puro panico e da un perfetto sconosciuto. Ma quello che doveva essere un momento speciale si trasformerà nel più grande dei malintesi. Quell’uomo, si rivela essere completamente diverso da ciò che lei sperava: ovvero, insopportabile e arrogante.
Per Giulio il bacio è stato solo un momento di debolezza, infatti coi sentimenti ha chiuso da tempo, e per questo cercherà di mettere più distanza possibile tra lui e Sofia.
Due caratteri completamente diversi, gusti totalmente disparati, lui di Milano, lei di Napoli…
Ma si sa: gli opposti si attraggono. Oppure no?