Immaginate di avere comprato, appena pubblicato, un cartaceo mesi fa, di averlo posto in libreria e lasciato lì a fermentare. Immaginate di navigare su Internet, leggere le recensioni e scoprire che le sue valutazioni sono tutte o quasi negative. Vi sentireste alquanto scoraggiati, o magari vi trovereste in piena crisi di nervi e quindi partireste già con il presupposto che sarà una di quelle letture da dimenticare, evitando anche tutti i futuri libri dell’autore di quell’oscenità. Quasi quasi vorreste che esistesse il neuralizzatore dei Man in Black per poter cestinare tutti i ricordi annessi a quella storia perché, dopotutto, è meglio avere spazio libero per poter rammentare le narrazioni belle, coinvolgenti, meritevoli di memoria.
Con una premessa del genere, che cosa vi potreste aspettare se non una recensione negativa? Sarebbe la prima da parte mia, un evento di quelli con la E maiuscola da segnare sul calendario e la cui data da cerchiare di rosso. Ma, come dice il titolo stesso del libro, vi renderò partecipi di un grandissimo imprevisto: il mio parere in merito a questa lettura sarà tutto fuorché negativo.

Il libro si apre con una descrizione generale del luogo dove la protagonista sta transitando in questo istante.

Oxford Street non si era ancora svegliata. Era a letto con i postumi di una sbronza e il trucco sfatto della sera prima. I negozi erano tutti chiusi. In giro c’erano un piccione che beccava un sacchetto di carta, un uomo con un secchio giallo pieno di acqua saponata e alcuni impiegati con gli auricolari. Erano le otto e mezzo di un venerdì mattina e faceva freddissimo. Il sole si era fermato a Soho.

Tutto sembra fermarsi quando la ragazza con il pallino del vestiario vintage, che scopriremo poco dopo chiamarsi Tess, viene urtata da un’altra donna, la quale è stata appena scippata. La nostra protagonista si concentra sul ladro, da “brava londinese”, per poter magari aiutare successivamente la polizia nell’identificare il furfante. Oltre all’uomo piccolo e magro che si allontana correndo, nota però un altro individuo che sembra volerlo acciuffare per riparare al danno: sembra essere un ragazzo piuttosto giovane, altezza media, con una giacca di pelle marrone, particolare alquanto indifferente di cui, invece, bisognerà ricordarsi perché è davvero importante in un futuro alquanto prossimo. Nonostante le due donne sperino quasi di rivedere il secondo uomo insignendolo così del titolo di “salvatore”, ovviamente avviene l’opposto e, affrante, lo constatano con un semplice scambio di battute. Il paragrafo, riguardo la parentesi dell’evento appena accaduto, termina con un nuovo richiamo alla via che ha donato l’incipit al libro.

Il sole, raggirando il cemento, emerse da dietro gli edifici e cominciò a splendere sui vetri sporchi delle vetrine dei negozi. Oxford Street si stava svegliando.

Ora, con un leggero stacco nella narrazione, veniamo catapultati in un diverso contesto temporale e spaziale, ma comunque legato alla prima scena della storia. L’attenzione viene infatti spostata e catalizzata sul secondo protagonista di Un incantevole imprevisto, un ragazzo che forse abbiamo già conosciuto, anche se non direttamente. Probabilmente la seguente citazione vi illuminerà e vi darà la risposta.

Da qualche parte intorno a Wardour Street, George ammise la sconfitta. Rimase lì immobile, il cuore in gola, le orecchie tappate, i battiti a mille, a riempirsi i polmoni di enormi boccate d’aria. Provava una strana sensazione, un misto di vergogna, collera ed euforia. Si sentiva molto accaldato. Era da tanto che non correva così veloce, o così lontano. Rincorrere il ladro era stato un impulso istintivo, una reazione alla rabbia che gli era venuta vedendo la donna cadere, spintonata a terra.

Abbiamo quindi il nostro buon samaritano dalla giacca di pelle marrone. A mano a mano che si leggono nuovi paragrafi, si può intuire senza sforzi che questo George è un ragazzo parecchio giù di morale, quasi depresso, con un’autostima che rasenta lo zero, o forse anche un numero negativo non ben definito. Ogni volta che è costretto ad affrontare la realtà, un senso di sconforto lo accoglie, a braccia aperte, una brutta sensazione che lo opprime e lo soffoca, inesorabilmente. Il quasi salvatore pensa di essere un fallito: crede di aver intrapreso il percorso sbagliato, di aver optato per la scelta errata, quella che l’ha portato, dopo cinque anni dal termine dell’università, a un lavoro che non ama ma che gli serve per pagarsi le bollette, aspettando nel mentre che la sua band prenda il volo verso la celebrità. Ovviamente questo momento, che lui tanto attendeva, con tutto se stesso, mai è giunto; perciò come non sentirsi in preda a una tristezza più che assoluta? È normale anche porsi un’altra domanda: dopo tutto questo tempo, che fare adesso? Queste delusioni fanno male e fanno riflettere, andando a interrogare il nostro io profondo.

Negli ultimi tempi le cose erano persino peggiorate. “Adesso”, pensò George, “posso scegliere tra continuare o smettere. Smettere sembra una scelta allettante. Basta dare retta a tutti i pensieri che hai cercato di mettere a tacere: non sfonderò mai, c’è troppa competizione, non ha senso. Ma se non suono, non ha comunque senso. Che alternative mi restano, allora?”

Nonostante i due scenari presentati poco sopra potrebbero essere considerati slegati dopotutto, Un incantevole imprevisto descrive come il destino possa giocare con due persone diverse, ma nel contempo simili, con vite differenti eppure unite da un sottile filo rosso che sembra congiungerle e mantenerle connesse, anche se gli eventi possono portarle lontano l’una dall’altra, anche se il fato ha in serbo per loro la divisione prima dell’unione.
Ho adorato tutto di questo libro: niente è di troppo, niente è fuori luogo, ogni aspetto contribuisce a rendere singolare questa storia. Già la struttura in sé del testo è ragguardevole, in linea con il significato racchiuso in questa lettura. Infatti la narrazione è frazionata in sezioni caratterizzate da un arco temporale diverso e preciso, periodi in cui i nostri personaggi fanno esperienze di vita, incontrano ostacoli sul loro cammino, incappano in colpi di fortuna che li portano verso strade le quali li divideranno sempre più, fino però a condurli verso quell’intersezione tanto auspicata e annunciata. Il destino gioca decisamente un ruolo rilevante e centrale in quest’opera di Marianne Kavanagh, ma non è di certo roseo come si potrebbe pensare in una storia d’amore letteraria: viene presentata, infatti, la classica “ironia della sorte”, quella famosa presa in giro che il caso riserva a noi poveri comuni mortali, impedendo in particolare a Tess e George di incontrarsi nei momenti più favorevoli, elencati nel corso dello sviluppo narrativo, ma agevolando questa loro prima presentazione solo quando tutto è ormai compromesso e negato a causa di ciò che i due hanno vissuto separatamente in precedenza. Difficile quindi non emozionarsi, difficile non sentire sulla propria pelle il bagaglio emotivo che traspare dalla scrittura fluida e limpida dell’autrice, la cui narrazione si alterna tra scene focalizzate su Tess e cambi di rotta che vedono George come unico protagonista: in questa maniera, possiamo entrare molto più in confidenza con i personaggi principali, facendo nostre le loro paure, i loro problemi, i loro pensieri più intimi, le loro aspettative verso un futuro che forse tanto speranzoso non è e anche le accettazioni che essi concedono alla loro vita presente, delle esistenze che magari non sono proprio quelle giuste, che non riescono a essere indossate come un capo di vestiario su misura, appunto perché non è della loro taglia.
Fin dall’inizio, si può notare come l’infinita rivalità tra ciò che è giusto e ciò che si desidera davvero nell’intimo è aperta, una continua battaglia alla pari che a volte sembra tendere maggiormente verso una sola delle due parti, ma che poi ritorna in stallo, provocando non pochi e ulteriori dubbi in Tess e George, persone comuni, senza capacità straordinarie, ma con soltanto una gran voglia di vivere davvero, senza preoccupazioni, senza costrizioni di nessuna natura, legati da una forza invisibile che, implacabile, non fa altro se non calamitarli l’una verso l’altro con lentezza e in maniera ponderata, fino a quello scontro tanto acclamato, distruttivo e dolce al tempo stesso, un incidente che può solo portare al coronamento della mera felicità, degno inizio della fusione di due esistenze separate e sfociate finalmente in una sola, piena e consapevole.

 

 

Valutazione:

 

Scheda libro

Titolo: Un incantevole imprevisto
Autore: Marianne Kavanagh
Casa editrice: Garzanti
Pagine: 316
Anno di pubblicazione: 2014
Traduttore: Roberta Scarabelli
Genere: Romance
Costo versione cartacea: 9.90 euro
Costo versione ebook: 6.99 euro