Basta davvero poco affinché io mi innamori di un libro: un capitolo intero, magari, semplicemente una pagina a volte, spesso anche solo una frase detta al momento giusto, una proposizione che proprio il fatto di essere stata articolata in quel preciso istante, assume un significato capace di imprimersi nelle corde nascoste del nostro cuore, l’unico inganno in grado di racchiudere tutte le emozioni suscitate in un lettore dopo un viaggio stimolante e avvincente cullato dalle parole scritte, indelebili cicatrici che onorano il corpo ospitante, segni definitivi il cui vantarsi è sentito alla stregua di un obbligo. Quindi, non vi stupirete se vi dico che Tutto in una notte è stato per me un colpo di fulmine, una sorpresa per i miei occhi e una gioia per la mia anima letterari, sempre avidi e bisognosi di storie in grado di accendere in profondità la fiamma inestinguibili caratterizzante l’affetto sentito verso i libri e le trame da loro custodite, una fonte eterna che, come un faro, mi indirizza verso pregevoli opere, un mirino di precisione che facilmente ha puntato Silvia Casini e la sua penna talentuosa, il più corroborante dei toccasana.
Quando Maya J. Warden si sveglia, sicuramente non si aspetta di trovarsi in un letto d’ospedale senza la benché minima idea del motivo che l’ha portata lì, quasi in fin di vita, attorniata da personale medico affaccendato e macchinari rumorosi, con, di fianco, sua madre Rosalynn in preda all’ansia più travolgente. Dopotutto, è una sopravvissuta: a quanto pare, la sua migliore amica Sarah e la nuova arrivata nel loro gruppo, Kelly, sono decedute in circostanze misteriose, tutte ancora da definire e verificare, in aggiunta al fatto che Michael, il suo compagno di banco, sembra essersi volatilizzato nel nulla, lasciando dietro di sé solo brandelli di vestiti laceri.
Maya è l’unica a sapere cosa è veramente successo poiché loro quattro insieme, quella precisa notte, si erano diretti nel glen chissà per quale ragione. Tuttavia la diciassettenne non si ricorda niente: un oblio profondo e oscuro avvolge la sua memoria, un pozzo infinito che a volte si rischiara a causa di alcune allucinazioni visive e uditive che la ragazza vive sulla propria pelle, miraggi di una realtà senza regole capaci di rendere ancora più intricato il groviglio di pensieri che Maya in ogni maniera cerca di sbrogliare inutilmente.
Forse ciò che le serve è cambiare aria. O, almeno, lo credono i suoi genitori pronti a partire da Sligo, Irlanda, alla volta di New York, America. Davvero il passato e le sue brutture saranno così lasciati alle spalle o questo trasferimento peggiorerà la situazione già di per sé precaria e volubile?
Tutto a questo mondo ha un suo tempo.
Il passato è colui che forgia: ognuno ha un pregresso in grado di incidere sulla propria persona, un individuo che quindi si è evoluto partendo da una sua versione antiquata, ormai andata e troppo desueta, per giungere e adottare la novità di noi, una trasformazione radicale che si spiega unicamente grazie alle esperienze vissute, bagaglio di esistenza molto spesso scomodo e ingombrante col suo peso da sopportare e ingoiare come il più amaro dei bocconi, ma sempre istruttivo e temprante, il maestro di vita per antonomasia che non lesina alcun insegnamento ritenuto da lui necessario per crescere e passare a pieni voti l’esame finale posto dal destino sulla nostra strada quale ostacolo da dover superare per non rimanere indietro e perdersi il bello della propria realtà, ancora tutta da vivere.
Il presente, invece, è il dono che ognuno di noi riceve per direttissima: infatti, tutti i giorni che abbiamo la possibilità di trascorrere dove siamo e con chi amiamo sono da considerare dei regali, piccoli doni dal valore inestimabile che arricchiscono e amplificano il nostro storico portandolo a un piccolo avanzamento, un nuovo ieri che tramuta in oggi esplorando tutte le occasioni potenziali concesseci dal fato ed elargendo tanti attimi infinitesimi che, come un alito di vento, arrivano e se ne vanno senza essere invitati né tantomeno congedati, imbucati alla nostra festa che, volenti o nolenti, dobbiamo accogliere e affrontare, situazioni interessanti che reclamano la nostra attenzione per poterle risolvere, siano esse problematiche di semplice risoluzione o questioni ardue richiedenti un maggior coinvolgimento mentale da parte nostra, naufraghi sballottati costantemente da uno scoglio all’altro in cerca di libertà incontaminate che solo il mare aperto potrà mai elargire.
A chiudere il cerchio compare il futuro, una variabile aleatoria definita nei minimi particolari e, al contempo, sconosciuta nella sua imprevedibilità: esso è il risultato del lancio dei dadi che la dea bendata effettua con costante regolarità e fervore, compito importante che decreta la direzione verso la quale stiamo camminando a grandi falcate, mantenendo il ritmo imposto dalla vita e dalle sue leggi, decreti da osservare rigorosamente senza risparmiarsi o tirarsi indietro, regole che in qualche maniera governano e organizzano il nostro avvenire, un domani vicino eppure lontano tutto da conoscere, scoprire e vivere, dall’inizio alla fine, dal capo alla coda, interamente e in modo universale, poiché l’esistenza è una sola ed è necessario affrontarla fino in fondo come se fosse in procinto lì lì di terminare, batteria esausta che vorrebbe riposare le membra e ricaricare le energie per ripartire una volta e un’altra ancora.
Sebbene i suddetti aspetti temporali siano decisamente e fuor di dubbio differenti, quasi non avessero alcun punto in comune, questa triade va a identificare una sola entità, un’occasione ghiotta di tre pezzi al costo di uno: il legame che indissolubilmente unisce passato presente e futuro è l’insieme delle scelte fatte con lo scorrere degli anni, decisioni che si ripercuotono l’una sull’altra al pari di tessere del domino la cui minima mossa può decretare la loro caduta a cascata caratterizzante la madre delle plausibili conseguenze che hanno un’alta probabilità di presentarsi in seguito alle disposizioni deliberate in precedenza. Per questo motivo, è obbligatorio ponderare il giusto tempo per optare tra le probabili alternative offerteci: l’attenzione è, quindi, la giusta mossa da attuare in situazioni del genere per non pentirsi poi di ciò che si è fatto e si sta facendo.
Nel loro singolo queste tre ere epocali, opposte e complementari insieme, assumono un determinato ruolo con una rilevanza notevole da non sottovalutare.
Per apprezzare e comprendere ciò che il presente e il futuro ci possono riservare, è necessario conoscere il proprio passato a menadito, quelle impronte lasciate dopo il nostro passaggio, testimonianze effettive del transito lungo le diramazioni che la vita, guidata dal destino, ci ha imposto, in quanto solo comprendendo le azioni compiute prima abbiamo una buona probabilità di affrontare, senza pensieri e conti lasciati in sospeso, le sfide dell’esistenza, fatiche di Ercole che ci accompagnano sulla cima del nostro personale calvario, erta salita che molto spesso non ci sconta le pene da incassare, ma a volte lascia spazio ad alcune discese e vallate verdi in cui cresce il naturale bisogno di prendersi un bel respiro di sollievo, disponendo mente e cuore alla calma più piatta esistente.
Tuttavia, bisogna stare vigili all’avvenire: proprio per il suo essere inopinabile sorprende con le sventure che, a seconda della prospettiva da noi acquisita, possono assumere una valenza più importante, molto negativa in risposta a un profondo pessimismo, comunque speranzosa se rose e fiori permeano il nostro cuore, battezzandolo quindi come forza incontrollabile che sprigiona energia impossibile da tenere a freno, mare in tempesta che spazza i viandanti impavidi nel cercare di attraversarlo, stallone scalpitante che, con le dovute tecniche di convinzione, può essere domato, ricompensa che ci spetta qualora diventassimo mandanti di decisioni e scelte oculate e mirate al tale obiettivo glorioso. Il paradosso del futuro porta con sé una scia positiva nell’aria, riverbero che ci consente di vivere nella tranquillità, aperti al nuovo con il sorriso sulle labbra, visione di un’esistenza che lascia da parte ogni pensiero pessimistico e abbraccia con gioia e aspettativa ogni regalo concessoci dall’avvenire.
È il presente che, però, ha l’arduo compito di unire ieri e domani, legandoli insieme in modo indissolubile e definitivo, la triade delle ore che scorrono con continuità in un solo essere, il tempo, ticchettio persistente che tutto sa e tutto conosce, immenso orologio che racchiude lo scibile universale da prima a poi, passando per l’infinitesimo adesso già esaurito.
Proprio per questo il combattimento primordiale tra bene e male trova ampio raggio d’azione, campo incontaminato e sterminato che essi battezzano con i loro screzi e battibecchi, talvolta banali e superficiali, talora profondi e rilevanti, permettendo loro di protrarre questa guerra in corso fino al punto di non ritorno, traguardo fatale di tutto ciò che si conosce, ultima meta capace di zittire anche le faide più secolari e meno inclini al termine, una continua e costante battaglia che trova spazio nelle ere, tutti quegli “oggi” che una volta lo erano, ora lo sono, un giorno lo saranno.
La ripartizione tra rettitudine e immoralità si ripercuote anche nella mentalità umana: il carattere di ogni individuo si differenzia dagli altri, definendo infinite diramazioni con diverse sfumature che accentuano e fagocitano il proprio animo in modo da indurre uno sviluppo e il prosieguo del cammino personale dove crescita e approfondimento sono di casa, sottolineando la predisposizione intrinseca dell’indole che può celare una propensione assoluta verso la luce, fascio scintillante che illumina notti oscure e le condizioni mentali provate dagli eventi sfortunati imposti dall’esistenza, oppure concernente l’oscurità, buio oblio nel quale ci si perde e non ci si ritrova più.
Ed è esattamente qui che talvolta si finisce, incontrando ciò che nasconde e rimanendone poi investiti in modo irreparabile, poiché è notoria la propensione del caso a ironizzare con la vita di noi poveri esseri umani, individui che, feriti dalle brutture incontrate per strada, cicatrici evidenti che si aggiungono alle precedenti e rimangono in bella vista, sotto agli occhi di tutti, tra cui anche quelli dei loro possessori, spesso non trovano la forza necessaria per sconfiggere il male e votarsi in via definitiva al bene, vincita ultima del bianco sul nero, yin e yang a confronto sul ring del duello.
Siamo quindi spacciati o abbiamo almeno un’uscita d’emergenza da usare in extremis? La risposta, che sembra calzare a pennello come replica non solo a questo quesito ma anche a ogni altro, è l’amore: esso è, dopotutto, l’unico sentimento che, attraverso la sua tangibilità veritiera, ha la capacità di unire nel tempo e nello spazio, sancendo la non presenza di confini o limiti in grado di imbrigliarci in una rete, uccelli in gabbia che vedono solo da lontano la libertà tanto agognata, principesse recluse nella torre più alta di un’inespugnabile fortezza.
Tuttavia questa emozione non lavora in solitaria. Pure l’amicizia coltiva in seno una continuità che lenisce e cura dalle lacerazioni sanguinanti: anche se alcune vicende non possono fare capolino nuovamente nel nostro presente, essa ci aiuta a ricordare una vecchia vita dal sapore antico, albori di un periodo temporale congelato nell’epoca e lì fermato, attimi istantanei che, seppur si vorrebbero riprendere per rinascervi e perpetrare quell’esistenza ormai defunta, dobbiamo lasciar andare poiché solo così si può avere una possibilità per permettere al presente di fare il suo corso senza intoppi e procedere verso quel futuro ancora misterioso, di nuovo affascinante, per l’ennesima volta imponderabile. Non si deve mai sottovalutare la potenza drastica delle rimembranze: esse ci rammentano che nessuna barriera può dividerci per quanto risulti impenetrabile e robusta da superare e varcare in quanto, se si continua a credere nella speranza, nulla è impossibile, persino ciò che lo è di nome e di fatto.
Sono necessarie delle affinità palesi per poter creare legami indissolubili come questi? In questo caso, il detto Gli opposti si attraggono entra in gioco di prepotenza, sbaragliando non solo gli avversari, ma anche noi stessi, ignari destinatari di simili fortune piovute dal cielo anche se pare non ci fossero confluenze, piccole intersezioni che però contraddistinguono una profonda differenza, e si nutrisse la convinzione di uno scetticismo nutrito nei confronti dell’altro, ammonimento indotto dalla nostra condotta morale in netta contrapposizione con quella dubbia del nostro prossimo, e l’inatteso non lascia scampo, apponendo uno scacco matto degno di giocatori esperti, abili nel muovere strategicamente le varie pedine. Dopotutto, si sa, benché noi ci vediamo benissimo, l’amore sarà sempre cieco.
Tutto in una notte è un fantasy paranormale unico dove vengono presentate al lettore riflessioni intrinseche molto intense e non scontate, richiedenti qualche tempo per essere assorbite e fatte proprie, ponderazioni espresse attraverso l’utilizzo di un linguaggio aulico, due peculiarità queste che forse, precisamente a causa della loro natura, rallentano la lettura, rendendola complicata e ostica da assimilare, comprendendola, quindi, davvero.
Tuttavia questa è solo un’inezia se confrontata alle reali sembianze, celate o meno, del libro di Silvia Casini: l’autrice riesce a narrare una storia che, con il fluire delle pagine, aumenta sempre più di pathos, avviluppante ragnatela che ghermisce con tenacia insistente le vittime al pari di una climax ascendente, senza alcuna caduta accidentale o scivolata premeditata di stile, una trama, di conseguenza, dove aleggia una sorta di ostinazione resa dalla presenza di un finale aperto che pare denotare un continuum spazio temporale capace di riprodurre come eterno il contrasto atavico tra chiaro e scuro, forze identiche e contrarie che si compensano donando l’equilibrio necessario all’universo intero.
La ciliegina sulla torta è rappresentata dalla presenza di capitoli relativamente brevi, denotanti all’inizio una troppa essenzialità ma che, al contrario, si dimostrano in grado di stuzzicare chi entra in questa avventura letteraria, conducendolo a seguitare a leggere, dipanando così ogni mistero contenuto in Tutto in una notte.
Scheda libro
Titolo: Tutto in una notte
Autrice: Silvia Casini
Casa editrice: Libromania
Pagine: 281
Anno di pubblicazione: 2016
Traduttore: –
Genere: Narrativa, Fantasy, Paranormale
Costo versione cartacea: –
Costo versione ebook: 1.99 euro
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